Capitolo XXIV

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Rimango in silenzio incapace di elaborare una risposta sensata. In questo momento mi sento davvero una stupida, non so nemmeno io il perché faccio così.

Forse sono davvero una troia...

Ad essere sinceri come altro si potrebbe definire una ragazza che ha appena avuto il suo primo orgasmo in un parco pubblico con un semisconosciuto.

"Non sai rispondere vero?" domanda avvicinando il suo viso al mio.

Invano cerco di sostenere il suo sguardo, ma mi vergogno troppo e così finisco con il girare il capo.

Sono davvero senza speranze.

"Ti svelo un segreto Mia, tu mi volevi, volevi le mie dita, le mie labbra e il mio corpo" dice prendendomi il mento tra le dita per farmi girare.

"Ti ostini tanto a pensare di odiare questa situazione, quando in realtà ne sei perversamente attratta. Se solo ti lasciassi andare completamente scopriresti che sono tanti i benefici che ne ricaveresti" .

"Non è così..." dico flebile deglutendo a fatica.

"Sei totalmente indifesa e sottomessa a me comunque che tu voglia o meno ammetterlo, sei proprio come tutte le altre" afferma guardandomi dall'alto verso il basso con aria superiore.

Mi indispettisco, non sono come le sue amichette e non lo sarò mai.

"Oh Mia, pensi che non ti abbia afferrato? Io sono un tipo che osserva e fidati quando ti dico che sei tale e quale a tutte le altre schiave, siete tutte allo stesso modo" sorride crudele.

"Tu non sai un bel niente di me" sputo inviperita togliendoli le mani dal mio viso.

"So molto più io di te che le ragazze che definisci amiche" dice con tono arrogante.

"Ah e sentiamo cosa credi di sapere su di me?"

"So che sei così insicura di te stessa che hai paura di cosa gli altri possano pensare di te, hai paura che loro vedano chi sei in realtà, ovvero una ragazzina fragile che si nasconde dietro lo stereotipo della brava ragazza innocente e pura" .

"Inoltre, sei talmente patetica che cerchi di negare l'evidenza dei fatti. Ammetti per una buona volta che ami essere come colla tra le mie mani e che dietro quella maschera di finta perfezione si nasconde una troia perversa che gode nell'essere dominata" aggiunge.

Rimango sbalordita...

Lui che nemmeno mi conosce è riuscito a dedurre tutte queste cose semplicemente guardandomi, ha detto cose che nemmeno mia madre sarebbe mai in grado di capire. Quasi mi viene da piangere, la persona che più odio al mondo è riuscito a comprendermi, mentre le persona che dicono di volermi bene non si sono rese conto di ciò che mi sta turbando ultimamente.

"Perché sei così certo di quello che dici?" gli chiedo debolmente.

"Perché tremi ogni volta che ti sfioro" dice mentre appoggia le sue mani sui miei fianchi, "perché quando sei nervosa ti tocchi i capelli e ti mordi le labbra fino a farti male" il suo tocco si sposta sulle mie labbra che accarezza con il pollice.

"Se non ti facessi alcun effetto non ti verrebbe la pelle d'oca ogni volta che respiro vicino al tuo corpo" dice spostandomi una ciocca di capelli e soffiando vicino al mio collo.

"Sai qual è la cosa divertente: pensi che io sia il peggio è forse lo sono, ma non è peggio provare piacere quando a toccarti è la stessa persona che gode nel vederti terrorizzata".

Le sue mani scendono fino a stringermi il sedere, i nostri respiri si intrecciano quando con forza fa avvicinare i nostri corpi e io finisco con il viso premuto sul suo petto. Impossibilita a fare qualsiasi altra cosa mi inebrio con il suo profumo insolitamente dolce e intenso. Sento la sua erezione premere contro il mio basso ventre è eccitazione prende di nuovo il sopravvento.

Sarebbe così sbagliato lasciarsi andare, è così sbagliato volerlo?

E' sbagliato amare il piacere che mi fa provare?

"Edoardo ti prego, fermati" sussurro disperata.

"Perché ti vuoi negare qualcosa che ti fa stare bene?"

"Perché è sbagliato".

Soffoco l'istinto di cedermi a lui affondando il viso nella sua maglietta, i suoi muscoli si tendono ogni volta che mi stringe di più nella sua passionale morsa.

"Ci possiamo unire a voi?" gridano dei ragazzi seguiti da diverse risate.

Mi scosto subito allontanandomi da lui come se mi fossi appena svegliata da una sorta di trance. Edoardo contrae la mascella con aria irritata e stringe i pugni lungo i fianchi incutendo davvero paura.

"Se hai coraggio vieni qui che ti faccio divertire io" urla di rimando il ragazzo andandogli incontro.

Lo seguo timorosa che la faccenda possa prendere una piega violenta.

"Dai Edoardo non ne vale la pena" dico cercando di tirarlo indietro.

"Non toccarmi cazzo!" mi grida contro

"Dovresti ascoltare la tua ragazza e cambiare aria bello" dice un ragazzo con il berretto mentre fuma una sigaretta circondato da un gruppetto di ragazzini.

"Sparite prima che vi prenda a calci nel culo immondizia" li minaccia Edoardo facendo qualche passo in avanti.

"Che hai detto figlio di puttana?" strilla il ragazzo gettando la sigaretta per terra venendoci incontro.

"Edoardo ti prego" cerco di farlo ragionare.

"Evitiamo rogne Christian" interviene un ragazzo dal gruppetto trascinando via la amico rissoso.

"Mi puoi portare a casa per piacere" chiedo sommessamente.

Non mi risponde, ma si incammina e io non perdo tempo e cerco di stargli dietro. Il silenzio fa da padrone nelle nostre conversazioni, anche se ci sono tante cose che vorrei domandargli evito di intavolare un argomento per paura di farlo arrabbiare ulteriormente.

Dopo un paio di minuti trovo il coraggio e chiedo:

"Perché non vuoi che ti tocchi?"

"Non mi piace che mi si mettono le mani addosso" risponde duro.

"E non desideri mai una carezza?" gli chiedono ingenuamente.

Ci guardiamo stando fermi, vorrei tanto cercare di capire cosa gli passi per la testa, so che non me ne dovrebbe fregare nulla, tuttavia, non riesco a non essere incuriosita.

Allungo la mano verso di lui e l'appoggio sul suo viso.

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