capitolo 6: il sogno

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Arrivai giusto in tempo per li allenamenti... c'erano tutti i ragazzi che si allenavano lottando fra loro. Tranne Stiles che parlava con Derek, appena mi vide venne verso di me e mi abbracciò  

Stiles: piccola Hale, tutto ok?
Daisy: sisi con chi lotto? No Stiles...
Derek: con me, vediamo dove sei rimasta
Daisy: ci sto! 

Prima di mettermi in posizione, come mio fratello, mi accorsi solo ora della casa... la mia vecchia casa. Mi avvicinai e iniziai ad accarezzare il portico bruciato ripensando a quelle volte che mi sedevo con mia madre, salì e arrivai verso la porta ormai distrutta accarezzandola e ricordando quelle volte che Derek e Cora mi costringevano a contare per giocare. Immersa nei miei pensieri mi accorsi che Derek mi stava chiamando

Derek: sorellina...* appoggiò una mano sulla mia spalla* tutto ok? 
Daisy: arrivo fra un po' 

Decisi di rientrare in quella casa anche se l'emozioni mi avrebbero scatenato un'ira, come sempre. Percorsi ogni centimetro di quella casa immergendomi nei ricordi. Arrivai nella mia vecchia camera: le pareti bruciate ma con la vecchia pittura che s'intravedeva, il mio minuscolo lettino pieno di pupazzi bruciati e rotti, la mia libreria piena di libri delle favole e disegni. Tutto era rimasta tale, escludendo tutte le bruciature e le cose rotte. Arrivai verso il mio vecchio letto e mi sedetti, finchè una specie di ricordo mi ritornò in mente... 

"Corro verso il mio letto con mia madre dietro di me. Prese un libro dalla libreria e si sedette vicino a me
M. Daisy: piccolina pronta per la storia? 
Daisy: mamma cosa mi leggi stasera? 
M. Daisy: qualcosa di diverso... 

Disse mentre sfogliava le pagine del libro, ma una lampadina si accese facendo venire un' idea alla madre

M. Daisy: piccola mia, stasera racconto qualcosa di diverso...
Daisy: okey! 
M. Daisy: c'era una volta una ragazza che aveva perso tutto... questa ragazza viveva per anni da sola rimpiangendo nel dolore della perdita dei cari. Questa ragazza non sapeva che non era normale... perchè aveva dei poteri
Daisy: che poteri? 
M. Daisy: dei poteri che si sarebbero risvegliati solo quando avrà trovato qualcuno che l'amasse davvero. Questi poteri venivano fuori solo se qualcuno avesse fatto del male alla persona che amava e che la capiva
Daisy: e se questa persona non la trovava? 
M. Daisy: piccola mia 

Disse accarezzando le guance della piccola 

M. Daisy: ... tutti troviamo qualcuno che ci saprà amare, anche con le brutte cose. Devi capire piccola mia che non tutto è perduto. Quando diventerai grande non devi farti spegnere. Il tuo cuore dev'essere acceso per la persona che troverai. Anche se il mondo ti sta cadendo addosso tu ti rialzi e ricostruisci tutto, pezzo per pezzo...  promettilo piccola mia 
Daisy: te lo prometto mamma"

Tutto d'un tratto mi ritrovai ancora sopra il mio letto, l'unica cosa diversa era che le miei guance erano bagnate. Tirai fuori il telefono dalla tasca e mi guardai: avevo pianto. Allora non era un sogno... era come se toccando di nuovo quel letto un ricordo mi fosse ricomparso, un ricordo che non ricordavo.... Ma quel ricordo era... la stessa sera dell'incendio,

Non volevo stare lì.... scesi le scale e corsi fuori senza meta. Me ne fregai delle voci che mi chiamavano e degli sguardi dei ragazzi: volevo correre senza una meta. Arrivai però, ormai stanca, su un precipizio dove si vedeva tutta Beacon Hills. Ero confusa e arrabbiata, non sapevo perchè... tirai solo un urlo che risuonò nel burrone. Man mano però mi sentivo stanca e le mie gambe stavano cedendo e io stavo cadendo nel burrone... ma due mani robuste mi presero al volo. 

Theo: ti vuoi uccidere!? Sei pazza!? 

Non lo ascoltai, lo guardai e mi buttai nelle sue braccia facendolo cadere a terra. Io trattenevo le lacrime ma una ferita si era riaperta. Mentre Theo mi accarezzava i capelli e mi sussurrava "Stai tranquilla... ci sono io... ci siamo noi" io mi sfogavo finchè non sentì altri passi arrivare vicino a noi

Derek: Raeken giù le mani da mia sorella! 
Theo: tranquillo Derek lo solo salvata 
Derek: da cosa? Non capisco! 
Daisy: ho avuto un crollo emotivo e stavo per cadere dal burrone *dissi con voce spezzata* 
Derek: oh... come stai? 
Daisy: bene.... se non vi dispiace torno a casa *dissi alzandomi e tirando su Theo che mi guardò confuso*... grazie 

Sorpassai tutti e tornai a casa dove trovai Peter sul divano. Andai in bagno mi lavai, misi un pigiama e scesi giù. Mi misi davanti la vetrata e osservai il sole ripensando alle parole di mamma

"Devi capire piccola mia che non tutto è perduto" "Anche se il mondo ti sta cadendo addosso tu ti rialzi e ricostruisci tutto, pezzo per pezzo"

Aveva ragione? Entrando in quella casa mi aveva provocato solo dolore. Restai lì a fissare per ore il vuoto finchè mio zio non ruppe le palle come sempre

Peter: cos'è che ti turba? 
Daisy: niente *dissi fredda* 

Non volevo più soffrire, non volevo aprirmi, ora sanno più cose di me... manca solo che sanno di Deucalion e della ferita che non si decide a rimarginarsi. Lo so che faccio la stronza... ma meglio stronzo che essere ferita di nuovo. Ora tutto l'odio mi è ritornato e non lo fermerò

Peter: vuoi parlarne? 

NO! NON VOLEVO PARLARE! Risalì le scale ignorando i richiami di mio zio e mi chiusi in camera. Per la rabbia, l'odio e l'emozioni.... buttai tutto a terra dalla mia scrivania, aprì l'armadio e buttai tutto fuori, rovinai il letto, presi la chitarra e la ruppi facendo cadere una cornice che si ruppe anch'essa... lì mi fermai....

C𝔲𝔬𝔯𝔦 𝔡𝔦 𝔤𝔥𝔦𝔞𝔠𝔠𝔦𝔬 // 𝔗𝔥𝔢𝔬 R𝔞𝔢𝔨𝔢𝔫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora