PARTE 52

829 50 6
                                    

Dopo aver ripreso dal passato tutte le gemme, Hulk si offrì di riportare indietro tutti quanti. Forse per coraggio, forse ancora triste per la morte di Natasha, ma ci riuscì, riuscì a schioccare le dita.
Il telefono di occhio di falco squillo: Laura, sua moglie morta nello snap, lo stava chiamando.
Tutti gli Avengers rimasero sorpresi dalla così tanta fortuna avuta. Potevano essere finalmente felici.
Purtroppo però, prima che potessero festeggiare, un grande fracasso fece crollare la base degli Avengers.
Un rumore assordante.
Hulk, Ant-Man, Rocket e Rhodey erano rimasti incastrati nei piani bassi e cercavano di uscire aiutandosi a vicenda.
Intanto Clint scappava dai mostri che cercavano di rubargli il guanto insieme alle gemme e infine, Tony, Thor e Steve guardavano Thanos.
Non il Thanos che avevano ucciso cinque anni prima, no, quello era ancora un Thanos non ancora a conoscenza di quello che avrebbe fatto in un futuro perché era un Thanos del passato.
-che sta facendo?- domandò Stark curioso notando il titano seduto su una roccia.
-assolutamente niente- rispose Thor non distaccando gli occhi dal nemico.
-dove sono le gemme?- chiese Steve.
-sotto tutto questo, solo che lui non le ha- affermó Tony
-lasciamo le cose come stanno- avvertì Rogers
-sapete che è una trappola vero?- domandò Thor
-si e non mi interessa- disse Iron Man
-bene, l'importante è che siamo tutti d'accordo- il Dio del tuono richiamò a se scariche elettriche e successivamente le sue tue armi erano di nuovo tra le sue mani dopo anni.
-uccidiamolo come si deve sta volta- affermó poi.
I tre si avvicinarono cautamente al nemico ancora seduto e tranquillo che aspettava che la figlia gli portasse le gemme.
-non potevate sopportare il vostro fallimento; dove vi ha condotto? Di nuovo da me- inizió a parlare quello.
-pensando che eliminando metà della vita, l'altra metà avrebbe prosperato; mi avete dato prova che è impossibile. E fin quando ci saranno quelli che ricordano ciò che è stato, ci saranno sempre quelli incapaci di accettare ciò che potrebbe essere, resisteranno- disse iniziando ad alzarsi per mettersi l'armatura.
-si siamo abbastanza caparbi- lo interruppe Tony.
-vi sono grato perché ora so che cosa devo fare; ridurrò in briciole questo universo sino all'ultimo atomo e poi con le gemme che avete raccolto per me, ne creerò un altro brulicante di vita consapevole non di cosa ha perso ma solo di cosa ha ricevuto-
-un universo grato- disse mettendosi l'armatura e mettendo una mano sull'enorme spada.
-nato dal sangue- giudicò Captain America.
-non lo sapranno perché non sopravviverete per raccontarlo-
Il combattimento iniziò.
I tre supereroi combattevano con audacia dandosi tutti i passaggi.
Poco dopo però, si ritrovarono tutti e tre a terra, uno più stremato dell'altro. Steve cercava di combattere e non arrendersi ma il suo scudo ormai era stato fatto a pezzi. Ad un tratto però, quando tutto sembrava perduto nuovamente, una voce che Rogers non sentiva da tanto tempo si sentì dal suo auricolare. Sam -alla tua sinistra-
I nemici e la navicella di Thanos rimasero immobili quando centinaia di portali si mostrarono in cielo, proprio dietro a Steve che poco prima era rimasto da solo contro tutti. Dai portali iniziò a uscire un sacco di gente morta nello snap cinque anni prima: Black Panther, Bucky, Doctor Strange, Spiderman e molti altri ancora.
Al suo fianco, il migliore amico che gli sorrise leggermente, pronto a combattere. Lo avrebbe abbracciato se non fosse stato che la battaglia era ancora aperta.
-AVENGERS- Urló Captain America mentre tutti si erano messi in posizione.
-uniti-
Iniziò uno scontro molto molto più grande di qualunque altro scontro mai fatto prima. Anche Scott, Hulk, Rhodey e Rocket erano riusciti a tornare in superficie e aiutare la squadra. Tutti uniti, o quasi.
Il guanto passava da mano a mano: da Clint a Black Panther, a Spiderman che in quel momento era circondato e senza via di fuga.
Ad un tratto, i cannoni dei nemici puntarono verso qualcosa in cielo, ininterrottamente. Non stavano più sparando sul campo di battaglia e questa cosa confuse tutti.
-Friday a cosa stanno puntando?- chiese Stark guardando la scena come tutti gli altri.
-qualcosa sta entrando nell'atmosfera- disse allarmata l'androide.
La navicella nemica fu trapassata da due missili arrivati in picchiata, cosa che destabilizzò il titano e tutti i nemici; poi, due figure. Una, Captain Marvel, circondata da un'energia di colori giallo e blu; accanto a lei, Julie circondata con un'energia viola, stesso colore dei palmi e degli occhi.
-Julie...-sussurrò Bucky guardando in cielo mentre tutti erano rimasti affascinati alla presenza delle ragazze.
-io vado a prendere il guanto- disse Captain Marvel guardando la compagna.
-io vado da quel figlio di puttana- sospirò arrabbiata Julie mentre andò in picchiata verso il Titano.
Quello rimase spiazzato e si preparò a difendersi. Lei fece sbalzare Thanos di qualche metro e lo guardò con sguardo furioso. Il nemico non se lo fece ripetere due volte e iniziò ad attaccarla cercando di colpirla, invano. Lei era veloce.
Purtroppo però, mentre Captain Marvel era quasi riuscita a portare il guanto al sicuro, Thanos riuscì ad atterrare Julie e a colpire Captain Marvel, prendendo il guanto.
La vittoria stava per ritornare nelle mani nel nemico e questo non potevano permetterselo, non di nuovo, non ora.
Ognuno di loro cercava in tutti i modi di fargli scivolare via quel maledetto guanto.
Il titano fece sbalzare tutti quanti e schioccò le dita, con gli occhi chiusi, soddisfatto -io sono ineluttabile- . Nessun rumore, nulla. Thanos aprì lentamente gli occhi e vide, con sua grande sorpresa, che qualcuno era riuscito a togliergli il guanto dalla mano. Si giró poi lentamente, dietro di lui.
-n-noi siamo.......gli Avengers-
Julie schioccò le dita mentre la voce straziata di Bucky urló a qualche metro distante da lei. Sapeva che quello fosse il suo destino, lo aveva capito, aveva capito perché Thanos voleva ucciderla: sapeva che sarebbe stata lei a sconfiggerlo.
Una grande luce accecò tutti per un secondo mentre lei cadde a terra. Troppo piccola e fragile per riuscire a mantenere la forza di tutte le gemme. Era riuscita a malapena a resistere a solo una, figuriamoci a tutte le gemme dell'infinito messe insieme.
Steve fu il primo ad avvicinarsi a lei e appoggiarla con il busto su un masso. Arrivarono poi tutti gli altri, tutti gli Avengers a lei più cari erano lì mentre tutti gli altri guardavano straziati la scena.
Bucky intanto, ancora lontano, correva mentre le lacrime continuavano a rigargli il volto, offuscandogli la vista.
Appena arrivò spostò tutti violentemente per arrivare a lei. Gli occhi della ragazza erano socchiusi, il braccio completamente bruciato, il petto si abbassava e alzava troppo lentamente.
-t-ti prego...- sussurrò Barnes mentre prese una mano di lei e con l'altra le accarezzava una guancia.
-non lasciarmi di nuovo...- biascicó soffocato dalle sue stesse lacrime.
Stark si avvicinó leggermente a lei, per vedere se c'era ancora qualcosa da salvare.
-friday...- sussurrò Tony mentre appoggiò la sua mano sul petto di lei.
-funzioni vitali critiche- affermó l'androide.
Si fece un silenzio assordante mentre erano tutti in lutto.
Le mancava poco prima che la sua vita venisse strappata via dalla morte. Barnes si avvicinó di più a lei mentre la guardava e cercava di scrutarne ogni singolo dettaglio, almeno per l'ultima volta.
La ragazza afferrò lentamente la mano di Bucky mentre gli occhi cristallini di lui non distoglievano lo sguardo da quelli di lei.
Voleva assaporarsi ogni singolo secondo che le rimaneva.
Lei cercava di parlare ma la morte era proprio lì affianco a lei, pronta a portarla via da tutto.
Captain Marvel la guardava tristemente e le scese una lacrima, la sua unica compagna di avventure era giunta al termine, sperava che le due avrebbero viaggiato ancora una volta attorno ai pianeti stellari, che avrebbero aiutato altre persone insieme.
Tony sperava di parlare di più con lei, di ascoltare qualche avventura tra lei e suo padre come fanno i nipotini con i nonni.
Thor e Rhodey speravano di conoscerla meglio visto che erano sempre pieni di missioni e non avevano avuto l'occasione di parlarle più di tanto.
Starlord, Mantis, Drax e Rocket custodivano ancora il loro primo incontro, quando avevano stabilito il piano e si erano sfidati insieme contro Thanos.
Peter Parker guardava la ragazza tristemente, aveva finalmente incontrato qualcuno fragile come lui e gli era appena scivolata via tra le mani. Con i suoi sensi da ragno, sentiva i battiti rallentare sempre di più ma rimaneva in silenzio avendo notato che la situazione era già abbastanza critica.
Steve pensava al loro primo incontro e alle loro litigate, erano come due fratellini che si volevano bene e che si sarebbero supportati ogni singolo secondo della loro vita.
Doctor Strage e Wong si erano rattristiti al pensiero di aver perso la loro allieva, colei che avevano allenato per così tanti anni e che erano riusciti a scovarne ogni singola caratteristica.
Gli Avengers la guardavano sconvolti, anche chi la conosceva di meno, aveva un vuoto e una tristezza indescrivibile, facevano tutti parte di una grande famiglia e ogni membro era importante.
E infine c'era Bucky.
Colui che in quel momento stava soffrendo più di tutti. Avevano lottato tanto per riuscire a vivere una vita in pace, ne avevano passate di tutti i colori.
Finalmente potevano amarsi e stare insieme, sperava che un giorno si sarebbero creati una famiglia, solo loro due. Lei e lui. Julie e Bucky.
Rimpiangeva di non averle detto tutta la verità, di averle nascosto così tante cose. Rimpiangeva di essersene andato via, di non averle raccontato di Howard, di aver pensato che ci sarebbe stato tempo per tutto.
Ma il tempo non ce lo avevano, non più.
Gli occhi di lei si chiusero lentamente mentre prima di morire riuscì a sussurrare un -ti amo anche io-.
Lei vedeva solo il buio mentre il cuore di tutti gli altri si appesantì. Volevano uscirne tutti vivi da quella battaglia ma alla fine ne avevano persa una.
-no no no a-andrà tutto bene noi-
Bucky appoggiò la testa sul petto di lei e iniziò a singhiozzare. Piangeva ma intanto ascoltava. Cercava di ascoltare il petto di lei, sperava anche in un solo movimento, ma nulla. Il suo petto ormai vuoto e privo di vita lasciava la solitudine totale nel cuore di ogni Avenger.

A un passo dalla felicità |Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora