PARTE 59

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Passati cinque giorni, Julie ormai si era ambientata sorprendentemente bene a casa dei Wilson.
-adoro i tuoi bambini- ammise lei arrivando in cucina seguita dai figli di Sarah.
-mi fa più che piacere- rispose la madre passando due pesche ai suoi due bambini che erano lì ad aspettare il cibo.
-mamma, zia Julie, noi andiamo a giocare fuori- sorrise il più piccolo dopo aver finito il frutto per poi ricevere un'affermazione con la testa da parte di Sarah.
-Julie vieni anche tu?- domandò il più grande.
-magari più tardi, io e vostra madre dobbiamo parlare- rispose titubante la mora mentre i due bimbi sorrisero un po' tristemente.
I due bambini uscirono fuori, ora le due donne erano finalmente sole e potevano parlare di cose più importanti.
-ti adorano- ammise la Wilson facendo sorridere leggermente Julie.
-ora però sappiamo entrambe che tra due giorni dovrai affrontare il problema- disse Sarah mentre Julie fece finalmente contatto visivo con lei.
-è che non saprei neanche da dove partire, non dovrei nemmeno essere qui e non avrei dovuto spiarli dalla vetrina del ristorante. Lui ha scelto lei che questa cosa mi piaccia o no- affermó con poca sicurezza la mora.
-lui stava solo cercando di andare avanti, infondo, come hai detto tu, lui non poteva immaginare che tornassi in vita- cercò di farla ragionare la Wilson.
-ma lui mi cercava Sarah, io lo sentivo quando cercava di comunicare con me, se lui mi sentiva perché ha smesso di cercarmi?- domandò Julie mentre una lacrima le rigò il volto.
-questo non lo so Julie, questo non lo so- ammise la donna mentre asciugava gentilmente le lacrime dal viso dell'amica.
Prima che Julie potesse rispondere però la porta si aprì. Le due donne pensavano che i figli si fossero dimenticati qualche giocattolo in casa, erano convinte che fossero i due piccoli ragazzini che abitavano in quella abitazione.
Ma, quando entrambe si girarono verso la porta e videro due occhi celesti quasi colmi di lacrime, si irrigidirono entrambe.
Bucky, affiancato da Sam che si era anche lui irrigidito, aveva la bocca leggermente aperta e lo sguardo perso fisso sulla mora.
Lei, intanto, non riusciva a togliere gli occhi di dosso da quel ragazzo che non vedeva da tanto tempo, quel ragazzo che le aveva fatto battere il cuore, Bucky.
-J-Julie...- disse quello paralizzato mentre fece qualche passo in avanti.
Lei lo guardava con sguardo spento, senza emozioni. L'unica cosa che si ricordava, guardandolo, era la scena di qualche sera prima.
-come diavolo- inizió James prima di essere interrotto dalla mora stessa.
-mio padre mi ha dato un'altra chance, è per questo che sono ancora viva, per tua sfortuna- affermó lei con sguardo ancora spento.
-per mia sfortuna? Che stai dicendo?- si irrigidì un attimo Barnes sentendo la freddezza con cui Julie aveva parlato.
-vi lasciamo un attimo soli...- disse Sarah poco prima di uscire dalla casa seguita da suo fratello, Sam.
I due erano rimasti nuovamente da soli dopo tanto tempo. Avevano bisogno di parlare e risolvere, proprio come quella volta nel laboratorio di Pierce, sapevano che avrebbero litigato ma quello sarebbe stato l'unico modo per risolvere la questione finendola bene o male.
James si era ormai avvicinato a Julie, lei continuava a guardarlo con occhi pieni di rabbia mentre lui non capiva cosa stesse succedendo.
-mi sei mancata tanto...- inizió lui.
-e allora perché hai smesso di cercarmi?- domandò di getto lei in modo arrogante.
-la gente mi ha convinto che tu fossi morta- ammise James guardandola negli occhi e cercando un po' di comprensione negli occhi di lei ma niente.
-la gente? Sicuro la gente?- chiese lei retoricamente quando in realtà sapeva già la risposta.
Bucky la guardò in modo confuso non sapendo dove volesse arrivare.
-la ragazza del bar mi sembra che ti abbia convinto per bene- affermó decisa lei mentre cercava di trattenere le lacrime.
-siamo solo amici- affermó lui titubante.
-e il bacio che vi siete dati allora non ha significato niente per te giusto?- lo colpì lei facendolo rimanere di stucco.
-da quanto tempo sei viva?- domandò lui poi capendo che lei li aveva visti o che qualcuno glielo aveva per forza detto.
-da cinque giorni Barnes, cinque giorni. Appena sono tornata in vita ho pensato di tornare da te come prima cosa, come prima persona speravo di incontrare te e invece ti ho trovato tra le labbra di un'altra- disse lei mentre cercava di non far scivolare giù neanche una lacrima, doveva dimostrarsi forte.
-io amo solo te- enunció lui mentre qualche lacrima di pentimento iniziava a scorrergli sulle guance.
-allora dimmi perché hai lasciato che lei buttasse il tuo anello nel cestino, dimmi perchè non hai fatto nulla-
James rimase in silenzio non sapendo risponderle, non lo sapeva davvero; si sentiva uno stupido.
-dimmi perché te la sei portata a letto se sapevi benissimo che riuscivi a comunicare con me- sbottò Julie per poi alzarsi dalla sedia e dirigersi in camera, stanca di non riuscire più a trattenere le lacrime, stanca della vita con cui doveva lottare ora, stanca di tutto corse ai piani superiori per stare sola.
Bucky, intanto, guardava sconvolto la sedia su cui poco prima era seduta Julie. Non poteva credere di essere stato così stupido. Non avrebbe mai pensato che lei lo avrebbe richiamato di nuovo con il suo cognome. Erano di nuovo punto a capo e lui doveva ricominciare tutto.
Erano di nuovo due estranei che però questa volta avevano tanti ricordi alle spalle.

A un passo dalla felicità |Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora