Capitolo XXI

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Lunedì è arrivato e sono sicura che mi lascerà l'amaro in bocca. Oggi devo tornare a scuola e non c'è cosa che vorrei fare meno al mondo, dopo ciò che è successo ho preferito passare tre giorni in casa aspettando l'arrivo del weekend, ma adesso non ho più scuse devo per forza affrontare la situazione. 

 Lacrime di frustrazione minacciano di prendere il sopravvento, ma combatto contro di loro riuscendo a vincerle anche se di poco. Credo che quelli che dovrebbero essere gli anni migliori della mia vita stiano rapidamente diventando in quelli più drammatici. Anche se con una stretta al cuore cerco di prepararmi in fretta per evitare di perdere il pullman, cosa che stranamente non succede, il luogo sovraffollato mi innervosisce e ancor di più gli sguardi giudicanti di alcuni degli studenti del mio liceo che come immaginavo non si sono dimenticati della mia umiliazione pubblica. 

Mi sforzo di non darci peso, ma la verità è che vorrei sprofondare, non so nemmeno con quale coraggio io stia riuscendo ad affrontare tutto ciò. Per evitare di sentirmi ulteriormente nominare opto per mettermi le cuffie alle orecchie per il resto del tragitto.

 Arrivata davanti il cancello ad attendermi ci sono come sempre il mio gruppetto di amiche.

 "Ciao" le saluto leggermente a disagio. 

 "Ei, come va?" chiede Veronica, solitamente la più intraprendente tra tutte.

 "Potrebbe andare meglio" confesso guardandole negli occhi.

 Emily mi stringe tra le sue braccia prima di lasciarmi un bacio sulla guancia. La tensione è abbastanza evidente, ma nonostante tutto vedendomi così depressa hanno deciso di evitare di indagare ulteriormente, anche se i commenti contro la codardia di Riccardo non sono riuscita a contenerli. 

 La campanella suona e non nego di essermi più volte guardata in torno nella speranza di vedere Edoardo, ma naturalmente aveva di meglio da fare che venirmi a cercare. Sono davvero patetica, lo so. 

Pensavo che si sarebbe presentato qui per parlare, ma lui non c'è e so che infondo è meglio così.

 ****

Una mattinata stressante si è appena conclusa, fortunatamente aggiungerei, non vedo letteralmente l'ora di scappare da qui, infatti appena possibile sono la prima che si precipita davanti all'ingresso. 

 Ho avuto per tutta la giornata come un peso sul petto che mi opprimeva e mi impediva di respirare, i corridoi pieni di gente che bisbigliava indicandomi sono troppo per chi come me è abituata ad essere invisibile. 

 Mentre percorro il cortile verso la salvezza, intravedo i capelli biondi ossigenati di Riccardo, allora cerco di richiamare la sua attenzione speranzosa di poter quantomeno scusarmi per la situazione assurda creatasi. Lui sembra non sentirmi perciò continuo ad accelerare il passo cercando di raggiungerlo, ma una volta giratosi nella mia direzione decide di darmi le spalle ignorandomi. 

 "Riccardo fermati, voglio solo parlare!" Continua ad allontanarsi e la cosa mi ha davvero stancato. 

 "Riccardo, fermati non sono il tuo cazzo di cane, voglio solo parlare con te". "La finisci di strillare!" 

 "Sei carina e tutto quanto, ma non voglio problemi con il bestione del tuo tipo" dice irritato. 

 Lo guardo perplessa, non l'avevo mai sentito parlare così con nessuno, ma soprattutto non con me... "Cos'è che vuoi Mia?" grida esasperato.

 "Io volevo solo risolvere questo grosso malinteso" dico quasi mortificata.

"Volevo scusarmi per come ti ha trattato Edoardo e dirti che non sono arrabbiata per il fatto che non hai preso le mie difese, so che lui mette un po' di soggezione" vengo interrotta.

 "Non c'è nessun malinteso, cazzo Mia cresci. Mi piacevi, si, ma non volevo nulla di serio, era divertirmi ciò che cercavo" gesticola con tono alterato.

"Non ho detto nulla perché aveva ragione su tutto" conclude sprezzante. 

 "Ah... capisco" dico guardandolo a malapena negli occhi. 

 "Sappi solo che stavo per dirti che avrei preferito continuare solo con un'amicizia, ma se per te sono solo una possibile scopata va bene lo stesso" alzo lo sguardo sorridendogli. 

 Mi guarda stupito, ma non riesce a dire nulla e io lo sorpasso velocemente dirigendomi verso la fermata del bus.

 Quello che ho detto è vero, con la storia di Edoardo, sarebbe stato impossibile frequentare qualcuno e in più non mi piaceva poi così tanto, ma le parole che mi ha riservato sono state dolorose. Sono state come una pugnalata al cuore che sinceramente non credo di meritare eppure gli ho sorriso e continuo a farlo tutt'ora.

 Anche se adesso quello che percepisco è solo rammarico so per certa che appena sarò sola scoppierò a piangere, non credo che lo farò per giorni, ma fa comunque male sentirsi dire quelle cose. Credo di essere sempre stata gentile ed educata nei suoi confronti e ciò nonostante tutto ciò a cui puntava era approfittarsi di me, della stupida e ingenua ragazzina che sono.

Passo da casa solo per prendere il borsone ed andare in palestra, non ho nemmeno fame, voglio solo sfogare questa mia dannata frustrazione. Sono solo arrabbiata, con me stessa e con il mondo, tutti mi usano e mi vogliono solo per appagare dei loro stupidi desideri e nessuno tiene i miei sentimenti in considerazione. 

 Tutti fingono di tenerci e poi alla prima occasione prendono le distanze, sono stata umiliata pubblicamente di fronte all'intera scuola e i miei genitori non si interessano nemmeno dei miei voti, perché tanto sanno già che Mia se la cava e porta sempre dei buoni risultati. 

 Mia è quel tipo di persona che vede sempre del buono negli altri, che da il cuore se può, e che crede disperatamente di essere importante per qualcuno, ma ogni volta si rende conto che se dall'oggi al domani scomparisse non cambierebbe poi molto.

 Giuro che vorrei cambiare con tutta me stessa, perché desidero davvero smettere di sorridere anche quando il mondo mi cade addosso, tuttavia, non conta quanto io mi sforzi, sono e rimarrò una patetica ragazzina insicura per il resto della mia vita. 

 Forse tra i peggiori il meno peggio è proprio Edoardo, almeno lui ha sempre reso evidente che per lui valgo meno di nulla, non mi ha mai preso in giro, come invece hanno sempre fatto tutti gli altri.

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