Tutto sembra fuori posto tranne il mio disordine.
(L'Erba di Grace, Salmo)KYLE'S POV💙
La risposta schizza fuori dalla mia bocca non appena la sua si chiude.
"No, voglio restare."
Il mio tono è deciso ma dolce, come per farle capire che non voglio lasciarla sola, che non voglio più lasciarla sola.
I suoi occhi vitrei mi fissano, potrei restare ore a fissare quegli occhi.Si gira per andare in camera e io la seguo a ruota.
La osservo. Il suo passo e deciso ma un po dondolante, ha le mani infilate nelle tasche posteriori dei jeans e i capelli le oscillano lievemente.
Vorrei toccare di nuovo quei capelli.
Quando prima le ho spostato la ciocca è stato un gesto involontario, ormai so che quando è imbarazzata si tira indietro i capelli e la mia mente avendo il ricordo impresso, mi ha costretto a farlo.
Prima che anche io possa varcare la soglia della porta mi chiude quest'ultima in faccia.Perplesso, provo a bussare e da dentro Leila mi grida di aspettare qualche secondo.
Mi guardo intorno e solo ora ho notato che non ha foto di famiglia, ne con dei parenti ne con amici.Le uniche cose che spiccano sulle pareti bianche sono l'orologio, il quadro di Monet in camera sua e qualche mensola con dei libri. Nient'altro.
Mi ricordo di come 3 giorni prima avesse nascosto una foto che si trovava sul suo comodino.
Probabilmente credeva che non me ne sarei accorto ma il gesto è stato inconfondibile.
Mi piacerebbe conoscerla meglio. Conoscere le sue paure e i suoi sogni, il suo passato e anche il suo futuro perché presuntuosamente voglio esserci anche io. Vorrei che mi raccontasse tutto di lei, dal suo colore preferito alle sue cicatrici.
Un'idea un po' malsana mi viene in mente e decido di metterla in atto quando Leila apre la porta e mi fa accomodare.
Mi siedo all'angolo del letto e guardandola esordisco: "Ti va di fare il gioco delle 100 domande?".
Mi guarda sospettosa.
"Non sono un po' troppe?"dice enfatizzando il tono sarcastico."Possiamo fare anche solo 10. Una per uno. Le altre ce le faremo le prossime volte che ci vedremo."
Provo a dirle per sottintendere il fatto che io voglio rivederla ancora e ancora.
Annuisce lievemente con la testa mentre sorride e poi si siede sul letto con la schiena poggiata al muro e le ginocchia piegate."Posso?" Chiedo indicandomi le scarpe.
"Certo mettiti comodo."
Al che mi levo le scarpe e mi giro sedendomi di fronte a lei con le gambe incrociate.Lei si allunga verso il comodino e prende il posacenere appoggiato su di esso insieme alle sigarette. Ne accende una e io la seguo.
La luce fioca dell'abat-jour rende l'atmosfera piacevole.
"Inizia tu." Mi dice mentre il fumo esce dalle sue labbra screpolate dal freddo di fine febbraio.
Voglio iniziare con delle domande banali per non metterla a disagio."Qual è il tuo colore preferito?"
Ci pensa un po'.
"Il color ametista. È un viola davvero chiaro, anche più del lilla a volte."Questa ragazza mi sorprende sempre. Non mi potevo di certo aspettare una risposta banale come il nero o il rosso.
"Il tuo invece?"mi chiede interessata.
"Il porpora."
"Qual è la tua più grande passione?" Esordisce poi.
"Le piante e i fiori. Mi piace conoscerle e scoprire i loro significati e cosa rappresentano."
Vedo che mi osserva il collo lasciato scoperto dalla sua maglietta. Sta fissando la rosa color porpora che spicca sulla mia carnagione bianca."Quanti tatuaggi hai?" Le chiedo allora.
Ci riflette un po su.
"Ne ho solo 4. Per ora."Ci ripenso un attimo e mi ricordo che da sotto il maglione avevo notato altro inchiostro oltre a quello sul polso.
"Posso vederli?" Provo a chiedere immaginandomi già una risposta negativa.
