Eredi

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Oggi è domenica, questo vuol dire...giorno di pubblicazione! Buona lettura!

Gli ultimi dieci anni erano stati densi di avvenimenti per i Medici. Dopo il loro ritorno a Firenze, Cosimo era stato di diritto nominato Signore e gli impegni e le responsabilità erano cresciuti a dismisura per il giovane ex dittatore. L'amore della sua famiglia e la stima dei suoi cittadini però, gli avevano dato la forza di affrontare i nemici e di combatterli con la raffinata arte degli stratagemmi politici ed egli era rimasto a galla in quel mare profondo e crudele che era l'aristocrazia fiorentina. Le sue decisioni erano state fin da subito improntate all'aiuto dei più poveri e dei malati e questo ad Albizzi e agli altri non andava giù. Nonostante le inimicizie però, da tempo ormai a Firenze non si respirava più aria di pericolo e la situazione era tranquilla. Cosimo governava in pace e si godeva quell'armonia. La città era un luogo piacevole in cui vivere, un posto lieto, serafico. La banca dei Medici era la più ricca di cui si fosse a conoscenza e controllava anche le entrate papali. Tutto era esattamente come Cosimo e la sua famiglia avevano a lungo desiderato che fosse. Giovanni de' Medici, figlio primogenito di Cosimo e della sua amatissima moglie Andrada, cresceva nella convinzione di tutti che un giorno avrebbe preso il posto di suo padre. Il bambino però, sembrava poco interessato alla politica e questa era forse l'unica nota dolente dell'intera situazione. "E' piccolo fratello, ha solo undici anni. Vedrai che con il tempo cambierà." Tentava di rassicurarlo Lorenzo, ma sapevano entrambi che non era vero. L'indole di Giovanni non era quella di un capo. Era un bambino tranquillo, obbediente, ma odiava combattere, far di conto e gli piaceva comandare solo quando giocava con i cugini e gli amici. Nonostante fosse nato prematuro, non aveva riportato danni fisici. Era sano e questo più di ogni altra cosa interessava ad Andrada. Aveva sofferto molto per avere quel bambino e non avrebbe consentito a nulla di renderlo infelice anche se si rendeva ben conto del peso che gli ondeggiava sulla testa. Giovanni portava il nome di suo nonno, aveva sangue aristocratico nelle vene. Era perfetto per un ruolo pubblico così importante. Ciò che appassionava il bambino era però la religione. Pregava tanto e sembrava avere una fede incrollabile per i suoi undici anni, come se l'essere nato lo stesso giorno di Cristo lo avesse in qualche modo segnato. I suoi genitori l'avevano sempre appoggiato: sapevano che aveva una grande responsabilità ma volevano anche che crescesse libero di esprimersi. Più i compleanni passavano però, più la preoccupazione per il suo futuro ruolo pubblico cresceva negli animi dei due Medici. Chi invece sembrava aver ripreso totalmente le attitudini dello zio era Lorenzo Ugo. Il dodicenne figlio di Lorenzo e Selene era appassionato di finanza e politica e trascorreva ore e ore con Cosimo, a farsi spiegare in termini a lui comprensibili i meccanismi che tenevano in piedi la Signoria. Lorenzo suo padre più volte aveva dovuto impedirgli di stare con il fiato sul collo allo zio pur di saperne di più e una volta il bambino si era addirittura legato con una corda al cavallo di Cosimo per costringerlo a portarlo con sè in un viaggio per la banca. Nel profondo dei loro cuori, sapevano tutti che Lorenzo Ugo sarebbe stato perfetto come Signore di Firenze. Era di animo caritatevole come il cugino ma, al contrario di quest'ultimo, aveva il carattere del capo. Era però una convinzione che i Medici e coloro che stavano loro intorno tentavano di limare: Lorenzo Ugo non era figlio del Signore di Firenze e in più, verità dolorosa per tutti che, seppur non nominavano mai non ignoravano, aveva sangue popolano nelle vene e se anche avesse preso il posto dello zio avrebbe rischiato ritorsioni o peggio, la vita. Lorenzo Ugo non era rimasto figlio unico a lungo: l'anno dopo la nascita di Giovanni Selene aveva dato alla luce quello che era in assoluto il più dolce e tenero della truppa Medici. Francesco Marco era un bambino spettacolare: sembrava nato con il senso civico. Silenzioso, dolce, educato, a volte capitava di dimenticarsi della sua presenza per quanto era paziente nelle situazioni più pesanti. Nonostante avesse solo dieci anni dimostrava grande bontà d'animo e nonostante l'amore verso quei meravigliosi bambini da parte degli adulti fosse uguale per tutti, voler bene a Francesco Marco era estremamente facile. Non aveva mai litigato con nessuno, non era mai stato rimproverato e i suoi cugini e fratelli lo amavano alla follia. Ricordava sotto molti aspetti sua madre Selene. Poi era nata Arianna. Arianna de' Medici era la fotocopia fisica di Andrada ma aveva i profondi occhi azzurri del padre. Era stata la prima femmina di casa e sua madre, sua zia e le loro amiche avevano a lungo fantasticato di come sarebbe stata delicata, femminile, delle ore che avrebbe passato ad imparare a ricamare...ma erano state presto disattese. Testarda, caparbia, determinata, Arianna odiava obbedire agli ordini ed era quella che guidava gli altri, nonostante il fratello e i cugini fossero più grandi, quando c'era da infrangere qualche regola. Ormai Cosimo non contava più le volte in cui l'aveva riacciuffata per le vie della città dopo che era scappata avendo litigato con sua madre. Andrada amava sua figlia ma non sapeva più come prenderla. Ci aveva provato con le parole dolci, con quelle più dure, ma Arianna sembrava ascoltare solo Cosimo. In fondo, la donna sapeva che ciò derivava dal fatto che erano simili non solo fisicamente ma anche caratterialmente ma ci soffriva comunque. Selene riusciva sempre, in un modo o nell'altro, a consolarle quando discutevano e a risolvere le situazioni più intricate ma in cuor suo pregava che la sorella riuscisse finalmente a farsi ascoltare dalla bambina. Come a voler "porre rimedio" a quella situazione che vedeva la piccola Arianna così legata a sua zia e così poco obbediente nei confronti di sua madre, Selene aveva partorito una figlia che, nonostante non avessero legami di sangue, era la copia perfetta di Andrada. Ginevra Anna de' Medici aveva solo cinque anni ma adorava follemente sua zia e passava con lei moltissimo tempo. Era tosta e fortissima di carattere: Selene non ricordava di averla mai vista piangere, neanche quando a tre anni era caduta e si era tagliata la coscia di traverso facendoli spaventare tutti a morte. Ginevra aveva un carattere particolare, silenzioso a volte, ma attento a tutto ciò che la circondava. Era la consigliera di tutti ed era molto saggia nonostante la giovane età ma soprattutto, era la protettrice di sua sorella. La sua gemella Andrada Rosa era il suo esatto opposto. Delicatissima, fragile, sensibile, emotiva, piangeva spesso. Lorenzo e Selene erano preoccupati per lei: temevano che avrebbe potuto arrendersi alle asperità della vita. Ginevra era il suo scudo, la sua forza: nessuno aveva il diritto di avvicinarsi alla sorella se c'era anche solo il minimo dubbio che avrebbe potuto farle del male. Ci volle un po' dunque quel pomeriggio per radunare tutti i bambini, ai quali si erano sommati i figli dei Brunelleschi, e per annunciare loro che la vacanza estiva a Careggi sarebbe finita prima del tempo. Chi accolse la notizia sbuffando, chi gridando, chi accettandola, chi piangendo. Erano diversi, ma erano legati da un amore profondo e speciale e questo rendeva i loro genitori profondamente orgogliosi.

ANGOLO AUTRICE:
So che il capitolo di oggi è breve, ma era necessario per presentarvi tutti i nuovi arrivi nella famiglia Medici. Potete vederli nella foto: in alto, da sinistra a destra, abbiamo Lorenzo Ugo, Francesco Marco, Ginevra Anna, Andrada Rosa, Giovanni e Arianna.

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