PARTE 34

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Arrivata in Austria non chiese nulla a nessuno.
Non conosceva le loro lingue, non conosceva nulla.  Stava andando lì, in quel posto in cui lei e Bucky avevano commesso tanti omicidi.
Si ricordava che in ogni missione lui ricordasse i suoi omicidi mentre lei no. Se doveva ricordare, doveva ricordare tutto del suo passato. Arrivata nel laboratorio non le fu necessario chiudere gli occhi, si ricordava già tutte le cose.Doveva ricordare le sue vittime.Si guardò attorno.Il laboratorio era congelato.
Riuscì a ricordare che, il dottor Zola, aveva un cassetto personale in cui nascondeva tutte le cartelline con dentro le vittime.
Si diresse verso una parte del laboratorio in cui non era mai entrata, non le era concesso entrarci. Si fece coraggio e aprì il cassetto.
Guardò i primi volti a lei non famigliari.
Lesse le descrizioni e il luogo in cui dovevano essere uccisi.
Rimase allibita da così tanta cattiveria e ostilità da parte del suo vecchio padrone.
Un volto però le ricordò qualcosa.
La data era del 16 dicembre 1991 e lei in quel periodo era congelata.
Si guardò attorno, furtiva, qualcuno era per forza stato lì, ma perché mettere un documento del genere all'interno di un laboratorio dimenticato? In cui tra l'altro ci andava a fare visita Captain America?
Guardó di nuovo i volti: Howard e Maria Stark.
Conosceva entrambi, erano molti famosi ai suoi tempi e Howard era sempre stato un tipo affascinante agli occhi delle ragazze, anche di lei stessa.  Le venne in mente la sera in cui Bucky l'aveva lasciata, in quel momento Stark stava facendo una dimostrazione di un'automobile volante; era uguale a Tony...due gocce d'acqua: geniali, intraprendenti e donnaioli. Ricordò anche quando lo stesso Stark l'aveva consolata e avevano passato una magnifica serata malgrado quello che era successo tra lei e Barnes. Howard era sempre stato un grande amico e se i suoi genitori non lo avessero sforzato a cambiare scuola probabilmente non si sarebbero allontanati così tanto.
Tornó in se quando ricordò che quella era una lista di vittime. Era sicura di non aver partecipato a quell'uccisione, non avrebbe potuto.
-Bucky...- disse ad alta voce.
Stava guardando il suo curriculum, non quello di lei.
Poi però si tranquillizzò ricordandosi che molto spesso quelli erano solo dei bersagli e non per forza erano stati uccisi.
Aprì gli altri cassetti, in ognuno di essi c'era un libretto rosso con una stella bella grande; solo in un cassetto si trovava un libro blu, con la stessa stella disegnata sopra, lo aprì:

"Ci sono solo due copie per questa soldatessa a differenza del soldato d'inverno, lei è stata la mia più grande opera, solo i miei compagni dell'Hydra potranno trovarli"

Si guardò attorno disperata, frugó in altri cassetti ma non trovó nient'altro.
Prese tutti i libretti Rossi, erano 6; e poi l'unico suo libro trovato. Mancavano un libro rosso e un libro blu all'appello ma in quel momento non le importava. Almeno una buona parte dei codici per l'attivazione di lei e Bucky erano stati eliminati. Mise tutti i libri al centro della stanza, si sedette poco distante da lì e li brució.
Fece spegnere il fuoco e osservò con un ghigno i libretti ormai bruciati. Tornó a guardare all'interno dei cassetti per trovare i documenti delle vittime.
Ad un tratto, si sentì in gabbia. Aveva sentito un rumore alla porta, sperava che fosse solo un animale. Si voltò lentamente e guardò verso quella direzione: Il soldato d'inverno.
Non capiva se si trattasse del suo sogno o di quello reale. Il soldato rimase lì a guardarla senza muovere un muscolo. Si mosse di qualche passo per vedere se quello reagisse. Non si mosse, se non per girare la testa verso la direzione della ragazza.
-sai, non capisco se sei solo un'altra mia allucinazione o se sei quello vero- ammise la ragazza tornando verso i documenti ma il soldato tiró fuori un coltellino pronto ad attaccarla.
-non di nuovo...- disse lei facendo spuntare un'energia violacea sui palmi delle sue mani appena si accorse che quella non poteva essere una allucinazione.
Il soldato corse verso di lei e iniziò a sferrarle dei colpi che lei bloccava in continuazione.
In men che non si dica, si ritrovarono sdraiati per terra: il soldato era sopra di Lei.
-sai, ci siamo già trovati in questa situazione ma l'ultima volta c'era un'atmosfera completamente diversa- disse lei commentando ironicamente per sdrammatizzare la situazione. Il soldato la guardò con sguardo confuso mentre rimaneva sopra di lei.
-l'ultima volta non mi guardavi così- disse lei prima di sferrargli un colpo e ribaltando la situazione: lei seduta sopra e lui sotto.
-anche questa scena mi sembra famigliare- disse di nuovo lei per cercare di distogliere la missione del soldato dalla sua mente. La faccia del soldato in quel momento se la sarebbe ricordata per tutta la vita: un misto di confusione e un piccolo ghigno all'angolo della bocca. Ci fu un momento di silenzio.
Gli occhi azzurri ghiaccio di lui persi in quelli nocciola di lei e viceversa, non se ne sarebbero andati così facilmente, una calamita per l'uno e per l'altro.
-sei al sicuro con me occhi di ghiaccio-
Disse la ragazza passando una mano sui capelli di lui per poi farla scendere verso il petto movimentato di lui. Il soldato si lasciò trasportare dalla ragazza. Non capiva bene cosa stesse accadendo, quegli occhi lo comandavano più del siero stesso. Le mani del soldato finirono sui fianchi di lei, lui non sapeva bene cosa stesse facendo, lasciava che il suo corpo si esprimesse. La mano di lei avanzó nuovamente sul volto di lui, accarezzandogli la guancia ancora liscia.
-tu sei la mia missione- disse il soldato scuotendo la testa per cercare di tornare tornare concentrato ma le sue pupille erano incontrollabili, si allargavano e si stringevano senza sosta.
-shhhh è tutto okay, è tutto okay- disse lei mettendo entrambe le mani sul volto del soldato, cercando di mantenere la calma per farlo tornare in se. Il soldato respirava affannosamente, il battito super veloce.
-allerta soldato- una voce dietro di loro fece tornare Bucky il soldato d'inverno. Il soldato strinse i fianchi di lei e la scaraventó verso il muro ma lei riuscì, con i suoi poteri, ad atterrare qualche millimetro prima dello schianto. Bucky andò verso Alexander, pronto ad eseguire altri comandi.
-come in allenamento soldato, imprigionala- il soldato corse contro di lei e, senza che lei riuscisse a capire cosa stesse succedendo, Bucky le mise delle manette attorno ai polsi che,aprendosi, si trasformarono in due ovali che le ricoprivano anche le mani; lei provó a usare i suoi poteri ma quegli aggeggi l'avevano bloccata, avevano bloccato il suo potere. Guardó il suo nemico che semplicemente si limitó a schioccare le dita. Due soldati si avvicinarono a lei e la sollevarono per le braccia mentre lei cercava di dimenarsi in ogni maniera.
Uscita fuori dal laboratorio notò una marea di soldati con i fucili puntati contro di lei, anche volendo non poteva scappare
-grazie Julie per aver risvegliato qualche ricordo nel soldato d'inverno, è grazie a lui se ti abbiamo trovata- disse Alexander sorridendo sotto i baffi.
La ragazza guardò con disprezzo il ragazzo mentre lui abbassò lo sguardo dispiaciuto.
Non poteva crederci, dopo il loro incontro Bucky aveva rivelato tutto. Si sentì persa, sola e usata, sentimenti che però in quel momento non provava solo lei.

A un passo dalla felicità |Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora