Resa dei conti

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Ormai lo sapete, quando scompaio non è mai nulla di definitivo e se dovesse esserlo vi avvertirei. Vi chiedo solo di avere la pazienza, ogni tanto, di aspettarmi. Buona lettura!!

Il ritorno tanto improvviso quanto inaspettato di Federico de’ Bardi era stato un evento sconvolgente e totalizzante, per Andrada. Si trattava del suo migliore amico di quando erano piccoli, del suo primo confidente, del bambino che aveva raccolto le sue lacrime nel momento in cui le era stata annunciata la morte del padre e del ragazzo che aveva compiuto lo stesso gesto quando lei, disperata, aveva temuto di essere stata incastrata per sempre dallo zio Rinaldo in un matrimonio combinato che non sarebbe stato in grado di garantirle altro se non dolore e sofferenza per tutta la vita. La Medici era abbastanza convinta, anche se non aveva mai avuto il coraggio di ammetterlo neppure a sé stessa, nel silenzio del proprio cuore, che se Cosimo non si fosse palesato all’orizzonte quel giorno di tanti anni prima lei avrebbe conosciuto l’amore, in tutte le sue forme, con il ragazzo dai riccioli scuri che in una triste e spenta serata di Gennaio aveva bussato alla porta del Palazzo nel quale risiedeva presentandole la più folle resa dei conti con i propri sentimenti.
Tremante, affannata, stravolta, gli aveva preparato del vino caldo e speziato e lo aveva invitato ad entrare, lasciando che si sedesse accanto a lei, nel posto che solitamente veniva occupato da suo marito. Non era stata in grado di domandargli nulla: né che cosa avesse fatto in tutti quegli anni, né dove fosse stato, né, più semplicemente, perché era tornato proprio allora e come fosse proprio logisticamente riuscito a raggiungere l’ingresso dell’edificio, sempre così ben protetto e piantonato, ancor di più in quel momento non esattamente privo di minacce per la loro famiglia. Era stato lui a parlare ma, con il consueto tatto tipico dei suoi occhi profondi e del suo sorriso scavato, non le aveva raccontato il tempo che avevano trascorso separati in funzione delle proprie esperienze, quanto in funzione di ciò che lui non aveva mai smesso di provare per lei, di quanto la avesse cercata nelle movenze e nei gesti di tutte le ragazze e di tutte le donne incontrate lungo il cammino, di quanto avesse amato, accontentandosi delle briciole, una giovane orientale che gli ricordava nell’aspetto e nelle attitudini caratteriali quella perduta e indimenticata luce che lo aveva guidato nel buio delle dinamiche famigliari malate della sua infanzia e di come poi anche quella parvenza di felicità gli fosse stata brutalmente strappata dalle coltellate del suocero che, pur di impedire la mescolanza del suo sangue con quello di uno straniero, aveva ucciso senza rimorsi la propria figlia e il nipote che lei portava in grembo. “Io non ho mai, neppure per un secondo, dimenticato il tuo viso, il tuo sorriso, la tua rabbia indomita che ti ha sempre resa così dannatamente bella ed affascinante ai miei occhi. Ho inghiottito le mie lacrime e sopportato la mancanza perché ti sapevo felice e appagata, ma ho sempre patito immaginando le tue sofferenze, sentendomi impotente e furioso con Dio perché non mi ha permesso di starti vicino nel momento peggiore, quando hai perso il tuo primo figlio. Ero egoisticamente convinto, e lo sono ancora, che io avrei saputo e potuto aiutarti molto più di quanto non abbiano fatto tutti gli altri e anche, addirittura, di quanto possa aver fatto allora tu stessa, pur essendo consapevole dell’affetto che riversano sulla tua persona coloro che sono diventati la tua nuova quotidianità. Ma, nonostante abbia pregato ogni sera perché tu potessi essere da allora in poi sempre serena ed agiata, quando ho saputo ciò che ti stava capitando ho coscientemente scelto di tornare. Spero di non averti fatto perdere l’equilibrio, Andrada, ma nel caso ti aiuterò a rialzarti. Ci ho messo molto tempo a capirlo, forse troppo, ma non potevo lasciare questa Terra con l’idea di non averti detto con chiarezza ciò che provo per te almeno una volta.” Sembrava che quel discorso se lo fosse preparato dalla notte dei tempi e che, ora che finalmente aveva avuto l’opportunità di pronunciarlo, si sentisse pieno, completo, appagato. Bevve un sorso di vino, attendendo la reazione di lei. “Hanno…hanno ucciso la tua donna e il…vostro bambino nella sua pancia?” Disse la prima cosa che le venne in mente, disse le parole più stupide che potesse dire ma al contempo le più profonde. Federico la conosceva e sapeva che quello era il suo modo di comunicargli quanto anche a lei fosse mancato, quanto anche lui a lei non fosse affatto indifferente. Si era concentrata sul suo male, barcollava nell’immaginarlo distrutto stringere al petto il corpo esanime di quella ragazza dell’Est che le somigliava, macchiato di sangue e liquido amniotico. Come aveva potuto relegare Federico in un angolino della sua anima? Come aveva potuto godersi marito, figli, fratelli, nipoti e amici mentre lui, solo nel gelo delle lande desolate o nel sole cocente delle distese sabbiose combatteva una mancanza di contatto umano disarmante e un nemico che non era il suo per poter portare in una casa vuota, la sera, un misero tozzo di pane? Era stato un soldato mercenario e aveva visitato le terre emerse quasi nella loro totalità e nei primi accenni di precoci capelli bianchi così come nelle appena visibili rughe sugli zigomi si potevano leggere i segni di una vita tormentata e di un’angoscia mai sopita. Che razza di donna poteva essere considerata una donna capace di dimenticare così facilmente qualcuno di tanto importante? Qualcuno che, pur di non intralciarle la vita, aveva distrutto la propria. Ora se ne rendeva conto: se il Bardi non fosse partito, lei sarebbe davvero riuscita a non tentennare mai, a non cedere, a non guardarlo senza il minimo trasporto, senza nemmeno il più misero afflato dei sensi? Aveva sacrificato ogni cosa per la sua tranquillità e in fondo non era questo, l’amore vero? Era stato lui a consegnarla nelle mani di un futuro che certamente sarebbe stato più roseo di quello che avrebbe potuto offrirle. Perché sì, era vero che lo aveva lasciato lei mentre, fra le lacrime, si tenevano mano nella mano nella Chiesa di San Lorenzo, ma era stato lui a non insistere e a farla volare via, libera. Quanto le era costata, quella maledetta libertà? Federico non rispose. Appoggiò il bicchiere sul tavolo, si asciugò la barba, guardò in basso. Poi, lentamente, si alzò e tirò su dalla sedia anche lei, stringendola nell’abbraccio più casto e sincero che due esseri umani si fossero mai scambiati.

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