KYLE'S POV💙
Leila è pallida e la sua mano trema leggermente.
Mi fa cenno di si con la testa ma continua a fissare il muffin cercando di regolarizzare il respiro affannato.
Ho paura le possa prendere di nuovo un attacco di panico e ho paura. Non perché non saprei cosa fare ma perché non voglio vederla stare male.
"Vuoi andare via?" Chiedo pensando che magari non abbia voglia di restare in un luogo pubblico in questa situazione.
"E le tue torte?" Mi dice con aria quasi dispiaciuta, come se fosse un grave problema lasciarle intatte.
"Contrariamente a quello che pensi di me, anche io contribuisco all'aumentare della fame nel mondo." Mi abbozza un sorriso.
Lascio 50 dollari sul tavolo ed usciamo dalla pasticceria dirigendoci verso la macchina.
Mentre guido diretto verso casa sua, Leila non fa altro che guardare fuori dal finestrino assorta nei suoi pensieri.
Non proferiamo parola per tutto il viaggio ma il silenzio che c'è nell'auto non è imbarazzante. È un silenzio colmo di pensieri inespressi.
Parcheggio davanti al cancelletto e lei scende dall'auto. Io non so se lei voglia che io salga perciò rimango seduto in auto per qualche secondo. Prima di entrare nel portone si accorge che io non la sto seguendo.
"Che fai non vieni?"
Non aspettavo di sentire altro.Saliamo nel suo appartamento e, come un gentiluomo, le apro la porta con un leggero strattone.
È cosi stanca che trascina i piedi fino alla camera da letto e si lancia a foca sul letto. Mi appoggio sullo stipite della porta con la spalla e la osservo per qualche secondo.
I capelli sono sparsi e molte ciocche le ricadono sul volto, gli occhi sono chiusi e celano la loro luce, le labbra leggermente aperte emettono dei respiri rumorosi e la guancia sinistra è schiacciata sul cuscino.
"Che fai vieni qui o vuoi rimanere ancora per molto a fissarmi?"
Immaginavo se ne sarebbe accorta. Lei nota tutto, ogni singolo dettaglio di ogni singola cosa.
Mi dice di stendermi accanto a lei e così faccio. Lei si gira verso di me e i nostri occhi si incrociano.
"Me lo fai vedere il tatuaggio?" Mi chiede gentilmente.
Mi metto a sedere e le mosto il retro del bicipite.L'inchiostro è molto più nero rispetto a tutti gli altri tatuaggi e la pellicola ha fatto un po di grinze coprendolo un po.
Anche lei si tira su e avvicina il volto per guardarlo meglio mentre con il dito ne traccia i contorni. Nonostante la pellicola riesco comunque a sentire il freddo delle sue mani.
"Hai le mani gelide."
"Scusami." Dice ritraendo subito la mano.
"Tranquilla. Hai freddo? Vuoi il mio giacchetto?"
"Non ho freddo. Ho solo le mani poco ossigenate. Che significa il tatuaggio?"
"È un agrifoglio e simboleggia la difesa."
"È davvero molto bello Kyle." Le sorrido e ci stendiamo di nuovo tutti e due.Dopo 5 minuti di silenzio noto che si è addormentata perciò decido di andarmene silenziosamente.
Non faccio in tempo a muovermi che lei, come se avesse un sensore, mi appoggia un braccio sulla pancia e trascina la sua testa sul mio petto.
Rimango pietrificato, incapace di muovermi e di pensare.
È la prima volta che abbiamo un contatto fisico così grande e la cosa mi piace molto. Le sposto delicatamente i capelli dalla fronte e le accarezzo la guancia. Non ha ancora ripreso colore, anzi, sembra sempre più pallida.
È così bella che mentre continuo a guardarla sento le mie palpebre chiudersi e finisco per addormentarmi accanto a lei.
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𝓢𝓱𝓸𝓰𝓪𝓷𝓪𝓲
Teen FictionLeila ha 21 anni ed ha già perso la voglia di vivere. La vita le ha tolto tutto costringendola ad un'esistenza fatta di dolore, senso di colpa, vuoto e sofferenza. Poi un giorno, due occhi verdi di speranza incrociano i suoi in un angolo della Grand...