CAPITOLO 13

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KYLE'S POV💙

Arrivo al Lavo un'ora dopo, visto che la discoteca si trova a Brooklyn mentre io vivo a Manhattan.

Ci sono tanti locali a Manhattan quindi non so perché dobbiamo spingerci tanto lontano. Ci siamo capitati una volta per caso e ora di tanto in tanto ci andiamo. È un posto alla moda e si incontrano molto spesso anche delle celebrità.

Sono le 11.15 e la fila che si è formata è già tantissima. Cerco di individuare i ragazzi e li noto appoggiati al muro a circa metà della fila.

"Delacooooooorte." Mi canzona Easton appena arrivo.
"Ehi amico sono 10 minuti che aspettiamo, si gela qui fuori. Non puoi farci saltare la fila?" Chiede Axel che continua a muoversi da una gamba all'altra per non gelarsi.

"Fatemi fumare una sigaretta e poi vi faccio entrare." Sfilo una Winston e metto la mano a cucchiaio per impedire al vento gelido di New York di spegnere la fiamma.

Caleb mi fa un cenno con la testa come saluto, non è un tipo molto loquace.

Lo conosco da un anno ed è entrato nel nostro gruppo perché frequenta medicina con Axel. Ha i capelli castani brizzolati, gli occhi del medesimo colore ed è poco più basso di tutti noi.

Axel invece l'ho incontrato per caso durante il primo anno alla Columbia perché mentre ero al bar mi ha rovesciato il suo caffè americano addosso. È asiatico, alto quanto me, ha i capelli neri lisci e gli occhi neri come la pece. È impossibile distinguere la pupilla dall'iride e la cosa a volte è inquietante.

Poi c'è Easton. Lui lo conosco da quasi  12 anni ormai. L'ho conosciuto nel college in Francia e da allora è diventato mio fratello. Ha i capelli mori brizzolati, gli occhi di un azzurro così chiaro che sembrano di vetro e la carnagione olivastra. Anche se siamo alti uguali lui sembra più alto perché ha il corpo molto più muscoloso del mio. Studia botanica con me. Diciamo che lui è l'unica persona al di fuori della mia famiglia che conosce la mia storia nei minimi dettagli. Durante quel periodo della mia vita si è praticamente trasferito a casa mia per più di un mese perché non voleva lasciarmi da solo nemmeno un secondo.

Espiro l'ultimo tiro della sigaretta e faccio un cenno agli altri mentre mi dirigo verso il buttafuori.

"Ciao Jay come va?" Il tipo all'ingresso è un mio "amico", se così si può definire. Ha lavorato in quasi tutte le discoteche di New York e mi conosce da un po' ormai.

"Tutto apposto Kyle. È da un po' che non ti vedo." Il completo nero che gli fascia il corpo sembra fin troppo stretto per il suo possente corpo.
"Ho avuto questioni da risolvere. Ma ora sono qui, e i miei amici ed io volevamo entrare prima di finire all'ospedale per ipotermia." Gli allungo la mano e lui ci stampa un bel timbro sopra.

Gli do una pacca sulla spalla e prima di sparire dentro con gli altri gli urlo un "grazie amico!".

Il posto è affollatissimo e per raggiungere il bancone del bar devo prendere a gomitate parecchi sconosciuti. I miei amici salutano qualcuno qua e la e quando finalmente riusciamo ad arrivare al bar cerco di urlare al barista se mi può fare un Midori Sour.

"Non sia mai che il nostro giovane rampollo Delacorte beva un birra come noi comuni mortali." Dice Axel dandomi poi una spallata e regalandomi un suo sorriso.

Dopo 5 minuti buoni finalmente il cocktail verde fluo è tra le mie mani.

Non sono un tipo a cui piace l'alcool, certo se capita mi prendo un cocktail e sto leggero. Ma non mi sono mai ubriacato in vita mia e non lo farò mai. Sono già troppo simile a William senza doverci aggiungere anche l'alcolismo.

Finito di bere andiamo tutti e 4 in pista a ballare, se cosi si può definire ciò che stiamo facendo.

Dopo 2 ore e mezza circa Caleb ci abbandona dicendoci che la mattina dopo si sarebbe dovuto svegliare presto per ripassare per un esame che avrebbe avuto il pomeriggio.

Axel invece è sparito da una ventina di minuti ma Easton, con quel poco di lucidità che gli è rimasta, mi informa che è andato via con una ragazza.

Guardo l'ora: le 2 del mattino.

Easton mi mette una mano intorno alle spalle e mi urla di andare a prendere qualcosa'altro da bere.

"Non pensi di aver già bevuto abbastanza East?"
"Nahhhhh io sto benissimo" sta sbiascicando così tanto che è quasi incomprensibile capire cosa dice.
"Senti che ne dici se ce ne andiamo a casa mia? Dai ci mettiamo un po' sul tetto se non vuoi andare a dormire." Cerco di convincerlo.

Il tetto del mio palazzo è il nostro posto preferito per parlare e fumare. In questo esatto momento penso che voglio portarci anche Leila a tutti i costi. Si vedono una marea di stelle da lassù e mi immagino già la sua faccia quando le vedrà.

Dopo 10 minuti finalmente riesco a trascinare East fuori dal Lavo e uscendo lancio un saluto a Jay mentre mi dirigo alla macchina stando attento a non far cadere il mio amico di faccia sul cemento.

Lo adagio sul sedile del passeggero pregandolo di non vomitarmi in macchina e poi parto diretto a casa mia. Cerco di fare il più veloce possibile e 40 minuti dopo siamo sotto casa.

Sveglio Easton che nel mentre è caduto in coma e gli chiedo se gli serve una mano ad uscire dalla macchina. Lui mi fa cenno di no ma ci mette quasi 5 minuti per arrivare fino al portone principale, dove il portiere notturno Michael lo guarda stranito.

"Buonasera signor Delacorte. Ha passato una piacevole serata? Vuole una mano con il suo amico?" Dice indicandomi Easton che è concentrato in una discussione con una foglia.

"No grazie Michael, credo di farcela da solo." Poi mi giro verso il mio amico. "East ne hai ancora per molto?"

"Fratello aspetta." Si tira su e si avvicina al mio orecchio come per dirmi un segreto. "Mi sta raccontando di una tresca che ha avuto da giovane con una foglia di fico."

"Mh davvero interessante. Perche non ti congedi con il tuo amico e non andiamo a dormire?"
"Si mi sembra un'idea eccellente mio bipede amico."

Easton mi fa ridere quando è ubriaco anche se molte volte diventa ingestibile.

Arriviamo all'ascensore barcollando perche East non riesce a rimanere dritto e quando entriamo cerca di schiacciare il pulsante del 30 piano con scarsi risultati.

Quando arriviamo davanti al portone di casa mia prego il mio amico di fare piano per non svegliare mia sorella e mia madre.

"È da tantooooo che non vedo Evieee."
"Okay amico. La vedrai domattina a colazione promesso. Basta che ora cammini in silenzio."

Finalmente in camera mia, Easton si lancia sul letto e inizia a russare lievemente. Io ne approfitto per andare in bagno a cambiarmi e poi mi infilo sotto le coperte accanto a lui.

Prima di ritirarmi nel mondo dei sogni do un'occhiata al telefono e un sorriso mi spunta sulle labbra. Leila mi ha scritto: "Non vedo l'ora. Porterò delle ciambelle."
E mi addormento con un sorriso da ebete in volto.

𝓢𝓱𝓸𝓰𝓪𝓷𝓪𝓲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora