Capitolo XVIII

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La cosa che mi irrita di più di tutto è il sentirmi impotente, sentirmi inferiore di fronte a lui e il non riuscire a difendermi sia fisicamente ma soprattutto  psicologicamente.

"Edoardo sono a casa" riconosco la voce gentile della signora di ieri pomeriggio.

Non faccio in tempo ad aggiustarmi i capelli che lei è già entrata nella stanza, questo suo gesto mi conferma la mia prima impressione, ovvero che sia un po' invadente come mamma...

Quando mi vede mi regala un sorriso luminosissimo che contraccambio volentieri.

"Ciao" mi saluta dolcemente.

"Salve" contraccambio leggermente in soggezione.

"Non ci siamo ancora presentate ufficialmente" dice porgendomi la mano.

"Piacere Mia" stringo la sua mano timidamente.

"Aurora".

"Come ti senti oggi?" mi chiede toccandomi una spalla.

"Molto meglio grazie, volevo ancora scusarmi con lei per come mi sono presentata ieri , non le devo aver fatto una buona impressione immagino..." ridacchio imbarazzata.

"Macché, non ti preoccupare l'importante è che tu stia bene e che mio figlio si sia comportato nei migliori dei modi con una ragazza tanto carina come te" dice sorridendo in direzione di Edoardo.

Credo che se solo sapesse che razza di persona è suo figlio non so se lo guarderebbe nello stesso modo e se sapesse che anche oggi mi ha fatto piangere e che per giunta mi ha fatto anche del male fisico penso le si spezzerebbe il cuore. 

So che questa che ho adesso è un altra opportunità per far finire tutta questa storia nei migliori dei modi per me, mi basterebbe raccontare tutto ad Aurora, ma qualcosa mi blocca, non riesco a dirlo e non credo di volerlo nemmeno fare.

"Edoardo stai andando in palestra?" gli chiede la madre avvicinandosi a lui.

Smetto di rimuginare sui miei pensieri e osservo Edoardo che parla con sua madre mentre lui mette dei vestiti all'interno di un borsone, solo adesso che sembra esserci un po' di pace riesco ad osservare meglio la camera: le pareti bianche fanno da contrasto ad un enorme cabina armadio di un grigio scuro abbinato alla lenzuola del letto matrimoniale che rimane accanto al muro, possiede un enorme scrivania nera invasa di fogli e libri e infine per terra un enorme tappeto grigio copre un parquet pregiatissimo. 

A primo impatto si vede che la stanza è molto ampia e luminosa, ma guardando tutti i dettagli ti lascia proprio senza parole, è semplice, ordinata e non ha alcun tipo di arricchimento come poster o altro cosa che rispecchia abbastanza il carattere freddo del proprietario.

"Mia?" viene richiamata la mia attenzione da Aurora.

"Si? Scusami mi ero distratta" ammetto diventando rossa.

"Ti ho semplicemente chiesto se potevo offrirti qualcosa".

"No, no grazie, non si preoccupi" rispondo subito.

"Suvvia non mi dia del lei altrimenti mi sento vecchia" ride di gusto l'adorabile signora.

"Ma dai, io vado" Edoardo la sorpassa con il borsone ben stretto tra le mani.

"Mia viene con te?" chiede.

"Si, l'accompagno a casa".

"Non occorre posso benissimo andare pure da sola" dico veloce.

"Ho detto che ti accompagno io" mi guarda accigliato.

"Va bene" dico zittendomi.

"Non essere maleducato" lo rimprovera la madre dandogli un colpetto dietro alla nuca.

Ridacchio alla scena, ma vengo fulminata con lo sguardo immediatamente quindi torno seria, anche se è stato veramente buffo vedere qualcuno colpirlo anche se in modo affettuoso.

"Andiamo" mi intima prima di uscire dalla sua camera.

Prendo lo zaino di corsa e lo seguo mettendomi le mie vans che avevo abbandonato appena entrata.

"E' stato un piacere rivederla".

"Rivederti" mi correggo sorridendo.

"Anche per me, torna pure quando vuoi".

Le sorrido ancora  e dopo mi giro seguendo Edoardo che nel mentre mi sta già aspettando fuori dalla porta. Percorriamo nuovamente tutto il parco in religioso silenzio per poi arrivare alla fermata del pullman che miracolosamente arriva poco dopo. Saliamo insieme, ma lui si siede in uno di quei posti giganteschi mente io mi accontento di un posto vicino a una signora sulla cinquantina. 

Dopo un paio di fermate mi ritrovo in piedi perché ho preferito cedere il mio posto ad una signora anziana, l'unico problema è che purtroppo per me ho un senso dell'equilibrio pessimo e dopo una brusca frenata sono quasi finita in braccio a una ragazza. 

Edoardo mi guarda scoppiando a ridere di gusto e io vorrei scomparire. Come se non bastasse l'umiliante figuraccia, il pullman si riempie di gente e io perdo il mio punto d'appoggio ed è inutile dire che ad ogni curva e frenata ho rischiato seriamente di finire con il sedere per terra, come se questo non fosse già dolorante per colpa del ragazzo comodamente seduto che ridacchia di sottecchi ogni volta che mi adocchia.

"Non è divertente" dico a bassa voce.

"Oh fidati lo è e non sai quanto" risponde sogghignando.

****

Circa 30 minuti più tardi, d'inferno aggiungerei, arriviamo a destinazione e io sono letteralmente la persona più felice del mondo una volta messo piede sull'asfalto.

Edoardo mi segue in silenzio finché non arriviamo vicino casa mia.

"Beh io sono arrivata" dico guardandolo di sfuggita negli occhi.

"Bene".

"Ricordati le mie regole Mia" aggiunge per poi girarsi e darmi le spalle, infatti non faccio in tempo a dir qualcosa che lui è già andato avanti. 

Sospiro sconsolata prima di rifugiarmi in casa consapevole di dover soffocare ogni mio disagio, cosa comunque non rara, anzi in realtà credo di aver sempre preferito chiudermi in me stessa e tenere i miei problemi per me. I miei genitori sono due bravissime persone, lavoratori instancabili che hanno sempre fatto tantissimi sacrifici per i loro figli, però sono talmente tanto presi da mille cose e da altrettanti problemi che si dimenticano che anche noi ne abbiamo e per quanto stupidi e magari insignificanti paragonati ai loro, sono pur sempre problemi, i quali ci creano lo stesso disagio e ci fanno soffrire.

A volte mi piacerebbe che loro si rendessero conto di ciò che provo e che mi confortassero, ma so già che verrei criticata aspramente per il mio comportamento, mia madre probabilmente si vergognerebbe di avermi come figlia se le dicessi di aver mandato video e foto che mi ritraevano priva di indumenti a dei perfetti estranei, quindi come potrei mai confessargli che un ragazzo in questo momento possiede quei video e mi minaccia per poter avere un nuovo giocattolo da poter controllare  e che questo a tratti mi piace anche. 

Forse proprio per questo non riesco a dirlo ad Aurora, ho paura che se le dicessi cosa sta accadendo le conseguenze sarebbero davvero disastrose, mi guarderebbe come se fossi una puttana e di sicuro non mi rivolgerebbe più quel sorriso sincero che tanto mi scalda il cuore, o forse ho solo paura che tutto questo perverso gioco finisca e che io torni ad essere l'insignificante ragazza che nessuno vede davvero.

Spazio autrice:

Spero che apprezzerete il fatto che abbia aggiornato così presto.


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