Contro le mie aspettative invece lei annuisce e si gira dandomi le spalle.Prende i lembi laterali della maglietta e si scopre la schiena rivelando tanti caratteri giapponesi lungo la spina dorsale. Partono dalle spalle fino ad arrivare ai fianchi. Sono stupendi e cosi definiti che la mia mano si allunga per sfiorarli delicatamente. Sussulta al mio tocco e il suo corpo si riempie di brividi.
"Hai le mani congelate" sussurra piano.
Al che ritraggo la mano mentre lei si rigira verso di me.Si alza i capelli e mettendosi di profilo mi mostra un tatuaggio dietro l'orecchio sinistro. È una piccola ala con una lettera. Non vedo bene cosi mi sporgo più avanti per vederla e leggo una L.
Siamo cosi vicini che il mio respiro sbatte sul suo collo.
Si gira appena e i nostri occhi si scontrano. Il mio verde con il suo ghiaccio. Non ho il coraggio di muovermi ne voglio farlo.
Lei si allontana e afferrandosi il colletto del maglioncino lo tira verso la spalla.
Lo tira cosi tanto che ho paura che possa romperlo.Arrivata poco sotto la clavicola si ferma e scopre quello che sembra il tatuaggio di una scheggia di vetro.
Questo se lo ricopre velocemente forse per aver paura che se la maglietta si sposti possa vedersi la cicatrice.
E infine mi mostra di nuovo il tatuaggio in arabo sul polso.
Ritorniamo l'uno di fronte all'altra e ci fissiamo mentre lei prende un altra sigaretta e se l'appoggia in mezzo alle labbra.Mi guarda e poi allunga il suo pacchetto verso di me offrendomi una delle sue.
Io sono solito fumare le Winston Blu che non sono troppo pesanti. Lei invece fuma le Marlboro Rosse, da vera americana.
"Come fai a fumare quelle rosse?" Chiedo dopo aver rifiutato la sua offerta.
"Che vuoi dire?"
"Sono una delle sigarette più forti al mondo."
"Ne fumo talmente tante che ormai non sento più niente." Dice semplicemente mentre il suo sguardo si perde fuori dalla finestra.
La luna è alta nel cielo e le stelle non si vedono coperte dalle troppe luci della città.
Mi prendo un po' di tempo per osservarla meglio. I capelli ricci le scendono scompigliati oltre le spalle, l'orecchio destro lasciato scoperto mostra i suoi orecchini. Sono 8 e tutti hanno un cerchietto argentato messo a gradazione di grandezza. Il naso è piccolo ma visto lateralmente rivela una piccola e lieve gobbetta. I suoi occhi sono grandi e vitrei, contornati la lunghe e folte ciglia nere.
Probabilmente accortasi del mio sguardo persistente si volta e mi fissa.Prima il volto, poi scende con gli occhi sul mio collo e sulle mie braccia ornate da tatuaggi.
Ormai ho perso il conto di quanti ne ho. Più delle mie cicatrici ma meno delle mie delusioni.
Inaspettatamente si allunga verso di me e colto alla sprovvista trattengo il respiro mentre i miei occhi seguono ogni suo movimento.Il suo braccio struscia contro il mio e superatomi spegne la sigaretta nel posacenere accanto a me.
Mi muovo leggermente e lei, perdendo l'equilibrio mi cade addosso.
Sono sdraiato di schiena sul letto e Leila è sopra di me.
La tengo per i fianchi per non farla cadere dal letto e mi accorgo di quanto abbia la vita stretta e di quanto sia magra.
Restiamo per almeno 5 minuti fermi immobili in questa posizione senza nemmeno respirare.Stiamo cosi in silenzio che si riesce persino a sentire il ticchettio dell'orologio del salone.
Le nostre labbra sono cosi vicine che anche l'ossigeno non riesce a passare in mezzo.
Ma a me va bene. Perché da quando la conosco sembra che l'ossigeno sia la seconda cosa che mi serve per vivere e non più la prima.
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𝓢𝓱𝓸𝓰𝓪𝓷𝓪𝓲
Teen FictionLeila ha 21 anni ed ha già perso la voglia di vivere. La vita le ha tolto tutto costringendola ad un'esistenza fatta di dolore, senso di colpa, vuoto e sofferenza. Poi un giorno, due occhi verdi di speranza incrociano i suoi in un angolo della Grand...