Il confronto finale

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Il primo a vederli fu Giovanni. Il bambino stava giocando con una corda insieme a suo cugino Francesco nel giardino che confinava con il vialetto d'ingresso alla villa e, non appena riconobbe lo stemma con i sei bisanti che campeggiava alto sulla prima carrozza, lanciò un grido di gioia e si precipitò correndo al cancello. La sua felicità attirò l'attenzione di Andrada che raccoglieva fiori ottombrini assieme a Ginevra e dunque la nobildonna alzò lo sguardo verso l'entrata. Non ebbe il tempo di immaginare che fossero cattive notizie, perchè Cosimo e Lorenzo saltarono giù dalla diligenza un secondo prima che si fermasse. "Papà!" Urlò Ginevra lasciando cadere il mazzolino che aveva in mano nel prato e precipitandosi correndo fra le braccia del genitore. Il Medici la prese al volo e la strinse forte. Nel frattempo, Francesco e Giovanni si erano avvicinati e, insieme ai propri padri, si strinsero tutti in un grande abbraccio. Andrada si rese conto di avere gli occhi lucidi: tutto si sarebbe aspettato meno che quello. Si avvicinò lentamente al marito e al fratello, credendo che fossero un miraggio. Durante i mesi che avevano passato lontani aveva temuto per la loro vita e per l'integrità della sua famiglia ogni singolo secondo e averli entrambi lì, sani e salvi, era il regalo più bello che avessero potuto farle. Cosimo si staccò dall'abbraccio e si avvicinò a sua moglie. "Amore mio..." sussurrò. Andrada non riuscì più a trattenere le lacrime e si gettò fra le sue braccia. Mentre percepiva il suo odore rassicurante e il suo calore che sapeva di casa, attirate dai rumori esterni, comparvero sulla soglia Arianna e Rosa. La più grande delle bambine spalancò la bocca in un'espressione di sorpresa e poi corse a salutare il suo adorato papà mentre la più piccola, timida come sempre, si fermò sulla soglia. Fu solo quando Selene, giunta pochi istanti dopo, si chinò alla sua altezza e la spronò ad andare a prendersi quell'abbraccio che da mesi le mancava che Andrada Rosa si precipitò da Lorenzo e la loro stretta fu talmente dolce che anche Cosimo, che era riuscito a trattenere l'emozione fino a quel momento, scoppiò a ridere per evitare che le lacrime che gli bagnavano le guance lo rendessero troppo fragile a vedersi. L'unica che non sembrava sinceramente stupita e soprattutto felice per quella visita era la giovane Salviati. A passi lenti, con il lungo abito bianco che si macchiava di verde e di terra ogni momento che si inoltrava di più nel giardino, si avvicinò a suo marito, che teneva ancora in braccio Rosa. "Sorpresa!" Esclamò lui con una dolcezza che colpì Andrada. "Mi sei mancata tantissimo..." le sussurrò, facendo per baciarla. Ma lei, con quella raffinatezza di movimenti che la vita a Palazzo le aveva inconsciamente trasmesso, voltò la testa e le labbra del marito atterrarono sulla sua guancia. Cristian Thibault e sua figlia Sofia uscirono fuori in quel momento. "Ma che meraviglia! Cosimo e Lorenzo de' Medici a Venezia, qual buon vento? Nessuno si aspettava la vostra graditissima visita!" Esclamò l'inglese. "Cristian, è sempre un piacere estremo rivederti! La lontananza dalle nostre famiglie iniziava a farsi sentire e così abbiamo deciso, in totale segretezza per ovvi motivi, di venirle a trovare! Inoltre, respirare un po' di aria di mare non potrà che farci bene!" Gli rispose Cosimo andando a stringergli calorosamente la mano. "E tu devi essere Sofia Thibault...sei cresciuta moltissimo dall'ultima volta che ti ho vista e sei diventata proprio una bella donna!" Continuò poi, salutando galantemente la ragazza, colpita dai suoi occhi azzurri. "Quanto pensate di fermarvi? Manderò subito i miei inservienti a preparare le stanze degli ospiti..." disse Cristian. Lorenzo lo bloccò subito. "Oh no...non ce ne sarà bisogno. Noi...ci fermiamo fino a stasera. Se vorrete invitarci a pranzo ci farà molto piacere, però!" La risata fu generale, ma Thibault guardò negli occhi a lungo l'uomo che aveva avuto la fortuna di sposare colei di cui si era innamorato e quello sguardo non piacque al Medici. L'atmosfera fu interrotta da un pianto di bambino che proveniva da una delle tre carrozze che si trovavano sul vialetto. "Messeri...possiamo scendere?" Chiese una voce di donna. Cosimo si affrettò ad avvicinarsi alla diligenza e prese fra le braccia una bambina di pochi mesi, aiutando poi Bianca con in braccio sua figlia Clarice a toccare terra. "Perdonami, Bianca. L'emozione nel rivedere la mia famiglia è stata forte..." La nutrice fece un gesto imbarazzato e si guardò intorno. "Madonne!" Esclamò tremante alla vista di Selene e Andrada, poi si inchinò. "Oh mio Dio Cosimo...non dirmi che..." La nipote di Albizzi non riuscì a terminare la frase perchè sua figlia, la piccola Arianna, si era avvicinata a suo padre e guardava la bambina fra le sue braccia. "Ciao, Maddalena." Sussurrò. Poi allungò le braccine e la prese, delicatamente. Nonostante i suoi otto anni, riusciva a tenerla senza esitazioni. Fu un momento commovente per tutti. Dalle scuderie, il nitrito di Venere e Aurora. Selene si voltò in quella direzione, mentre teneva le braccia incrociate al petto di Lorenzo Ugo, che era arrivato per ultimo insieme a lei. Aveva imparato a credere nella spiritualità, e in quel verso riconobbe l'animo finalmente appagato di Michela e Giuliano.

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