PARTE 13

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Bucky era ad ascoltare la radio mentre Julie era accanto a lui.
Anche Steve era con loro quel giorno.
-oggi, 18 marzo 1941, i fascisti stanno avanzando ancora di più nel loro intento..-
-sti stronzi senza cervello- commentò James con disprezzo. Non riusciva a sopportare quello che stava succedendo in Europa.
Ci fu un gran silenzio nella stanza finché Julie non se ne andò via.
-dove vai?- domandò Steve seduto ancora sulla poltrona.
-vado un attimo in bagno, voi continuate ad ascoltare pure- disse lei salendo su per le scale, dove si trovava il bagno.
Si chiuse la porta alle spalle e scivolò finché non toccò il pavimento e iniziò a piangere.
Forse per paura, forse per confusione ma sapeva che ció che stava facendo era la cosa sbagliata.
Diventare un esperimento per diventare successivamente un'arma per qualcuno che andava contro le sue ideologie la faceva impazzire completamente.
Intanto, nel piano di sotto, mentre la radio continuava ad andare, Steve e Bucky stavano parlando.
-allora è d'accordo- affermó Rogers cercando lo sguardo dell'amico.
Bucky fece un attimo di silenzio, non sapeva se dire la verità o meno.
Lui e Steve stavano pensando di andare a combattere nella guerra.
Erano giovani, pieni di forze e pronti ad aiutare i paesi Europei.
Avevano riflettuto molto nelle ultime settimane, James aveva paura che Julie scoprisse di quella conversazione ma anche lei sembrava avere la testa altrove.
Erano state settimane difficili per entrambi.
Julie, dopo essere tornata a casa come ogni sera, aveva ritrovato suo padre, il dottor Zola e altri tre scienziati tutti seduti attorno al tavolo.
Si era spaventata per un istante ma si era andata a sedere sull'unica sedia libera lì attorno.
Aveva scoperto che le sue iniezioni settimanali erano arrivate alla fine del loro percorso e che doveva partire verso l'Europa per continuare con la sperimentazione.
Non aveva avuto scelta e aveva accettato.
Bucky, invece, era stanco della guerra e di quello che stava succedendo dall'altra parte dell'oceano.
Voleva aiutare e voleva essere d'aiuto.
Ne aveva discusso genericamente con Julie per cercare una sua approvazione.
Lei, sapendo che sarebbe entrata in battaglia un giorno, aveva risposto con un no secco.
Barnes però voleva andare a tutti i costi in quella guerra, si sarebbe sentito utile e poi, sapeva che il suo migliore amico gli sarebbe stato accanto.
-si certo, è d'accordo ma non ne vuole parlare, non le piace la guerra la conosci- comunicò Bucky prendendo un sorso di birra dalla bottiglia.
Steve annuì semplicemente e ritornó ad avere l'attenzione sulla radio che continuava a parlare ininterrottamente.
Ascoltavano le notizie, ognuno preso dai propri pensieri, dalle proprie paure e dai propri segreti.
Ma in una relazione non ci dovrebbero essere segreti giusto? Perché allora si stavano mentendo a Vicenda?
Volevano combattere per qualcosa più grande di loro.
I due migliori amici volevano fare la differenza, aiutare, cosa che Julie aveva insegnato a Bucky nel loro quasi anno completo di fidanzamento.
Lei invece voleva scappare, ma non poteva.
Ci aveva già provato altre volte e l'avevano sempre trovata. Non aveva via di scampo.
Non si stavano mentendo a vicenda.
Si stavano proteggendo.
Julie proteggeva James da qualcosa di infinitamente pericoloso, dai fascisti che la circondavano ogni giorno, dal suo patrigno, dal dottor Zola, dagli scienziati. Si sarebbe uccisa che avesse saputo che Barnes sarebbe stato preso dai suoi "familiari" e questo Bucky lo sapeva.
Sapeva che Julie non sarebbe stata bene sapendo che lui sarebbe partito poche settimane dopo. Ma infondo era quello che voleva e nessuno poteva fermarlo dal cambiare idea.
Ma infondo non è questo vero amore?
Cercare di proteggere a tutti i costi l'altro compagno per non farlo soffrire e amarlo?
Nessuno sa cosa sia.
Ma entrambi in fin dei conti stavano facendo la cosa giusta.

A un passo dalla felicità |Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora