«Fanculo Riddle»

8.8K 297 66
                                    

La lezione iniziò e da subito Piton iniziò a spiegare, cercai di prendere appunti ma sentivo degli sguardi addosso, sguardi che conoscevo fin troppo bene.

Mi voltai e vidi sia Mattheo che Tom fissarmi, e il ricciolo non appena si accorse che Tom mi stava guardando stava per alzarsi ma venne bloccato dal braccio da Draco.

Sentì qualcuno vicino a me e vidi Dylan e spontaneamente sorrisi. «Dylan»

«Ti sono mancato?» sussurrò lui e io annuì.
«Tu si il tuo amichetto là in fondo per niente» dissi.
«Ma dai eravate carini insieme» ridacchiò il corvino.
«Si grazie vorrei evitare di ricordare» dissi.
«Oh come sei drammatica» ridacchiò lui.

«Vedo che la mia lezione vi interessa molto» ci richiamò Piton.
«Si moltissimo professore» disse Dylan e mi dovetti trattenere dal ridere.
«Bene visto che la signorina Lestrange lo trova divertente, entrambi in punizione» disse.
«Ma professore» sbuffai.
«Signorina Lestrange se continua sarò costretto a togliere punti a serpeverde» disse il professore prima di riprendere la lezione.

Sbuffai e appoggiai la testa sul banco. Tanto ero già in punizione quindi della lezione me ne fregava ben poco. La lezione finì ma quando stavo per uscire dalla porta il professore mi bloccò.

«Non lei Lestrange» disse Piton.
«Andate ragazze, vi raggiungo in sala grande» dissi e vidi Pansy e Daphne annuire.
«Professore» dissi.
«Non mi piace il suo comportamento» disse.
«E che dovrei farci io?» chiesi.
«Ascoltami bene, solo perchè sei diventata una mangiamorte non pensare di poter diventare così impertinente» disse Piton.
«Sennò che fa professore?» gli chiesi.

«Non ci metto tanto ad avvisare tuo padre, non penso ne sarebbe felice» disse. Presi un respiro profondo continuando a guardarlo negli occhi.

«Non metta in mezzo mio padre» dissi.
«Devo dirlo a Bellatrix allora, lei saprà sicuramente farti rigare dritto» disse Piton.
«Non c'è bisogno professore, provvederò da sola» dissi.

«Lo spero per lei Lestrange» disse il professore. Dopo quelle parole uscì dall'aula e andai in sala grande dove erano già tutti seduti.

«Lexi» mi richiamò una voce maschile.
«Dimmi Dylan» dissi continuando a mangiare quel poco che avevo nel piatto.
«Ti va di fare un giro dopo, hai tante cose da raccontarmi» disse e io annuì.

Rimasi in silenzio per la maggior parte del pranzo, e quando finì chiamai Dylan e andammo al lago nero.

«Allora Lexi, come va?» mi chiese Dylan.
«Bene penso» dissi.
«Pensi?» mi chiese lui.
«Si sono successe un po' di cose» dissi.
«Ti va di parlarne?» mi chiese.

Io rimasi un attimo zitta, forse mi avrebbe fatto bene sfogarmi, in fondo Dylan è da sempre stato il mio migliore amico. Vidi Dylan sorridermi e feci lo stesso io. «Dai vieni qui» disse aprì le braccia.

Io senza pensarci due volte mi misi tra esse, lui mi strinse forte e mi sentivo bene, mi era mancato molto. «Lo sai che mi sei mancata» disse ridacchiando.

«Tu no sai» disse ridendo.
«Va bene allora me ne vado» disse facendo finta di alzarsi.
«E va bene si mi sei mancato anche tu» disse e lui fece un sorriso soddisfatto.

«Allora, come ti trovi qui?» mi chiese.
«Tutto sommato bene, ci sono due ragazze quelle che hai visto prima a tavola, ecco loro sono Pansy e Daphne» gli spiegai.
«Daphne era quella seduta di fronte a te?» mi chiese e mi limitai ad annuire.
«Oh salazar non dirmi che già hai perso la testa» dissi ridacchiando.

Mi alzai per guardarlo e lui fece una smorfia, io sorrisi.
«La trovi carina?» gli chiesi.
«Be si cioè guardala cazzo» disse e io ridacchiai.
«Bene allora vedrò di mettere una buona parola» dissi.
«Ah eccola la mia migliore amica» ridacchiò lui.
«Tu invece? ragazzi» disse Dylan.

«E complicato» dissi.
«Be io ho tempo, dai racconta» disse.
«Allora ci sono due ragazzi, cioè più uno in realtà» spiegai.
«Chi è?» mi chiese.
«Fidati non ci crederesti» dissi.
«Tu dimmelo poi vediamo» disse lui.

Presi un respiro profondo, vorrei raccontargli tutto ma sento come qualcosa che mi blocca, non so perchè. Vorrei potermi liberare di tutti i pensieri, vorrei potergli chiedere un consiglio su cosa fare ma non lo feci.

«Si è fatto tardi Dylan e io dovevo studiare con le ragazze» dissi.
«Mh mh e aspetti che io ci creda?» disse.
«Si, ci vediamo domani» dissi e gli lasciai un bacio sulla guancia.
«Lexi» mi richiamò così mi fermai e mi voltai verso di lui.
«Puoi dirmi tutto senza problemi, quando hai bisogno vienimi a cercare» disse e mi limitai ad annuire.

Camminai per i corridoi della scuola e pensai che non vedevo Mattheo da tutto il giorno, e poi le immagini di quella mattina si fecero strada nella mia mente, quel suo bacio.
Al solo pensiero riuscivo a sentire ancora le sue labbra sulle mie e un sorriso crebbe sul mio volto.

Arrivai in stanza e sobbalzai vedendolo sdraiato sul letto con un libro in mano.

«Mattheo?» lo richiamai.
Lui alzò lo sguardo su di me e posò il libro sul letto.
«Che ci fai in camera mia?» gli chiesi.
«Ti sei divertita con il tuo amico» disse alzandosi dal letto.
«A te che importa?» gli chiesi.
«Ti sbava dietro cazzo quanto sei cieca» quasi mi urlò contro.
«Ma che cazzo dici, è un mio amico» dissi.

«Certo amico, amico che vuole infilarsi tra le tue gambe» disse avvicinando il suo viso al mio.
«Stai sparando tante di quelle cazzate Mattheo» dissi e lo vidi serrare la mascella.
«Deve starti lontano, così come il suo amico» disse.
«Chi Tom?» gli chiesi.
«Si quello la, l'ho visto come ti guarda» disse.
«Dio Mattheo mi ha guardata, quante ragazze ti guardano eh» dissi alzando un po' la voce.
«Che c'entra questo?» mi chiese.

«C'entra, hai milioni di ragazze che ti guardano sperando di essere scopate da te, e tu vieni da me a urlarmi contro se un ragazzo mi guarda» dissi.
«E con questo? Cos'è sei gelosa perché le ragazze mi guardano?» mi chiese ridendo.

«Senti vaffanculo Riddle» gli urlai contro spingendolo indietro.
«Fanculo tu Lestrange» borbottò lui e mi diede una spallata prima di uscire dalla stanza e ladciarmi da sola.

Fanculo.
Fanculo lui, fanculo Tom, e Dylan e chiunque altro, fanculo tutti.

Mi buttai sul letto e appe poggiai la testa sul cuscino potei sentire il suo profumo, chiusi gli occhi e inspirai, per quanto lo odiassi il suo profumo era così buono, e in quel momento sarei voluta essere con lui, abbracciata come la sera prima, e invece si era comportato da bambino.

Unpredictable |Mattheo Riddle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora