Capitolo XX

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Edoardo si trova esattamente di fronte a me che mi squadra da capo a piedi con aria sorpresa, mi blocco immediatamente perdendo ogni briciola della sicurezza acquisita qualche istante fa.

Dopo alcuni secondi mi accorgo che non è solo, ma bensì una bellissima ragazza dai capelli vermiglio è proprio accanto a lui, si stringe tra le braccia mentre guarda con assoluta devozione il ragazzo che le sta accanto.

Il bel sorriso che possiede si trasforma in una smorfia quando si rende conto della mia fin ora insignificante presenza.

Sorvolo sul atteggiamento quasi disgustato della nuova amica di Edoardo e senza dar nell'occhio cerco di nascondere la mia mano destra con il tessuto leggero della felpa.

"Ciao" dico interrompendo lì insostenibile tensione di sguardi puntati su di me.

"Che hai fatto alla mano?" chiede prontamente lui.

"Nulla, perché?" mento fingendomi sorpresa.

Peccato che il suo sguardo truce mi stia chiaramente dicendo che ha capito ogni cosa.

"Se non hai nulla da nascondere non c'è bisogno che stringi così forte la manica della felpa non credi?" chiede irritato.

Sorrido a disagio, cercando di fantasticare qualche assurda storiella sa potergli raccontare, ma ancor prima che io riesca anche solo a pensare qualcosa che abbia un senso logico, Edoardo mi afferra per un polso e mi abbassa la manica vedendo la mia mano arrossata e sporca di sangue.

"Che hai combinato?"

"Nulla ero in palestra e mi sono fatta male, scusami ma adesso devo proprio andare" dico evasiva nella speranza che mi lasci andare senza altre domande.

Mi stringe il polso ancora di più mentre la sua accompagnatrice rimane in silenzio, nonostante lei non dica niente riconosco lo sguardo assassino con cui mi sta fissando e sinceramente non voglio avere guai con una delle sue servili sottomesse e in realtà neanche con lui se è per questo.

Sarebbe difficile rompere il naso a una persona quando nemmeno ci arrivo al suo viso a momenti.

"Mi credi stupido?

Hai del sangue sulle nocche che non è il tuo e sei un fascio di nervi" alza la voce.

"Ho colpito un ragazzo che mi stava infastidendo" una scossa di puro terrore mi obbliga a dire la verità.

Mi guarda sorpreso corrugando la fronte.

"Ha cercato di trattenermi e gli ho tirato un pugno e una ginocchiata, mi sono solo difesa" aggiungo a sguardo basso.

"Non dovresti girare da sola quando fa buio" mi rimprovera severo come farebbe un padre con sua figlia.

"Non ho bisogno di essere protetta e controllata da papino" ironizzo leggermente seccata.

"Torna a casa e non uscire più".

"Hai bisogno eccome di qualcuno che ti rimetta in riga Rocky" afferma con disprezzo prima di agguantare il braccio della malcapitata che gli sta affianco e sparire.

"Da Bambi a Rocky... fantastico" penso ad alta voce.

"Cosa?" si gira per guardarmi con la coda dell'occhio.

"Nulla, ci vediamo" lo saluto con la mano. 

Scompare nell'oscurità insieme alla sua rossa dagli occhi verde smeraldo e come al solito non si degna nemmeno di salutare.

Sospiro profondamente prima di rigirarmi e proseguire per la mia strada, dopo pochi minuti arrivo a casa.

Con le mani nelle tasche questa volta, varco la soglia del mio ingresso per andare poi, nella cucina sulla destra dove trovo mia madre intenta cucinare e parlare al cellulare.

"Ciao mamma".

"Oh Mia, dove sei stata?" chiede allontanando il telefono dalla bocca.

"Ho fatto un giro con Alessia qui in zona, mi annoiavo" mento mentre prendo l'acqua dal frigo.

"Hai fatto bene" dice senza guardarmi per poi tornare alla sua conversazione telefonica.

Io invece vado in bagno a ripulirmi con un profondo senso di inquietudine addosso.

L'acqua che scorre impatta sulle mie mani e si sporca di rosso, anche se solo per pochi istanti, è incredibile come una cosa come l'acqua, trasparente e priva di una propria forma sia capace da sola di cancellare qualcosa di così viscerale come il sangue.

A proposito di rosso, come non ricordare i capelli di quella bellissima ragazza che oggi era con Edoardo, lei sembrava talmente tanto assuefatta da lui che non penso proprio che in questo momento stiano giocando a dama...

Lo guardava con uno sguardo che non so come descrivere, era intimorita, sì, ma anche completamente sottomessa e sembrava che la cosa le piacesse.

Vorrei evitare con tutta me stessa di pensare a cosa lui le stia facendo, perché la cosa è davvero preoccupante oltre che inappropriata.

Tuttavia, non posso fare a meno di immaginare mentre la spoglia e la educa alle sue regole, e perché no, magari ci va anche a letto insieme.

A pensarci bene però, Edoardo a me non ha mai chiesto di fare nulla, è sempre stato lui a toccare me, ma mai viceversa.

Non che ci tenessi particolarmente, ma non è strano?

Solitamente la prima cosa che chiedono i ragazzi è quella, invece Edoardo anche in quei momenti rimane rigidamente controllato, non si lascia mai andare perché vuole mantenere il dominio ad ogni costo.

Forse è una cosa che fa con tutte?

Se non ricordo male però, la ragazza dai capelli biondi nel pullman ha detto di essere stata insieme a lui.

Quindi in realtà non vuole solo con me, magari non sono abbastanza matura per lui...

Mi ritiene poco attraente o non vuole perché sono ancora troppo piccola?

Ho tante di quelle domane nella testa a cui non riesco proprio a darmi una risposta e in realtà non so neanche perché io mi stia ponendo quesiti tanto stupidi, infondo che importa se non vuole far sesso con me...

Anche se ripeto a me stessa che non mi importa, la realtà è un'altra, voglio delle rispose e l'unico in grado di darmele è la persona a cui non vorrei chiedere assolutamente un bel niente.

Spazio autrice:

Come anticipato a qualcuno, d'ora in poi cercherò di concentrarmi esclusivamente su questo romanzo, infatti, quello che vorrei riuscire a fare è pubblicare due capitoli a settimana.  Spero che la notizia vi renda almeno un po' entusiasti.

Al prossimo aggiornamento, 

Antonella Castrovilli.

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