PARTE 28

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Erano passati tanti mesi e ormai Julie si era integrata bene nella squadra.
-maledizione- disse Iron Man entrando nella sala principale mentre gli altri erano tutti lì ad aspettarlo.
-è scappato di nuovo?- domandò Julie non sorpresa dall'avvenimento
-non ne parliamo, voglio solo rilassarmi- rispose Tony andando verso la sua camera probabilmente per cambiarsi e farsi una bella doccia calda.
Julie si guardò attorno per cercare lo sguardo di Steve.
I due avevano legato molto, come fratello e sorella pronti a sostenersi .
Julie aveva anche iniziato a fare delle sedute da una psicologa per trovare di recuperare la memoria, per cercare di capire cosa ci fosse stato prima dell'incontro di lei con il teschio rosso e il dottor Zola.
Steve le raccontava spesso di qualche loro avventura, di ció che era successo con Bucky, ogni cosa che gli veniva in mente provava a farla ricordare anche a lei ma non ricordava.
Julie si avvicinó a Steve vedendolo seduto su una sedia isolato da tutti.
Erano in silenzio ma entrambi stavano pensando alla stessa persona
-sono ritornato in quel posto Julie- annunció ad un tratto il Capitano guardandola negli occhi
-nulla- rispose poi tornando con la testa bassa.
Lei non aggiunse nulla
Da qualche settimana aveva iniziato a dubitare di se stessa; in fondo lei non aveva visto Bucky arrivare all'interno della sua capsula
Ma allora perché non c'era il cadavere?
Mille domande le frullavano nella testa ma ormai si era lasciata alla convinzione che fosse morto.
-pensiamo ora al super soldato che sta girando in questo periodo Steve, penseremo a Barnes più in là- era solita a farsi vedere sicura, con la mente chiara e ordinata quando in realtà la sua mente era completamente sottosopra: ricordi che non venivano a galla, mille domande senza risposte e i suoi poteri
Nulla aveva un senso lì dentro ma lei cercava comunque di sembrare una persona a posto.
Steve lo sapeva, sapeva che lei aveva molti più problemi di lui ma non voleva insistere su qualcosa che lei sicuramente non gli avrebbe rivelato.
-preparati per la missione contro la risorsa- disse lei di punto in bianco.
La risorsa.
Era così che chiamavano il super soldato che continuava a fare stragi a destra e a sinistra.
Prima che se ne andasse Steve le prese un polso facendola girare verso di lei
-so che pensi che Bucky sia morto, ma per favore non perdere la speranza, potrebbe essere ancora vivo e vegeto- aggiunse Rogers cercando di illuminare gli occhi spenti di lei
-Capitano, sappiamo entrambi che non è possibile- si era limitata a rispondere lei.
Aveva perso le speranze da qualche settimana.
Aveva smesso di illudersi.
Aveva smesso di cercare l'amore.
Era ritornata una macchina da guerra, questa volta non comandata da nessuno.
Poteva fare tutto quello che voleva
Era libera.
Si diresse dalla psicologia come ogni fine settimana ormai.
-Julie...- disse la psicologa vedendola entrare.
Julie si posizionó sulla sedia davanti alla donna.
Le separava solo la grande scrivania Marrone.
-come va il ripristino della memoria?-
-negativo- rispose lei
I tratti della soldatessa erano ancora qualcosa di molto vicino a lei, rispondeva spesso come se fosse ancora controllata.
Si, era libera ma la vera Julie era ancora intrappolata da qualche parte nel suo cervello
-come stai?-
-bene-
-qualche incubo?-
-negativo-
-relazione con gli Avengers?-
-positiva-
La psicologa la guardò come faceva sempre.
Era difficile per lei lavorare con qualcuno che ti dava risposte minime, senza discorsi o senza esprimere emozioni
-dove sei Julie...?- chiese ad un tratto la psicologa ad alta voce ma probabilmente voleva essere più una domanda nella sua mente.
La ragazza non rispose, la guardò semplicemente senza spiccicare parola.
Sapeva che si riferiva alla vecchia lei, quella che volevano tutti
-posso andare?- chiese Julie alla psicologa
-vai- rispose quella mettendosi le mani tra i capelli, Julie era un osso duro e non riusciva a farle tirare fuori nulla.
Julie andò via, verso il parco che si trovava vicino allo studio.
Quel parco era abbandonato, completamente deserto e lasciava sempre molta malinconia a coloro che ci passavano affianco.
Aprì il cancello che chiudeva il parco ed entrò sedendosi su una panchina isolata.
Non sapeva il motivo ma ogni volta che entrava in quel parco si sentiva bene.
Pensava che fosse legato a qualche ricordo perció ci andava spesso per cercare qualche indizio.
Ad un tratto, però, mentre aveva gli occhi chiusi sentì il rumore delle foglie.
Spalancò gli occhi, non troppo preoccupata perché sapeva che lì si trovavano alcuni animali.
Il rumore si fece più forte e lei si preparò in posizione d'attacco.
Due occhi azzurri illuminavano la zona boscosa che la circondava
Dritti davanti a lei
-non dovresti essere in giro a combinare guai?- chiese lei con nonchalance.
Sapeva che non fosse la vera riserva, quella con cui lei e gli Avengers stavano combattendo da tempo. Sapeva che fosse solo un'illusione nel suo cervello e anche se non capiva il motivo, cercava comunque di tenersi stretta quelle sue allucinazioni.
-vuoi una gomma?- chiese estraendo dalla tasca del suo giacchetto in pelle una scatola di gomme portandosene poi una alla bocca.
Gli occhi di lui non si muovevano mai, non si allontanavano dal suo viso.
Quel giorno, come a ogni loro incontro, qualcosa distrasse l'attenzione del soldato che uscì dal nascondiglio e iniziò a camminare.
La ragazza, per la prima volta, si alzò e iniziò a seguirlo lasciandosi trasportare.
Non lo aveva mai seguito, lo lasciava sempre andare da solo anche quando lui si fermava davanti al cancello per controllare che la seguisse.
Quel giorno, però, lo seguì.
Non c'era nessuno in strada essendo le 2 di notte ormai.
Dopo essere passati in alcune strade mai viste da Julie, arrivarono davanti ad un ristorante e lui le diede gentilmente la mano sorridendole per invitarla ad entrare.
Lei lo guardò meglio in volto.
Non c'erano quei due occhi azzurri-spenti, non c'era la maschera che lo copriva per metà viso, non aveva addosso l'abbigliamento nero che usava ogni giorno.
Davanti a lei c'erano due occhi azzurri, pieni di speranza, il viso scoperto, i capelli ordinati e indossava una maglietta a quadri e dei jeans
Bucky....

Julie aprì di colpo gli occhi.
Si trovava ancora sulla panchina.
L'illusione nel sogno.
Come spesso accadeva ormai.
Si guardò attorno spaventata.
Non aveva mai seguito il soldato fino ad allora.
Si guardò attorno e il soldato non c'era.
Voleva andare incontro a quella storia
Erano ormai le 6 del mattino e non sarebbe tornata dagli Avengers
Non prima di scoprire qualcosa in più.

Spazio autore
Se non si fosse capito: sta risvegliando dei ricordi e questo ultimo pezzo del ristorante era un flashback

A un passo dalla felicità |Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora