Ciao a tutti! Capitolo corto oggi, ma godetevelo...dal prossimo si soffrirà e la storia prenderà una piega non proprio allegra! Buona lettura!
“Buongiorno, soldato!” Alexandra si sedette sul bordo del letto tenendo in equilibrio fra le mani un vassoio con dell'acqua, una tazza di latte e del pane alle olive. Marco socchiuse gli occhi e la prima cosa che vide fu il dolce viso della ragazza , incorniciato da due occhi che parevano smeraldi. Le sorrise e le accarezzò una guancia. Aveva appena ventidue anni, era una bambina. Nelle sue pupille lui vedeva un mondo e, più passavano i giorni, più gli sembrava di non poter vivere senza quel mondo. “Buongiorno, piccolina.” Le disse, tirandosi a sedere. “Ti ho portato la colazione!” Alexandra aveva una voce tenerissima. Tutto in lei era armonioso e delicato. Il Salviati aveva ancora i brividi se ripensava al giorno in cui l'aveva salvata, alla violenza con cui quei maledetti l'avevano trattata, al momento in cui lei, sopraffatta dal terrore, gli era svenuta fra le braccia. Si sforzava però di non lasciarsi soggiogare da quei pensieri, perchè ora quell'episodio sarebbe restato solo un lontano e macabro incubo. “Grazie...” mormorò lui, addentando il pane alle olive. Lei era molto timida, ma ormai con Marco non aveva più nessuna forma di inibizione: spesso, nonostante ognuno dormisse sul suo lato del letto, si ritrovavano abbracciati la mattina seguente. D'altronde, non si trattava certo di un talamo matrimoniale alto e comodo. Si alzò dal letto e spalancò la finestra di legno, lasciando entrare nella stanza la luce fredda di Dicembre. “Mancano pochi giorni al Natale...se ti fa piacere, potremmo trascorrerlo insieme. Non voglio lasciarti solo in un giorno così bello. Poi ti prometto che toglierò il disturbo e mi cercherò un alloggio.” Disse lei ad un certo punto, non riuscendo però ad impedire alla propria voce di incrinarsi. Marco tossì l'acqua che a quelle parole gli era andata di traverso. “Stai scherzando, vero?” Chiese. Lei si voltò a guardarlo e lui le lesse sul volto l'ingenuità, la paura di essere di nuovo abbandonata ma al contempo la preoccupazione di dare fastidio. “Devo...devo andare via prima?” Chiese, sinceramente spaventata. Lui poggiò il bicchiere sul vassoio, uscì dal caldo abbraccio delle coperte e si alzò in piedi. “Alexandra, piccolina...non devi andare da nessuna parte. Nè ora, né mai.” Neanche dopo, nessuno dei due avrebbe saputo spiegare come ma le loro labbra si ritrovarono le une sulle altre. Il bacio fu dapprima timoroso, paziente, tentennante. Poi lei si lasciò andare e si inumidirono l'uno dell'altra. La giovane provò una sensazione di piacere che dal basso ventre le si estendeva in tutto il corpo che non aveva mai sperimentato prima. Quando si staccarono gli occhioni chiari di lei sembravano un mare. “Io...credo di essermi innamorato di te, Alexandra. E...e ho sprecato troppo tempo della mia vita a mettere i miei sentimenti all'ultimo posto. Io...io ti amo. Sì, l'ho detto, ti amo. E...e non voglio più perdere tempo...” Le parole gli uscivano dalla bocca incontrollate, ma fu quello che disse dopo a creare scompiglio nell'animo della ragazza e a farla sussultare. “Sposami. Sposami Alexandra. Mancano pochi giorni al Natale, sposami il 25 Dicembre. Rendimi l'uomo più felice di tutta Perugia. Sceglimi. Ti prego.” Si inginocchiò davanti a lei. “So che non riesci a fidarti del tutto, conosco tutto quello che hai passato e leggo il dolore nei tuoi occhi. Ma io saprò aspettarti, te lo prometto. Forse ti sembrerà che io stia correndo troppo ma la realtà è che non voglio più fermarmi. Sposami. Diventa Alexandra Salviati. Non ho molto da offrirti, piccolina, ma spero che il mio amore e la mia protezione ti basteranno. Sposami. Tutto ciò che ho è tuo!” Le aveva preso le mani e le sentiva tremare. Lei lo guardava interdetta, nel suo animo si agitavano mille emozioni. Passò un po' di tempo prima che riuscisse a sciogliersi. Le lacrime le inondarono il volto. Annuì. “E' un sì?” Chiese lui, timoroso. “S..sì! Ti scelgo. Ti sposo il giorno di Natale!” Mormorò lei. Lo aiutò a rialzarsi e l'abbraccio che si scambiarono fu il più eterno di tutte le epoche.
Quando Alexandra chiuse la porta dietro Marco, che era uscito per andare al lavoro, entrambi viaggiavano a mille piedi da terra. Nessuno dei due aveva ancora realizzato bene quello che era accaduto...ma erano promessi sposi. E quella promessa sarebbe durata pochissimo, perchè insieme alla nascita di Cristo avrebbero festeggiato il loro matrimonio. “Sto per...sposarmi.” Sussurrò lei, appoggiandosi alla porta. Poi si voltò di scatto e si lasciò cadere lentamente lungo l'infisso. Sentì le lacrime salirle agli occhi e non fece nulla per fermarle. Si accasciò a terra. “Ma io lo amo veramente...” singhiozzò. Pianse per ore, e non era un pianto di gioia.
Domanda per voi: a cosa credete sia dovuto il pianto misterioso di Alexandra?
STAI LEGGENDO
I Medici 2
FanfictionSono passati dieci anni dal ritorno dei Medici a Firenze e dall'acclamazione di Cosimo come Signore da parte della folla. Le vite di Andrada e Selene sembrano aver finalmente raggiunto un equilibrio e tutto va bene. Ma non è così. Una nuova ma allo...