𝗖𝗔𝗣𝗜𝗧𝗢𝗟𝗢 𝗜8. Se tu fossi mia.

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𝗦𝗲𝘂𝗹 𝗩𝗲𝗻𝗼𝗺𓆙

Allacciai la cintura di sicurezza sopra il mio seno come ormai ero abituata a fare

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Allacciai la cintura di sicurezza sopra il mio seno come ormai ero abituata a fare. Il problema di quella macchina super lussuosa era che quella cintura mi infastidiva il mento rimanendo sempre incastrata lì.

Quando anche Taehyung si sedette e il motore dell'auto si accese, il silenzio imbarazzante riempì la vettura. Questa volta però, non avevo intenzione di stare zitta.

«Cos'è successo tra te ed Hoseok dieci minuti fa?»

Sparai tutto in un colpo e l'unica reazione che riuscii ad avere fu un sopracciglio alzato da parte del maggiore. Ebbi la testa completamente rivolta verso di lui, ma all'improvviso sussultai quando la sua grande e tatuata mano si posò sul mio sedile. Stava facendo retromarcia. Il suo collo latteo si allungava verso il retro dell'auto, i suoi occhi attenti che vagavano per il perimetro del parcheggio. Era sexy. No, dannazione.

«Mi stai chiedendo se sono gay?»

Cosa?

«Cosa? No, che diavolo-» scossi la testa, indispettita. Lui sapeva bene a cosa io mi riferissi. «Intendo dire-»

«Attenta, in questa macchina non accetto commenti omofobi»

Doveva essere caduto da piccolo.

«Lasciami finire, dannazione-»

«Hai mai pensato di cominciare a dire meno parolacce?»

«Kim, cazzo-»

Venni bloccata immediatamente dallo sguardo del maggiore. Il castano spostò l'attenzione sulla mia in qualche millesimo di secondo ed io mi zittii da sola. Il suo braccio era ancora dietro il mio sedile, il suo corpo roteato verso il buco in mezzo ai due posti anteriori. Solo in quel momento mi resi conto di quanto i nostri visi fossero vicini, di quanto le sue labbra dovessero essere morbide ed esperte, soprattutto. No, diamine. Dovevo essere in preciclo.

Tentai di parlare quando Taehyung si bloccò con lo sguardo sul mio, la macchina ferma a metà dal lasciare il posto del parcheggio. Mi sentii di colpo così piccola, così impotente che non riuscii a distogliere l'attenzione da quel viso bellissimo.

«È la seconda volta che mi chiami Kim oggi, tesoro-» il suo sussurro colpì ogni singolo centimetro del mio viso ed io non potei neanche sbattere le palpebre. Ero ipnotizzata. «Sbaglio, forse?»

Quella era una domanda retorica. Potevo essere stordita, ma quella richiesta sussurrata, sibilata a fior di labbra mi fece rabbrividire persino il cuore. Dannazione. Sapeva cosa stava facendo? Lo faceva a posta? Bastò un veloce movimento del suo sopracciglio ora inarcato a farmi saltare sul posto. Deglutii e mi morsi il labbro, ma non riuscii a pensare lucidamente.

«No»

Cazzo. Gli avevo davvero risposto? Come se fossi un dannato cagnolino? Dovevo contenermi, diavolo, o chissà cosa sarei arrivata a pensare o, peggio, a fare.

𝗦𝗘𝗢𝗨𝗟 𝗩𝗘𝗡𝗢𝗠𓆙 [BTS; Kim Taehyung]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora