Settimo piano

10.1K 285 168
                                    

Il mattino seguente mi svegliai per via di un respiro vicino al mio collo e sbattei diverse volte le palpebre per mettere bene a fuoco la figura al mio fianco.

Il suo respiro tranquillo e costante mi fece richiudere gli occhi godendomi la sua vicinanza, cercai di non muovermi troppo per non farlo svegliare ma lui strinse il braccio che aveva intorno alla mia vita e mi fece avvicinare di più a lui.

Lentamente portai una mano tra i suoi capelli. Erano così morbidi, avrei passato ore con le mani tra i suoi capelli. Mattheo parve apprezzare perché strofinò il naso sul mio collo.
Sembrava così tranquillo aveva quello sguardo sereno e non corrucciato come sempre, era anche più bello vederlo così.

Lui ancora con gli occhi chiusi iniziò a baciarmi lentamente il collo, io sorrisi e lo lasciai fare.

potrei abituarmi a svegliarmi così ogni giorno.

«Ti ci abituerai allora» sentì la sua voce ancora impastata di sonno vicino all'orecchio.
Sorrisi e mi voltai per guardarlo, ormai si era messo di fianco a me appoggiato su un gomito e con un braccio attorno al mio corpo.
«Non leggermi» borbottai.
«Non ti ho letta, non serviva, mi è bastato il tuo sguardo» disse.

Io lo guardai e sentì un leggero rossore sulle guance, poi mi ripresi e gli diedi un pugno sulla spalla. «Perché tutta questa violenza signorina Lestrange?» chiese.

«Perché sei uno stronzo» ridacchiai.
«Dimmi qualcosa che non so Lexi» disse tranquillo.

che sono innamorata di te.

«Che siamo abbiamo saltato le lezioni» dissi per cambiare argomento. Lui roteò gli occhi e continuò a tenermi stretta a lui. Quella sua vicinanza mi faceva stare così bene ma poi il mio patto stretto con suo padre mentre ancora eravamo a Villa Malfoy mi balenò in testa.

Per tutto quel tempo non ci avevo pensato eppure avrei dovuto farlo, perché ne valeva la vita di entrambi. Dovevo stare lontano da lui, ma non ci riuscivo. Il mio cuore voleva lui, e anche io lo volevo. Avrei tanto voluto parlare con Mattheo di quello per cercare una soluzione insieme ma alla fine me lo tenni per me.

Cosa avrei potuto inventarmi?
E cosa più importante avrei dovuto seguire Voldemort o il mio cuore?

«Mi stai ascoltando Lestrange?» disse Mattheo con un sopracciglio alzato.
«Mh si, si stavi dicendo che» dissi e poi sbuffai e distolsi lo sguardo.
«Si esatto stavo dicendo quello» disse prendendomi in giro.
«Che c'è?» chiese lui e lo guardai confusa.

«Eri rilassata, ora mi sembri tutto tranne che quello» rispose Mattheo.
«Niente erano solo pensieri» dissi ma lui non cedette e mi accarezzò il viso.
«Se mi menti non posso aiutarti» sussurrò.
«Non sto mentendo e poi chi ti dice che vorrei il tuo aiuto?» gli chiesi.
«Ti serve ma sei troppo orgogliosa per chiederlo» disse tranquillamente il ricciolo mentre continuava ad accarezzarmi la guancia.

Anche questa volta aveva ragione.
Avevo bisogno del suo aiuto, ma non glielo avrei mai chiesto. O almeno non esplicitamente.

Non volevo metterlo in pericolo, il solo pensiero mi faceva male al cuore, mi faceva sentire una fitta al petto, un senso di vuoto in tutto il corpo.

«Cosa non dovrei sapere esattamente?» sussurrò al mio orecchio Mattheo.
«Ti ho detto di smetterla Riddle» sbuffai.
«Ma è così divertente Lexi, mi piace infastidirti» ghignò lui.
«Ho notato che ti piace serpe velenosa» dissi mettendomi a sedere sul letto.
«Mi hanno chiamato in tanti modi ma mai serpe velenosa» ridacchiò il ricciolo.
«Visto c'è sempre una prima volta a tutto» dissi tranquillamente.

«Mh mh ora sta zitta e baciami» sussurrò prima di poggiare le labbra sulle mie, all'inizio era un semplice sfiorarsi ma via via il bacio cominciava a farsi più caldo e con quella piccola punta di lucidità che mi era rimasta mi allontanai da lui.
«Non possiamo» sussurrai.
«E per quale motivo Lexi?» mi chiese e la sua voce risuonava nella mia testa come il suono più melodico che avessi mai sentito.

«Le lezioni» dissi solamente e lui alzò un sopracciglio.
«Fanculo le lezioni, ti voglio» disse prima di avventarsi di nuovo sulle mie labbra.

___________________________________________

Quel giorno le lezioni pomeridiane sembravano non voler passare più, mi ero seduta vicino a Mattheo per sua volontà, all'inizio mi stupì un po' ma quando mi sorrise mi arresi e lui mi fece un sorriso ancora più grande.

Quel sorriso aveva molto potere sul mio corpo e sulla mia mente, era così bello e innocente mentre le sue labbra si alzavano verso l'alto, tutto l'opposto di quanto tornava dagli incontri con il padre, che in quel periodo iniziavano a farsi sempre più frequenti.

Avevo finalmente finito le lezioni e sarei dovuta andare in biblioteca per studiare con Pansy e Daphne. I corridoi era stracolmi di studenti che creavano un lungo via vai di persone. Ero così tanto persa nei miei pensieri che non mi accorsi che una di queste mi stava seguendo silenziosamente.

«Finalmente ti credevamo dispersa» disse Daphne.
«Pensavamo ti avesse rapita un certo serpeverde nella sua camera da letto» mi prese in giro Pansy facendomi alzare gli occhi al cielo.
«Mi ha già sequestrata ieri Pans» dissi tranquillamente ridendo alla vista della faccia delle due ragazze.
«Hai capito Lexi Lestrange» scherzarono le due ragazze di fronte a me.

«E che avete fatto?» chiese curiosa Pansy.
«Ci siamo guardati negli occhi» ridacchiai e mi morsi il labbro ricordando del giorno prima. Sorrisi nel vedere le immagini scorrere veloci nella mia testa.
«Sei proprio andata eh» scherzò Daphne.
«Cosa?» le chiesi.
«Hai sorriso, hai pensato a lui» disse la bionda.

Ormai avevo capito di essere innamorata di lui, e avevo anche capito di essere fottuta. Eravamo in pre-guerra e di certo non potevo lasciare che le emozioni prevalessero su di me.

Quel pensiero mi face scattare lo sguardo sull'orologio della biblioteca che segnava le sette di sera. «Cazzo ragazze è tardi ci vediamo a cena» dissi velocemente raccogliendo le mie cose che misi nella borsa uscendo di corsa dalla biblioteca.

Non sapevo neanche dove stessi andando, era come se le mie gambe si stessero muovendo da sole. Solo dopo un bel po' di scale capì di star andando al settimo piano.

la stanza delle necessità.

Aggrottai le sopracciglia e continuai a camminare. Appena arrivata al muro dalla quale sarebbe comparsa la stanza non vidi nessuno ma poi vidi spuntare la porta così decisi di entrare.

«Ci hai messo tanto» disse una voce fredda che conoscevo fin troppo bene. Sospirai e chiusi gli occhi sapevo che sarebbe arrivato quel giorno, anche se una piccola parte di me sperava davvero che non accadesse.

«Malfoy» dissi avvicinandomi al ragazzo ancora di spalle.

Unpredictable |Mattheo Riddle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora