Capitolo XLI

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Oggi è una giornata grigia, la nebbia inghiotte ogni cosa, sovrasta la terra e il freddo cemento dei palazzi che si ergono alti per tutta la città, i volti appaiono anonimi inghiottiti anche'essi e nulla sembra capace di brillare.

L'atmosfera surreale sublima qualcosa di più alto, dopotutto diamo sempre per scontato ciò che ci circonda affidandoci quasi esclusivamente alla vista e quando questa viene offuscata ci muoviamo insicuri come se d'improvviso perdessimo la capacità di riconoscere gli spazi che siamo soliti osservare ogni giorno.

La nebbia ci confonde le idee, cela al suo interno quella verità che è sempre stata sotto i nostri occhi e la muta, la trasforma in un mostro che incute paura, un illusione temporanea che però rivela la nostra fragilità.

Ogni passo è un azzardo, ogni certezza diventa incertezza e per un istante mi sento a mio agio vedendo che tutti provano quello che io provo ogni giorno e anche se per poco mi sento confortata.

Tuttavia, una volta dissolto quell'alone che dolcemente accarezza il nostro mondo, l'incantesimo cessa e la realtà torna a quel suo aspetto spoglio privo di magia.

Tutto è come è sempre stato ed è allora che mi manca l'abbraccio della foschia.

Giocherello con delle pietre sulla sponda del fiume cercando di metterle in equilibrio l'una sopra l'altra, il vento mi soffia contro facendomi venire i brividi che cerco di reprimere stringendomi nella felpa.

Siamo venuti qui con il professore di pittura per studiare dei soggetti diversi dai soliti calchi in gesso e dalle odiose bottiglie che a quanto pare sono degli oggetti indispensabili per le composizioni che si affrontano in aula i primi anni.

Emily dipinge con l'acquerello dei rami non ancora del tutto spogli, mentre Veronica studia le sfumature di un rivolo d'acqua che si frastaglia tra il terreno e le rocce, io invece, ho l'album completamente vuoto.

Osservo gli altri in silenzio non riuscendo a trovare la voglia di fare nulla.

Dopo ciò che ci siamo detti ieri io ed Edoardo trovo difficile persino riuscire a pensare ad altro che non sia lui, continuo a rimuginare anche se so perfettamente che dopo quelle parole tornare indietro non è più un opzione.

Per la prima volta mi sono messa a nudo, mi sono esposta in un modo che non credevo possibile, sono stata completamente sincera senza preoccuparmi di tutto il resto e questo mi turba più del dovuto, mi sento estremamente vulnerabile in questo momento e qui nessuno si accorge di nulla.

Mi sembra sempre di essere pressoché invisibile, anzi per meglio dire credo che siano gli altri che si rifiutano di guardarmi con attenzione, tuttavia tutto ciò con Edoardo non accade.

Ha passato le prime settimane a studiarmi, cercando di capire quali fossero i miei limiti, le cose che mi piacciono, ma soprattutto si è preso del tempo per capire delle cose di me che non ho mai avuto il coraggio di dire ad alta voce.

Infatti, non è un mistero che è proprio questo che mi affascina in lui, senza contare la chimica che c'è tra di noi ogni volta che posiamo gli occhi l'uno sull'altra.
A questo punto credo sinceramente che l'attrazione che ci lega accrescerà di molto visto la piega che ha preso la nostra ... la nostra... non saprei nemmeno come descrivere quello che c'è tra di noi.
Tutto per me è confuso, un qualcosa dai bordi indefiniti che mi lascia ogni volta senza fiato.

In questo momento ho solo voglia di vederlo.

"Mia è tutto ok?" Veronica mi scuote dolcemente.

Annuisco sorridendole appena e le appoggio la testa su una spalla.

"Sei così perché non hai ancora fatto pace con Emily?" domanda con un velo di preoccupazione.

Ah già, io avevo litigato con Emily...

"Va tutto bene ero solo sovrappensiero" .

"Mia se vuoi farci pace chiedile scusa e basta, infondo si stava solo preoccupando per te".

Emily guarda nella nostra direzione.

Non mi va di pensare anche a questo, non credo di doverle chiedere scusa lei è stata crudele.

"Dai siete serie volete davvero litigare per un ragazzo" questa volta è Giulia a prendere la parola.

"Sentite questi non sono affari vostri ok... se a lei non piace sentire la verità è un problema suo non nostro" controbatte Emily senza nemmeno degnarsi di guardarmi.

"Voi nemmeno lo conoscete" iniziò ad innervosirmi.

"Certo noi non lo conosciamo così bene, ma la ragazza rossa che ti ha preso a schiaffi ieri sembrava conoscerlo alla perfezione" risponde Emily con aria saccente.

"Si può sapere perché devi sempre fare la stronza" alzo i toni.

"Perché tu ti stai comportando come una patetica sottona idiota!" mi urla in faccia.

"Senti Mia ma pensi che io mi diverta a fare la stronza? Pensi che ci trovi qualche sorta di piacere nel dirti queste cose... io voglio solo evitare che tu venga ferita"

"Emily dai non esagerare" le altre provano a mettere pace.

"Sai Emily non tutti sono così frigide e insensibili come te, a me quel ragazzo piace e questo non cambierà nonostante le tue scenate".

"Ti piace?" Ripete guardandomi sconvolta.

Ora sono in imbarazzo.

"Si, Edoardo mi piace" ripeto cercando di farle capire che niente mi potrà far cambiare idea.

Lei si ammutolisce di colpo e anche le altre preferiscono restare in silenzio.

Perché per loro è così assurdo essere interessati a una persona del genere, so che non è un ragazzo che si distingue per dolcezza e moralità però lui è Edoardo...

Il ragazzo a cui ho voluto concedere spontaneamente il potere di fare di me ciò che vuole.

Il display del mio cellulare si illumina di colpo e non appena vedo la notifica di un suo messaggio sorrido luminosa come mai lo ero stata prima d'ora.

"Vieni a casa mia per le 16:00".

Gli rispondo immediatamente avvertendo come un senso di sollievo, dopo tutto stare con lui non mi permette di pensare a nient'altro e ora come ora è l'unica cosa di cui ho disperatamente bisogno.

Ispirata da questo senso crescente di impazienza ed eccitazione prendo il pennello è inizio a dipingere l'alone di nebbia sul pelo dell'acqua.

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