Capitolo XLV

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POV Edoardo:

"Io voglio restare con te" mi sorride debolmente guardandomi negli occhi.

Mi sento stordito dalle sue parole, come se non fossero reali, come se anche solo l'idea che lei voglia davvero stare con me sia solo frutto della mia fervida immaginazione, semplicemente impossibile.

Non mi piace quello che sto provando adesso, la confusione non fa parte di me, quindi non capisco perché io avverta questo connubio di emozioni contrastanti a causa sua.

Lei rimane lì, immobile eppure mi basta un suo sguardo per andare fuori di testa, ma perché cazzo le sto permettendo di farmi tutto ciò...

Non posso tolleralo, specialmente se le cose che va blaterando sono dette con la leggerezza di un incosciente.

Semplicemente impossibile, mi ripeto in silenzio.

Stringo tra le dita il tessuto del piumino che si arriccia sotto di me mentre chiudo gli occhi e cerco di far scemare tutta questa maledetta frustrazione.

Arrivati a questo punto di certo preferirei di gran lunga piantarmi un coltello in una gamba che continuare questa insulsa conversazione.

"Di qualcosa ti prego..."

Tuttavia, Mia non sembra della mia stessa idea, anzi sembra davvero determinata a portare avanti con stupido fervore questa sua specie di show drammatico, dove interpreta la dolce ragazzina innamorata dell'idea irrealistica che si è fatta del mondo e degli uomini.

Giuro che sto provando con tutto me stesso a trattenermi, ma ogni singola parola che dice mi fa infuriare in una maniera tale da non riuscirmi a controllare.

"Odio tutto questo" sono le uniche parole che riesco a dire.

"Odi me?" i suoi occhi già rossi si inondano nuovamente di lacrime.

La osservo, come molte volte ho fatto prima di adesso e ancora una volta non riesco a convincermi che lei sia davvero così.

Piange in silenzio, senza singhiozzare e mi guarda con sofferenza in attesa che io le dica qualcosa, poi, inizia a toccarsi la punta delle dita, cosa che fa sistematicamente quando si sente a disagio e infine abbassa lo sguardo delusa dal mio silenzio, come se questo confermi i suoi timori.

Mi chiedo spesso come possa un essere umano mostrarsi così fragile, mi sembra surreale che qualcuno volontariamente si faccia vedere vulnerabile, infatti, sono convinto che questa sia solo una strategia ben architettata per apparire innocente, quando in realtà usa la sua fragilità emotiva per manipolare chi le sta accanto ed ottenere quello che più desidera.

Non so se il problema sono io, ma so che stare con lei mi porta a riflettere su ogni cosa che dice, su ogni cosa che fa, analizzando ogni sua singola espressione fino a diventare paranoico.

Non riesco a comprende tutto di lei e questo mi urta, perché difficilmente non riesco a svelare la natura delle persone che mi circondano, dunque inevitabilmente la trovo interessante.

Tutto ciò non ha senso, non dovrei nemmeno ascoltarla né fissarmi in maniera ossessiva su ogni piccolezza, dovrei solo usarla per appagare me stesso, ma sinceramente credo che con lei questo non mi basterebbe, d'altronde non mi basta mai, io voglio tutto e so che lei non me lo sta dando.

Che cosa destabilizzante.

"Odio tutto ciò che comporta stare con te" le rispondo con freddezza dopo alcuni minuti.

Tutto ciò che provo standoti accanto.

"Perché, perché fai così adesso..." sussurra ferita.

"Semplicemente mi irriti" rispondo seccato.

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