Capitolo XIV

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Non so veramente cosa fare, proponendo la cosa alle mie amiche non c'è neanche bisogno di specificare che ovviamente vogliono andare a tutti i costi, non solo per la festa in sé, ma perché un ragazzo di terza ci ha invitate.

Sono molto indecisa, Edoardo non credo ne sarebbe entusiasta, però oggi non mi ha detto che ci saremmo visti, quindi tecnicamente non ci dovrebbero essere problemi se vado solo a divertirmi un po' con le mie amiche.

Inoltre è una festa di istituto organizzata di pomeriggio al parco che mai potrebbe succedere di così  tanto sconvolgente.

****

Alla fine mi lascio convincere dall'insistenza delle mie amiche e adesso tutte insieme stiamo aspettando che Riccardo ci accompagni.

Appena si avvicina a noi in compagnia dei suoi amici non posso fare a meno di sentirmi a disagio, ma non quel disagio preoccupante che ho quando sono in compagnia di Edoardo, un disagio dovuto all' imbarazzo, uno giusto per la mia età e per l'occasione che mi si è presentata.

"Ciao" lo saluto sposando una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

"Ciao" mi saluta avvicinandosi e ci scambiamo due baci sulla guancia.

"Loro sono: Lorenzo, Mattia e Davide" i ragazzi ci salutano tutti cordialmente tranne Davide che mantiene un approccio distaccato.

Le mie amiche si presentano euforiche e iniziamo a chiacchierare del più e del meno per quasi tutto il tragitto.

Arrivati nel cuore dell'immenso parco, vediamo gazebi bianchi allestiti per l'occasione, tavoli ricolmi di bibite di ogni genere e tante persone che ballano a ritmo di musica senza sosta.

Lasciamo gli zaini tutti insieme e ci disperiamo nella massa, ci allontaniamo anche dai ragazzi per andare a ballare. Ci stiamo divertendo tutte insieme, anche Emily si è finalmente rilassata un po' cosa che adoro, perché non c'è nulla di più bello se non vedere la mia migliore amica sempre troppo rigida iniziare a dire stupidaggini e a scatenarsi. Scommetto che siamo abbastanza ridicole in questo momento, ma non ci importa, cantiamo e balliamo prese dall'eccitazione del momento. 

Con Veronica iniziamo a muovere i fianchi a tempo, non che fossimo chissà quali icone di femminilità, ma comunque sia riusciamo a catturare un po' di quell'attenzione che noi ragazze fingiamo di non volere, ma che in realtà ci fa piacere, infatti dei ragazzi vengono a presentarsi.

 Anche Riccardo si avvicina a me e mi prende da parte.

"Forse non dovresti ballare così, il tuo tipo sembra essere molto geloso e fidati stai attirando diversi sguardi" si finge preoccupato.

"Ma lui adesso non è qui" dico sorridendo continuandomi a muovere.

Mi infastidisce davvero questo suo modo di comportarsi, se siamo solo amici come ha sottolineato l'altra volta qual è il suo problema?

"E dimmi Riccardo ho attirato anche il tuo di sguardo?" azzardo.

Mi guarda stupefatto, come se non credesse che queste parole siano uscite veramente dalla mia bocca, di solito non parlo in questo modo e non mi comporto così, ma ogni volta che mette in mezzo Edoardo divento nervosa e forse stupidamente cerco di ribellarmi alle sue inutili costrizioni.

"Perché non ti concentri solo su di me al posto di nominare sempre lui".

"Non dovresti dire certe cose a un ragazzo" si gratta la nuca a disagio dalla piega che sta prendendo la nostra conversazione.

"E perché mai?" sorrido.

"Perché se facessi quello che mi hai chiesto non so se mi tratterrei..." il tono di voce si abbassa diventando più intenso.

"Da fare cosa?" chiedo questa volta leggermente confusa.

I nostri corpi si sfiorano,  le sue mani gentili mi cingono i fianchi e la cosa mi fa uno strano effetto, la sensazione del suo tocco gentile è molto diversa da quella provata con Edoardo. Nonostante io mi senta molto al sicuro tra le sue braccia ammetto di non avvertire il benché minimo brivido.

Mi stinge a se ed è bello essere in questa situazione, dico davvero, mi sento bene in una situazione così banale, adatta a me, adatta alla piccola Mia.

"Dal fare questo... " finisce la frase a un palmo dalle mie labbra.

Chiudo gli occhi in attesa di un bacio che però non arriva, quando li riapro vedo solo il viso pietrificato di Riccardo, mi giro di scatto indietro e trovo Edoardo che con strafottenza ci guarda. C'è molta gente, ma lui è proprio vicino a noi, vicino a me. 

Mi si congela il sangue quando ghigna sadicamente, il ghiaccio dei suoi occhi mi mette i fantomatici brividi che prima tanto agognavo, la paura mi paralizza sul posto impedendomi di dire qualsiasi cosa.

Riccardo si è già allontanato da me e lo guarda visibilmente impaurito.

Si avvicina a passo felpato tirandomi verso di se e con mia enorme sorpresa mi prende per la nuca e mi spinge contro le sue labbra. Sento la sua lingua arrivarmi in gola dalla tanta foga con cui mi bacia, sono incapace di reagire completamente malleabile tra le sue dita.

Mi lascia in balia della confusione più totale per andare più vicino a Riccardo.

"E' questo che volevi fare?" lo schernisce di fronte a tutti.

Alcuni degli amici di Riccardo si avvicinano per cercare di capire la situazione.

"Tu sei uno di quelli che si finge carino con le ragazzine per ottenere quello che vuole e poi passare ad altro non è così?" sorride perfido assottigliando gli occhi.

"E chi meglio di Mia incarna, la normale ragazzina ingenua che si fa abbindolare, una che con qualche parolina si scioglie e te la da senza pensarci giusto?"

Mi sento morire dalla vergogna, tutta la scuola ci sta guardano, mi sento umiliata come mai prima d'ora e scommetto che è proprio quello che voleva.

"Abbi almeno il coraggio di ammetterlo mezzasega" lo insulta alzando la voce.

"Ei amico calmati" si fanno avanti due suoi amici.

"Fatevi da parte, voglio solo parlare con il vigliacco del vostro amico".

Riccardo rimane ammutolito, non che mi aspettassi chissà quale gesto, visto comunque quanto sia intimidatorio il ragazzo che gli sta sbraitando contro.

"Sai qual è la lezione che imparerai oggi pivello: che il tipo di ragazze come lei sono le peggiori, all'apparenza emanano innocenza e poi in realtà sono delle perfide manipolatrici assetate solo di una cosa" ammicca consapevole di star dando spettacolo.

Sto per collassare, mi sento morire ineriormente ed oltre alla vergogna sapere che pensa che io sia una perfida manipolatrice mi rattrista e non poco io non sono quel tipo di persona.
Le lascime ormai scendono da sole, tutti mi guardano scioccati dalla situazione.

Inveisce ancora e ancora su entrambi e poi decido che lo spettacolo pietoso è il caso che finisca, mi avvicino con cautela e gli tiro la maglietta.

"Farò qualsiasi cosa tu voglia, ma ti prego basta" lo supplico sommessamente.

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