Capitolo XXVIII

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La presunzione di Edoardo a volte mette a dura prova il mio autocontrollo, e, questa è una di quelle situazioni in cui i flussi di parole fuoriescono senza alcun filtro.

"Tu sei fottutamente malato, non ho idea di che razza di relazioni tossiche istauri con quelle cretine che ti muoio dietro, ma voglio mettere ben in chiaro una cosa: quello che faccio lo faccio per proteggermi, non perché voglia alimentare il tuo già smisurato egocentrismo tossico".

Il rumore della sua mascella che si serra e la terribile sensazione del suo sguardo truce su di me mi suggerisce che forse sono andata un po' oltre.

"Chiudi quella bocca che è meglio" suggerisce velenoso.

"Se qualcuno ti ha ferito non vuol dire che sei autorizzato a rendere la vita degli altri un inferno, nessuno nasce cattivo..." non faccio nemmeno in tempo a finire la frase che vengo strattonata per un braccio.

"Che cazzo ne sai tu di me?" urla Edoardo stringendomi il braccio con forza sconcertante.

Se già prima temevo di aver esagerato, adesso mi rendo conto di aver veramente distrutto il sottile stato di equilibrio tra di noi. Cado a terra dopo delle percosse decisamente troppo improvvise, ritrovandomi nuovamente sovrastata dalla sua imponenza e terrorizzata dalla sua ira.

"Se non sai nulla non hai nemmeno il diritto di parlare!" grida inveendo su di me

"Non osare dire altre cazzate sulla mia vita se ci tieni ad arrivare tutta intera a casa tua oggi" mi minaccia spingendomi al suolo con un suo piede.

Ho il viso premuto sulla ghiaia, mentre il suo peso mi preme sulla schiena rendendomi indiscutibilmente sottomessa al suo volere.

Piango silenziosamente, sconfortata e delusa da me stessa, so per certo che questo tipo di comportamento non è umanamente accettabile, mi rendo conto ogni giorno di quanto sia degradante la mia posizione in tutta questa storia, tuttavia sarebbe come mentire a me stessa negare di essere inspiegabilmente attratta da questo tipo di persona.

Però, questo non è come l'altra volta, adesso non c'è quella dolcesicurezza che solo il suo freddo controllo mi trasmette, ora tutto è governatodalla rabbia e la cosa mi paralizza completamente dalla paura. Tremo disorientatae infreddolita mentre rimango attonita incapace di contrastare sia fisicamenteche psicologicamente la sua forza.

"Ora sono due le opzioni che hai: o smetti di alzare la testa e fai ciò che ti dico oppure giuro che ti farò capire con la forza qual è il tuo posto!"

Affondo le unghie nel terreno e stringo i denti profondamente arrabbiata, ma non controbatto.

"E' chiaro?"

"Si..." sussurro.

"Parla a voce alta!" grida.

"Si è chiaro, padrone".

Solleva il piede appena un attimo prima che un signore intento a correre ci incroci, vedendomi per terra e con gli occhi lucidi quest'ultimo si avvicina cercando di capire cosa sia successo.

"Mia, tutto bene? Ti sei fatta male, come hai fatto a cadere?" Edoardo si inginocchia a terra e mi si affianca fingendo preoccupazione.

Poi, mi poggia una mano sul braccio è lo stringe così tanto che ho paura me lo possa spezzare.

"Va tutto bene?" chi chiede il signore leggermente affannato.

Annuisco debolmente, cercando di asciugare le lacrime.

"Se volete possiamo chiamare qualcuno" insiste l'uomo visibilmente preoccupato.

"Non occorre, grazie. Sono solo caduta e mi sono fatta un po'male tutto qui, mi sono spaventata nulla di più" sorrido leggermente, cercando di rialzarmi.

"Mentre stavamo camminando è caduta all'improvviso, la mia ragazza è davvero sbadata, sono più le volte in cui finisce per terra che quelle in cui sta effettivamente in piedi" interviene Edoardo con zelante ironia.

Mi porge una mano e mi aiuta a pulirmi dal terriccio umido e le foglie secche autunnali. La cosa dura pochi istanti, poiché il signore accertatosi che la situazione fosse nella norma è tornato ad allenarsi scomparendo dalla nostra visuale. La melensa dolcezza finisce con uno sguardo sprezzante e un cenno del capo che mi invita a seguirlo in silenzio.

Mi sistemo il vestito ormai sporco e stropicciato e lo seguo anche se con un debole dolore alla mano dovuto all'escoriazione avvenuta con qualche sassolino particolarmente infido.

 Ogni passo mi sembra sempre più sedante del precedente, sto sperando con tutta me stessa di non arrivare mai a casa sua, ma ovviamente ciò è inevitabile, infatti, dopo poco siamo sotto al suo stabile.

Il portone si apre è adesso tutto ciò che mi rimane da fare è entrare, ma sono come bloccata, avanzare in quella direzione significa accettare tutto ciò che accadrà all'interno di quelle quattro mura alienandomi dalla vita reale, tuttavia non entrare significherebbe rimanere nuovamente da sola, immersa in un ambiente che non mi mette a mio agio e che si aspetta sempre più di quello che sono in grado di offrire.

Con lentezza straziante e il cuore in gola mi faccio coraggio ed entro abbandonando ogni mia certezza, perché seguire una persona ambigua e le sue assurde richieste mi sembra meno spaventoso che dovermi mettere a confronto con il mondo.

Salite le scale ed entrata nell'appartamento, la prima cosa che faccio è guardarmi allo specchio, il viso ben equilibrato e delicatamente truccato di questa mattina viene rimpiazzato da due occhi contornati dal nero del mascara, le labbra rosee e piene sono screpolate e il vestito nero che mi donava l'aspetto di una bambola immacolata p sporco e sgualcito.

Adesso che anche l'apparenza è venuta meno, cosa mi rimane come arma di difesa contro gli occhi attenti e giudicanti del ragazzo che mi sta fissando impaziente di iniziare a farmi pentire di ogni singola sillaba detta oggi.

Cosa mi rimane adesso che sono già stata spogliata di ogni mia insignificante sicurezza?

"Preparati Mia, perché oggi non sarò gentile con te".

Spazio autrice:

Scusate l'assenza in questi giorni, ma sono stata un po' impegnata, nonostante ciò spero che il capitolo vi piaccia.

Ah, domanda, non so perché ogni volta che pubblico un capitolo mi lasci uno spazio improponibile tra un paragrafo e l'altro.
Io scrivo dal computer e ogni volta che lo riporto sul sito oline non mi da questo problema, tuttavia se invece poi vado a visualizzare il capitolo dall'applicazione sul telefono, il capitolo mi risulta diverso.

Se sapete dirmi il perché ve ne sarei grata.

Un bacio, AntonellaCastrovilli.

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