CAPITOLO 4

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sei come il sole dietro all'eclissi
io un pianeta isolato e vivo solo se esisti
capisci lo scenario, ora è grigio scuro
ti giuro, prima di te ero macellaio del mio futuro
(Il sole dentro di me, J-Ax)

LEILA'S POV💜

Ho deciso di accettare il passaggio di Kyle perché non me la sentivo di tornare con la metro ma soprattutto perché volevo ancora rimanere con lui.

Usciamo dal campus e ci dirigiamo verso una Lamborghini aventador nera.

Rimango scioccata da quest'auto. È meravigliosa e costa tantissimo e non avrei mai pensato che lui fosse cosi ricco.

Inizio ad immaginare dove viva ma non ho intenzione di chiederlo considerando che tra poco vedrà il postaccio in cui vivo io.

Mi avvicino con cautela e mentre sto per aprire lo sportello lui si avvicina e lo apre al mio posto come un gentiluomo.

Gli sorrido e mi sposto i capelli dietro l'orecchio come tutte le volte che sono imbarazzata.

Salgo e mi sembra di sprofondare per quanto quest'auto è bassa.

Mi richiude lo sportello e mentre lui fa il giro mi fermo ad osservare gli interni interamente di pelle neri. Sale e quando mette in moto un potente rombo mi fa sussultare.

Sembra divertito dalla mia completa inadeguatezza a questo genere di cose e continua a sorridere.
Abbassa i finestrini e partiamo.

Accende la radio e una canzone di Drake risuona piacevolmente. Il vento gli sposta il colletto del bomber e noto altro inchiostro sulla sua pelle.

Le dita della mano destra stringono il volante mentre con l'altro braccio è appoggiato col gomito sul finestrino. Le sue mani sono molto magre, ha le dita lunghe e affusolate contornate da 3 anelli.

Ci fermiamo ad un semaforo e coglie l'occasione per tirare fuori un'altra sigaretta.
Allora gli chiedo gentilmente "Posso anche io?".

Lui fa una lieve risatina.
"Hai cosi paura di rovinare quest'auto?".

Mi sento ancora più in imbarazzo perché mi rendo conto che ha notato il mio disagio nello stare seduta qui dentro. Cerco di negare.

"Ma no non è assolutamente vero. Solo che non sapevo se ti dava fastidio la puzza di fumo nella tua auto."
"Oh si invece che hai paura. Non ti sei mossa di un millimetro da quando ti sei seduta come se avessi paura di graffiare i sedili."
Dice con molto divertimento.

Sono cosi imbarazzata che prima di accendermi una marlboro mi sposto i capelli indietro un'altra volta.

Lo vedo mentre osserva il mio orecchio contornato da molteplici orecchini.

Ripartiamo di scatto dal semaforo e faccio un piccolo sussulto mentre lui continua a ridere di me.

Mentre fumo canticchio un po la canzone mentre lui è concentrato nella guida e i suoi occhi puntano sulla strada.

Gli do le indicazioni e allora esce per imboccare l'autostrada. Non fa in tempo ad entrare che preme sull'acceleratore e dalla forza della partenza vengo spinta contro il sedile.

Il vento entra prepotente dai finestrini e mi scompiglia tutti i capelli. Un sorriso a 32 denti mi illumina il volto e anche lui sembra divertirsi perché fa un sorriso vero, un sorriso col cuore.

Passano 5 minuti ed arriviamo nel Bronx. Passiamo su Metropolitan Avenue e gli dico di parcheggiare. Scendiamo dall'auto e arriviamo davanti al cancelletto del mio palazzo.

"Eccoci qui, arrivati" dico come una stupida come se lui non lo capisse da solo.

Alza la testa e con lo sguardo percorre il mio palazzo. Passa sui vecchi mattoncini rossi sporcati dallo smog, sulle piccole ringhiere in ferro dei balconcini, sulle finestre opache delineate da metallo nero fino ad arrivare al piccolo giardino proprio dietro il cancello.

𝓢𝓱𝓸𝓰𝓪𝓷𝓪𝓲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora