PARTE 6

1.7K 93 5
                                    

Mancava poco all'esame finale dei ragazzi dell'ultimo anno, i 1917.
Erano tutti abbastanza agitati, sopratutto Julie che continuava a farsi paranoie incredibili.
La stessa ragazza aveva fatto più amicizia con Steve, era probabilmente l'unico ragazzo che riusciva a tollerare in quell'istituto.
L'ultima campanella della giornata suonò e i ragazzi uscirono tutti quanti.
Quel giorno anche il gruppo dei ragazzi popolari era insieme alle quattro ragazze.
Avevano legato molto i due gruppi, principalmente perché si ritrovavano ormai ogni giorno allo stesso tavolo.
Avevano cambiato tavolo della mensa e ne avevano scelto uno più grande per farci stare tutti e due i gruppi.
-pronte per l'esame?- domandò Jace guardando tutti quanti preoccupato.
-noi no ma sicuramente la signorina qui accanto a me si- disse Claire spalleggiando la migliore amica.
-sono solo super agitata- disse Julie timidamente e arrossendo leggermente, si sentiva in imbarazzo quando tutti la guardavano, era una vizio che non si sarebbe mai tolta.
-sei carina quando arrossisci- affermó Gabriel onestamente facendo diventare lei ancora più rossa.
Julie si guardò attorno mentre gli altri ridevano tra di loro, ma uno sguardo la fissava immensamente, senza sorridere, come incantato.
Barnes era immerso nei suoi pensieri mentre guardava la ragazza.
Lei si sentì ancora di più in soggezione, si sentì timida ma allo stesso tempo riusciva a sentirsi bene.
-quindi ragazzi andiamo a cenare fuori?- domandò Evan rivolto a tutti quanti.
-che giorno è oggi?- chiese Katrine rivolta verso gli altri.
-è giovedì- rispose immediatamente Jaden.
-io ci sono- ammiccò Marie Jane.
-io pure- affermó Bucky tornando nel mondo reale.
-si anche io- dissero tutti quanti insieme.
-tu Julie?- domandò Blake vedendo che la mora non aveva ancora risposto.
-oh io...non posso oggi ragazzi- ammise lei stringendo la bretella dello zaino agitata.
Avrebbe tanto voluto andarci ma aveva un'altra cosa importante da fare...
Suo padre non gliel'avrebbe mai perdonato se non si fosse presentata.
-come mai?- domandò Barnes mostrando un volto confuso e avvicinandosi di più alla ragazza cercando di tenere comunque quello sguardo da potente in viso.
-sicuramente non lo andró dire a te Barnes e poi devo fare una cosa importante- disse lei spingendolo un po' per allontanarlo.
-va bene ragazzi, al massimo si fa domani se oggi Julie non può va bene?- esclamó Marie Jane cercando di far disperdere la tensione che si era creata.
Tutti accettarono e poi ognuno si diresse per la propria via per andare a casa.

-perchè mi stai seguendo?- chiese scocciata Julie girandosi dietro le spalle, incrociando le braccia e guardando con sguardo di sfida Bucky che la stava seguendo da tutto il tragitto.
-non ti sto seguendo- disse lui a pochi metri da lei.
-te lo hanno mai detto che non sei bravo a mentire?- domandò lei avvicinandosi con sguardo arrabbiato verso Barnes.
-neanche tu- la sfidò lui assottigliando le palpebre.
Lei semplicemente sbuffò e continuò per la sua strada finché non si ritrovò all'inizio del cunicolo di casa abbandonate.
Doveva passare quella strada ogni giorno per arrivare in una delle poche case intatte in quella via; una delle poche case ancora in piedi era la sua.
-perchè stai andando da questa parte?- domandò Bucky correndo accanto a lei, probabilmente spaventato.
-perchè mi stai ancora seguendo?- chiese lei fermandosi di colpo facendo fermare anche lui.
-voglio sapere come mai non puoi sta sera e domani si, cosa ti porta a non voler venire oggi?- chiese lui.
Lui si avvicinó di un passo.
-oggi devo studiare-
Lei fece un passo avanti.
-non è vero stai mentendo-
Un altro passo avanti.
-devo fare una cosa importante, te l'ho detto- disse lei facendo un altro passo.
I due volti erano vicini.
Uno davanti all'altro.
Si sentivano solo i respiri profondi dei due.
Gli occhi uno incollato all'altro.
Il tempo sembrava essersi fermato.
Barnes aspettava da ormai un mese quel momento.
Lei non sapeva cosa le stesse succedendo.
Bucky allungò una mano verso il fianco di le ma, prima che potesse anche solo sfiorarlo, una voce Svizzera li richiamò.
-buongiorno Julie-
I due ragazzi si girarono verso la direzione della voce.
Un uomo basso, con occhiali tondi e una borsetta da dottore li guardava sorridendo senza mostrare i denti.
-salve dottor Z...salve- si interruppe lei appena si accorse che stava per dire il nome di lui.
-ho interrotto qualcosa?- chiese il dottore.
-no no io e lui ci conosciamo a malapena- disse lei avvicinandosi di più al dottore e lasciando Barnes lì da solo sulla strada.
Appena il protagonista sentì quelle parole un vuoto gli si colmò nel petto, come se una pallottola lo avesse appena colpito.
-bene, io sto andando da tuo padre- continuò il piccoletto.
-si ti accompagno io, sto andando anche io a casa- disse lei indicando la strada che dovevano percorrere e lasciando Barnes lì, impiantato sulla via.

-la prego non faccia parola con mio padre di quella situazione- lo scongiurò Julie.
-parola di dottor Zola- rispose lui mettendosi una mano sul cuore.

A un passo dalla felicità |Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora