CAPITOLO 8

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Le cose più belle devi lottare per averle, e quando le hai devi lottare per tenerle
(Bassi Maestro)

LEILA'S POV💜

È passata una settimana da quando Kyle ed io siamo stati a casa mia.

Questi ultimi 7 giorni sono passati a rilento. Ogni tanto ci siamo mandati dei messaggi ma niente di che.

Tutto è passato monotonamente. Università, lavoro, casa, qualche giro in moto, incubi, pianti, un paio di attacchi di panico e un'altra fitta al cuore come una settimana fa.

È stato dolorosissimo ma ha fatto ancora più male perché stavolta non c'era Kyle a sorreggermi mentre cadevo.

Ora sono al bar dell'università mentre sorseggio un caffè macchiato e scrivo un elaborato per l'esame che ho tra 2 settimane.

Un bip improvviso del mio telefono mi fa sobbalzare leggermente. È Kyle.
Mi chiede se oggi mi va di accompagnarlo dal tatuatore. Accetto volentieri e lui mi dice che mi passerà a prendere a casa tra un'ora.

Ho giusto il tempo di arrivare a casa e di sistemarmi un po'. Metto tutto nel mio zaino ormai rovinato e consumato dal tempo. Vari patch e scritte risaltano sul nero dello zaino.

Vado a pagare e mi dirigo verso la moto. Parto e dopo mezz'ora sono a casa.

Entro in camera e indugio un attimo di troppo davanti allo specchio.

Guardo il mio corpo e noto che sto dimagrendo ogni giorno di più.

Mi cambio la maglietta ed il giacchetto e poi mi dirigo in bagno. Non sono truccata e le occhiaie sotto i miei occhi diventano sempre più nere e profonde. Cerco di coprirle al meglio e metto anche un po' di mascara sulle ciglia.

5 minuti dopo Kyle è in casa mia e mi aspetta sulla soglia mentre io raccatto le mie varie cose, tra cui sigarette e chiavi di casa. Il cellulare lo lascio nel cassetto del comodino tanto ora che sono con lui non mi interessa ricevere chiamate e messaggi da nessun altro.

Quando vado in salotto lo guardo. È passata una settimana dall'ultima volta che l'ho visto.

Indossa jeans neri, il suo solito maglione a collo alto nero, un giacchetto un po' troppo grande per lui e delle air force. I capelli scompigliati sono comunque stupendi e con le dita giocherella con le chiavi dell'auto.

Mi avvicino a lui e anche lui mi guarda. Mi mette sempre in soggezione con i suoi occhi.

"Ciao" mi dice con tono dolce.
Ricambio il saluto e scendiamo con l'ascensore.

Si avvicina alla macchina e come un gentiluomo mi apre lo sportello come la prima volta che ci siamo parlati. Sembra cosi tanto tempo fa invece sono solo 2 settimane.

"Sei sparito questa settimana. Non ti ho visto nemmeno una volta al campus." Provo a dirgli cercando di estrargli qualche informazione.

Cerca di evitare la domanda chiedendomi come sto ma se lui non mi parla di cosa gli è successo io non gli dirò che sono stata male un'altra volta.

Non voglio costringerlo a dirmi tutto ciò che gli succede. Lui è riservato come me, ma mi piacerebbe si iniziasse ad aprire. Sono molto incoerente su ciò , perché io non gli ho ancora rivelato niente di me.

Provo ad usare il gioco delle 100 domande sperando se ne ricordi.
"Si me lo ricordo"
"Okay allora tocca a me farti una domanda."

Si accende una sigaretta e mi guarda con la coda dell'occhio.
"Cosa hai fatto questa settimana?"dico.
"Stai barando. Il gioco serve per conoscersi meglio e fare domande personali."
"Non l'hai detto quando abbiamo iniziato a giocare perciò posso farti le domande che voglio."
"Sono stato sempre con mia sorella Evie. È stata una settimana difficile per lei e aveva bisogno di me."

𝓢𝓱𝓸𝓰𝓪𝓷𝓪𝓲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora