Capitolo XXXIX

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Tamburello le dita sulla scrivania mentre cerco di studiare storia per la verifica di domani, ma è come se le migliaia di parole scritte in queste pagine non abbiano alcun significato.

L'agitazione di vedere Edoardo così arrabbiato mi ha tormentato per tutto il giorno, infatti, non oso nemmeno immaginare  che cosa abbia fatto a Carolina dopo che l'ha trascinata via con se.

Provo a rileggere per la millesima volta lo stesso paragrafo quando il mio cellulare comincia a squillare.

Quando poggio distrattamente lo sguardo sullo schermo il nome di Edoardo si impone come mia unica visione.

Un ansia inspiegabile si impossessa di me e la mia già scarsa attenzione per il libro di storia mi abbandona in un istante. Il cellulare continua a squillare incessante, ma io sono troppo nervosa per poter rispondere.

Rispondo oppure no?

Mi mordicchio un unghia indecisa, ma alla fine la curiosità sul perché della chiamata ha la meglio e finisco con il rispondergli.

"Pronto?"

"Ti piaceva la suoneria del cellulare?"

"Si scusa avevo lasciato il telefono in un'altra stanza..."

"Comunque, come mai mi hai chiamato, è successo qualcosa?"

"Vieni allo scivolo giallo tra venti minuti, ho bisogno di parlarti".

"Io in realtà dovrei studiare, domani ho una verifica importante".

"Più importante del motivo per cui ti ho telefonato"

"Va bene tra venti minuti sono lì".

"Ci vediamo tra poco Mia".

So benissimo che adesso avrà quel suo solito ghigno vittorioso, anche se per il momento è la cosa che mi preoccupa meno, se mi ha addirittura chiamato per assicurarsi di vedermi vuol dire che è qualcosa di importante, soprattutto dopo quello che è successo oggi.

Sicuramente me la farà pagare per come gli ho risposto.

Si, lo so già, mi ucciderà e lo farà proprio nel mio posto preferito.

Cerco di vestirmi il più velocemente possibile quando mia madre irrompe nella stanza.

"Mia ma dove diavolo stai andando alle sette di sera?" la voce alterata di mia madre non premette nulla di buono.

"Mi vedo con Veronica per ripetere, abbiamo organizzato all'ultimo perché siamo disperate" invento.

"Mia sempre all'ultimo, ma perché non fai mai le cose per tempo" si lamenta sbuffando mentre ripone i miei vestiti e quelli di mio fratello negli armadi.

"Mangio da lei quindi non preoccuparti" aggiungo prendendo il portafoglio dallo zaino per riporlo nella borsa.

"E ci vai senza libri da Veronica" mi guarda con aria sospettosa.

"Mamma, ma ti pare che mi porto i libri a casa di Veronica, lì ha lei a casa, su non rompere che se no prenderò un voto di merda domani".

"Mia modera le parole" mi ammonisce.

Roteo gli occhi stufa di dover fare botta e risposta per ogni singola cosa.

"Manda un messaggio quando arrivi e fatti venire a prendere da Stefano stasera, non voglio che te ne vai in giro di notte in questa zona".

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