Capitolo VIII

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La mattina in un modo o nell'altro arriva anche se non ho chiuso occhio per tutta la notte, tutto grazie ad Edoardo, sono costretta ad alzarmi.
Ovviamente sono più stanca di quando sono andata a dormire, mi gira la testa e sento le palpebre pesanti.

Metto una gonna nera e una maglietta bianca, dopo mi trucco leggermente e con disperazione cerco di sistemarmi i capelli.

Esco di casa correndo perché come al solito sono in ritardo per prendere il pullman e per miracolo riesco a salirci.
Riprendo fiato appoggiandomi alle porte chiuse del mezzo, ma mi rendo conto di essere così in ritardo che questo è quello dopo.

Mi maledico mentalmente, perché arriverò più o meno un quarto d'ora dopo.
Sospiro consolata e mi guardo un po' in torno: tutte facce non troppo familiari, qualche mia conoscenza mi saluta da lontano e io ricambio con un sorriso, poi ognuno di noi torna a farsi i fatti propri, mi metto le cuffie e mi isolo dal resto del mondo.

Adoro ascoltare la musica ed estraniarmi dal resto del mondo, è una delle poche cose che amo fare davvero e poi è l'unica cosa in grado di farmi  sia pensare che smettere di farlo.
La musica nelle mie orecchie è abbastanza alta, ma non abbastanza per coprire la voce di una ragazza con un timbro vocale decisamente troppo alto.
Mi giro a guardarla e appena lo faccio riconosco la folta chioma bionda e l'incredibile solarità della ragazza di ieri, quella che si sbracciava per farsi notare da Edoardo.  La guardo per qualche istante e noto che sta facendo comunella con un'altra ragazza e non posso far a meno di abbassare completamente il volume del telefono per origliare la loro conversazione. Con le cuffie ancora alle orecchie e con nonchalance mi metto ad ascoltarle  incuriosita dalla piega che sta prendendo il discorso.

" Ieri sono andata da lui e non puoi capire era così bello, stava aiutando una ragazzina a fare degli esercizi , ma appena mi ha visto è venuto subito a salutarmi ..."dice vantandosi.

Lui aiutava me? 

Diciamo che il termine corretto è che mi stava torturando con un intensivo esercizio fisico.

"Mi ha detto che avrebbe fatto una doccia e che poi saremmo andati insieme a casa sua" ammicca alla sua amica " e beh dopo che siamo arrivati neanche il tempo di entrare che l'abbiamo fatto" dice con gli occhi che le brillano.

Mi rifiuto di ascoltare altri dettagli osceni e alzo il volume al massimo. Santo cielo, ma si rende conto di essere in un mezzo pubblico e poi dov'è finita un po' di sana vergogna, come puoi spiattellare certe cose a voce così alta. Infatti la gente molte delle persone la stanno guardando, chi ridendo con malizia chi con spensieratezza e poi ci sono le persone più anziane che borbottano e che la guardando giudicandola.   Penso di essere l'ultima persona che possa far la predica a qualcuno, però un minimo senso di pudore mi è rimasto.

Tuttavia sentire queste cose mi fa alquanto arrabbiare, cioè lui può scopare con chi vuole e io invece devo essere sottomessa a lui come un bravo cagnolino?

No, non esiste, se ha con chi divertirsi perché non mi lascia semplicemente in pace...

Se solo ne fossi in grado lo ucciderei con le mie mani.

 Mi fa davvero schifo.

Presa dalla rabbia gli mando un messaggio:

WhatsApp: Edoardo

"Si può sapere perché se hai già i tuoi schifo di giocattoli devi rompere le palle proprio a me?!"

"Se hai con chi divertirti lasciami in pace e permettimi di vivere la mia vita, razza di stronzo psicopatico"

"Si può sapere di che stai parlando?"

"Non giocare con me."

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