Capitolo XVII

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Rimango attonita incapace di comprendere a pieno cosa davvero è successo..

Edoardo mi libera i polsi dalle corde strette e la prima cosa che faccio è coprirmi con le braccia.

Lui si allontana per riporre con cura gli oggetti presi nei rispettivi cassetti, io invece non riesco a far nulla, nemmeno muovermi.

"Ho detto di vestirti" ripete avvicinandosi nuovamente.

Il mio corpo trema terrorizzato solo sentendo il suono dei suoi passi che si avvicinano.

Stringo i denti cercando di trovare la forza per alzarmi da sola e scappare il più lontano possibile, ma nonostante ciò tutto quello che faccio è rimanere immobile.

"Sei sorda?" alza la voce.

Chiudo gli occhi cercando di trattenere le lacrime convinta che adesso possa accadere qualcosa di terribile, invece quello che accade va ben aldilà della mia immaginazione:

Vengo sollevata da terra come se il mio corpo non pesasse nulla e successivamente vengo fatta sedere sul piano della scrivania.

Inaspettatamente prende i miei vestiti e mi riveste proprio come aveva fatto anche quella volta nello spogliatoio della palestra.

La sua attenzione minuziosa è stranamente piacevole e quella sensazione sgradevole provata prima si affievolisce leggermente.

Con delicatezza fa scivolare tra le mie cosce il tessuto del mio intimo e io mi sporgo leggermente in avanti per aiutarlo a tirarle completamente su.

Mi guarda con quei suoi occhi magnetici capaci di mettere profondamente a disagio chiunque, infatti le mie guance si colorano di rosso e il respiro comincia a mancarmi.

Raccoglie da terra il mio reggiseno e se lo porta vicino al naso ispirando il mio odore creandomi ancora più imbarazzo.

Deglutisco a fatica quando si avvicina a me con l'intenzione di mettermelo.

"Posso far da sola" dico distogliendo lo sguardo e mordendomi le labbra per lo stress.

Non mi da minimamente retta perché si avvicina imperterrito e sempre con molta delicatezza finisce di vestirmi.

Una volta che anche la zip dei miei jeans è stata tirata su, un silenzio assordante invade la sua camera, l'unica cosa a cui continuo a pensare è la fuga.

Purtroppo a rovinare i miei piani ci si mette un energumeno di almeno 80kg per 1.80 cm di altezza che si siede sulla sedia subito di fronte a me e mi prende i piedi tra le mani.

"Che numero porti?" domanda dal nulla.

"36, perché?" chiedo confusa.

"Il numero perfetto..." dice sovrappensiero.

Quasi mi strozzo con la mia stessa saliva.

"Sei feticista?" domando sconvolta.

"Anche..." mi sorride perverso guardandomi dritto negli occhi.

Le mie sopracciglia quasi toccano il cielo, che dire a questo ragazzo la fantasia non manca...

"Come può piacerti davvero tutto questo?" domando impulsivamente.

Sorride arcigno, accarezzandomi il dorso del piede.

"Tu sei quella classica ragazzina che dopo aver letto cinquanta sfumature di grigio l'idea di fare qualcosa di trasgressivo le ha dato alla testa, ma per me tutto questo va ben oltre alla patetica idea romanzata del rapporto tra dominatore e sottomessa" dice sminuendomi.

Mi sento profondamente offesa, ma prima che io riesca a controbattere lui riprende a parlare:

"Per me il BDSM è qualcosa di profondamente eccitante, vedere un altra persona piegarsi al mio volere mi appaga profondamente, quindi mi dispiace deludere le tue vane fantasie, ma non sono il tipo di persona che si ammorbidisce solo perché hai un faccino innocente ed hai paura del mondo".

Sono completamente sconvolta perché mai avrei pensato di entrare in un mondo tanto contorto se non per gioco e quindi sapere che lui non scherza mi rende decisamente nervosa.

"Mi hai già attribuito un'etichetta e nemmeno mi conosci davvero..."

Sospira leggermente e con la sedia si avvicina alle mie gambe, poco dopo incrocia le braccia e si poggia sulle mie cosce.

Mi guarda attentamente questa volta dal basso verso l'alto come se mi stesse studiando.

"Fammi indovinare, sei il tipo di ragazza che agli occhi degli altri appare perfetta, la classica brava ragazza sempre disposta ad aiutare tutti per credere di aver uno scopo nella vita.

Probabilmente nonostante tutti i tuoi sforzi rimani sempre invisibile agli occhi delle persone e questo ti rende eternamente insicura e proprio per ricercare un minimo di autostima usi il tuo corpo online per attirare l'attenzione di persone poco raccomandabili, che fidati, poco gli importa di chi tu sia o dei tuoi problemi".

A momenti mi metto a piangere, per quanto dettagliata siano le sue conclusioni su di me.

"Quella tua espressione da cerbiatto ferito mi dice che forse ci ho preso, vero?" mi sfotte lui.

Lo odio.

"Fai lo stronzo solo con me oppure tratti così anche le altre ragazze? chiedo indispettita.

"Dovresti ritenerti fortunata con loro non rimango a parlare così tanto" dice ammiccando con malizia.

Sto per domandargli un altra cosa, ma mi interrompere prima che possa anche solo aprir bocca.

"Adesso basta con il terzo grado" dice con tono duro, allontanandosi nuovamente da me e dandomi la schiena .

"Ok..."sussurro.

Dopo diversi minuti di silenzio decido di scendere dalla scrivania per prendere le mie scarpe, ma una volta in piedi Edoardo ancora girato mi chiede:

"Ti piace quel ragazzo?"

Ci metto un po' a capire a chi si riferisca.

"Intendi Riccardo?"

La sua espressione severa mi conferma la domanda.

"No non mi piace" ammetto sincera.

"Allora ti fai baciare dal primo che ti si avvicina?" mi critica acido.

"Veramente il primo ad avermi baciato seriamente sei tu..." lo informo giocando con le dita pur di evitare di guardarlo.

"Non voglio che ci parli" si impone.

"Perché non posso più parlarci? È comunque mio amico".

"Perché cazzo fai tutte queste domande?

È così e non discutere.

Nessuna delle mie sottomesse ha il permesso di vedersi con altri ragazzi quindi smettila di fare la troietta con quel deficiente e obbediscimi".

Sgrano gli occhi stupefatta.

"Non guardarmi così!" dice irritato.

Non so nemmeno cosa pensare di una persona del genere in realtà... non ci posso davvero credere che esistano al modo persone così egoiste e psicologicamente deviate.

Edoardo è proprio un bastardo che pensa solo ai suoi bisogni convito di poter controllare la vita di tutti a suo piacimento.
Lui incara tutto ciò che più odio al modo eppure sono qui, costretta a dover acconsentire a ogni suo malato desiderio per poter evitare che delle scelte sbagliate mi rovinino per sempre la vita.

Se solo non avesse quelle foto lo prenderei a schiaffi, anche se in realtà dubito di riuscire anche solo ad avvicinarmi alla sua faccia, grosso com'è gli basterebbe spingermi per farmi cadere a terra.

"Maledetto psicopatico.."mormoro debolmente.

"Hai detto qualcosa?" chiede alzando il tono di voce.

"Nulla".

Tanto non mi importa cosa dice non smetterò di avere degli amici solo perchè a lui non va giù che abbia dei contatti umani con l'altro sesso.


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