Capitolo XXVI

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Nuovo giorno, nuovi obbiettivi ed arrivare viva a fine giornata è uno di questi.

Mi guardo allo specchio soddisfatta dal mio stesso riflesso, gli occhi rossi e gonfi di ieri sera sono solo un vago ricordo, rimpiazzato da un bellissimo mascara nero che incornicia due iridi che tendono al nocciola. Sorrido compiaciuta guardando il mio rossetto rosa pesca e il blush cremoso che mi tinge le guance e mi dona un aspetto da eterna bambina. Infine, l'illuminante dorato risalta i miei zigomi e dona luce all'angolo interno dei miei occhi.

Un vestito nero mi stringe la vita lasciando però i miei fianchi morbidi, le calze coprono le mie gambe magre e le scarpe leggermente rialzate regalano l'illusione di possedere qualche centimetro in più.

Sono perfetta, o almeno è questa l'immagine che traspare quando qualcuno posa gli occhi su di me.

 Un connubio di semplicità e grazia tipica di una ragazza che non spicca né per essere troppo sicura di sé, né per essere troppo timida.

Una volta mi è stato detto che il miglior modo di presentarsi è quello di mostrarsi al meglio, poiché l'immagine che diamo di noi rappresenta il nostro biglietto da visita. All'inizio ho condannato a priori tale affermazione, ma ad oggi credo di aver fatto un errore.

In una realtà dove il mondo è apparenza, inevitabilmente anche noi ci ritroviamo ad essere superficiali, tutti nessuno escluso.

Cresciamo in un ambiente che fin da piccoli ci impone delle solide regole sociali da rispettare, tanto invisibili quanto imprescindibili, banalmente quante volte abbiamo ricevuto raccomandazioni da parte di nostra madre sul comportarsi bene in presenza di ospiti a casa.

Ci viene insegnato che la nostra reputazione è indispensabile, soprattutto se si vuole essere un membro produttivo della società, avere un buon lavoro e anche trovare qualcuno disposto ad amarci.

Quindi qual è il vero confine che divide il concetto di finzione da quello di educazione?

Nel dubbio io continuo a sorridere, infelice della mia vita satura di finzione e ipocrisia.

****

L'obbiettivo del giorno è rimanere in vita fino alla fine della giornata, ma minuto dopo minuto questa speranza sembra dissolversi.

"Mia mi ascolti?" Emily mi guarda innervosita.

"Si" sussurro facendo fatica a respirare.

"Non mi piace cosa ti ha detto quel ragazzo, non credo che tu sia stupida, quindi spiegami perché andare dietro a un tipo del genere" mi sgrida per la quinta volta.

"Se c'è qualcosa che ti preoccupa, sai che con me puoi sempre parlare".

Non glielo posso dire, vorrei davvero, ma non posso, questo segreto verrà nella tomba con me.

"Mia non rimanere in silenzio!" alza la voce.

Mi vengono gli occhi lucidi... perché mi grida contro, non le ho fatto nulla.

"Arg, non ti reggo quando decidi di prendere la via del mutismo selettivo" sbraita.

"Se preferisci farti trattare come una pezza da quei due idioti non è un mio problema, solo ti facevo un po' più sveglia di così" dice infine voltandomi le spalle e scomparendo nel corridoio.

Mi ammutolisco per il resto della giornata scolastica, Emily non mi rivolge più la parola e quando cammino per i corridoi il vociare incessante mi turba. Mi è capitato più volte di vedere il brutto viso di Riccardo aggirarsi per la scuola insieme agli inseparabili amici e anche se non credo ci sia bisogno di specificarlo, ovviamente ha fatto finta che nulla fosse successo, ignorandomi come se fossi invisibile.

Devo proprio ammetterlo è brutto che quello che avevamo sia finito così, anche se a pensarci bene l'unica illusa di avere qualcosa ero io, visto che lui sperava solo di farsi una scopata.

Mi arrabbio con me stessa per non essermene accorta prima, sapevo che Riccardo appartiene alla cerchia di persone belle e popolari che ama fare amicizia con tutti, però non pensavo che si potesse comportare così, non con me...

Meglio Edoardo a questo punto, almeno lui ha messo in chiaro fin da subito che non gli piaccio.

Tuttavia, il ricordo di quelle parole mi irrita:

"E chi meglio di Mia incarna, la normale ragazzina ingenua che si fa abbindolare, una che con qualche parolina si scioglie e te la dà senza pensarci giusto?"

"Sai qual è la lezione che imparerai oggipivello: che il tipo di ragazze come lei sono le peggiori, all'apparenzaemanano innocenza e poi in realtà sono delle perfide manipolatrici assetatesolo di una cosa" 

Nonostante il caos che alberga nella mia mente cerco di mantenere i nervi saldi perché la vera sfida della giornata non è ancora arrivata, sarà infatti, vedere Edoardo il vero problema.

Quando la campanella suona, sono la prima ad uscire dall'aula per paura di arrivare in ritardo, ma in realtà aspetto circa un quarto d'ora prima di scorgere i ragazzi dell'altra scuola che attraversano il ponte in direzione del corso principale, dove si trovano i principali mezzi di trasporto.

Mi sistemo l'orlo del vestito e i capelli con fare agitato quando una figura dall'aspetto fiero e tenebroso si avvicina nella mia direzione.

L'importante è l'apparenza mi ripeto mentalmente, cercando di sembrare il più tranquilla possibile quando ormai Edoardo è ad un passo da me, anche se sappiamo entrambi che non sembro né tranquilla, né a mio agio.

Spazio autrice:

Ciao a tutti, scrivo perché voglio avvisarvi che non so se riuscirò a pubblicare il secondo capitolo della settimana.

Cercherò di fare il possibile, ma vi dico solo che questa settimana mi si è rotto un dente, mi è venuto il raffreddore, il mio computer ha deciso di abbandonarmi e come ciliegina sulla torta ho anche il ciclo.

Disgrazie a parte, volevo sapere che ne pensate del discorso intavolato da Mia sull'importanza dell'apparenza.

Siete d'accordo con lei, o non condividete questo tipo di pensiero?

Un bacio, AntonellaCastrovilli.

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