Capitolo III

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"Potrei " dice sorridendo.

Raccoglie il mio intimo e inizia a rigirarlo tra le dita.

"No che non puoi!" affermo prontamente trovando coraggio.

"Oh si che posso invece.
Ho tutto quello che potrebbe rovinarti per sempre la vita".

Sono completamente sconvolta, non ci posso credere.

Stiamo scherzando, vero?
Non lo farà sul serio?

"Alla tua età dovresti pensare alle bambole non a far certe cose con persone estranee" dice sgridandomi.

L'imponenza del suo corpo e i suoi occhi celesti che mi guardano dall'alto in basso mi fanno sentire a disagio, ma nonostante tutto non credo lui voglia fare quello che dice.

"Tu non vuoi rovinarmi la vita vero?" domando facendo un passo in avanti.

"Non è questo ciò che desidero " dice guardandomi in maniera subdola.

Questo vuol dire che vuole qualcos'altro...

"Allora cosa vuoi realmente da me" dico esasperata dall'ansia.

Lo vedo compiacersi in una smorfia.

"Vedo che sei intelligente, Mia" sottolinea il mio nome con tono divertito.

"Allora?" insisto impaziente.

"Mettiti in ginocchio" infima guardandomi.

Strabuzzo gli occhi incredula, mi stringo il pezzo di stoffa che mi copre e deglutisco a fatica.

In chat ero decisamente più spavalda, ma la verità è che io non ho mai neanche sfiorato un ragazzo...

Sono una completa stupida!
Mi sono cacciata in un mare di problemi.
Perché ho fatto una cosa così incosciente?!

"Vuoi che le tue foto siano sparse per la città o girino su internet?" domanda perfido.

Guardo i suoi occhi magnetici e subito non riesco a fare a meno di distogliere lo sguardo.

Faccio come dice e a malincuore mi inginocchio di fronte a lui, lo guardo dal basso verso l'altro, non che prima fossi in una situazione di superiorità rispetto a lui.
I suoi occhi si colmano di potere e soddisfazione, mentre i miei invece si rabbuiano e si inondano di lacrime.

"Pregami di non farlo" dice avvicinandosi.

Mi mordo l'interno di una guancia cercando di trannermi dall'urlare.

La situazione è a dir poco assurda.
Spero solo sia un brutto sogno, ma il dolore che provo alla guancia, mi da la conferma che tutto questo è la dannatissima realtà.

"Ti- ti sup_supplic_supplico Edoardo n_non farl_farlo" balbetto.

L'umiliazione che provo è indescrivibile.

Lui continua a rigirarsi le mie mutande  tra le mani.

"Non dovrei fare cosa Mia?"

Il suono del mio nome pronunciato in quel modo è assolutamente fastidioso.
Mi impongo di non balbettare ancora, non voglio mi veda così terrorizzata.

"Non far vedere quelle foto a nessuno" sussurro.

"Quali foto?" insiste ancora.

"Quelle dove sono..." non finisco la frase.

Lui non sembra soddisfatto, maledetto sadico.

"Dove sono nuda" aggiungo volendo scomparire dalla faccia della terra.

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