Freddo

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Erano ormai settimane che andavo a parlare con lui, o meglio con la sua foto nella lapide.
Ogni volta finivo per piangere tutte le mie lacrime, passavo con le dita il suo nome inciso nel marmo.

Era la mia rovina, ma anche la mia salvezza.
Mi ha salvata, mi ha amata e poi mi ha distrutta.

Ero con il cuore spezzato davanti alla sua lapide a parlare della giornata come se lui fosse lì con me.
Faceva particolarmente caldo e io avevo una sua maglietta addosso, il profumo ormai era andato via e non la sentivo più del tutto sua.

Sorrisi nel ricordare che quella fu la prima maglietta che mi diede, ricordavo anche che mi disse "sta molto meglio a te che a me piccola, tienila tu".

Sorrisi nel vedere la sua foto, sorrideva.
Amavo e amo ancora adesso il suo sorriso, così da perdere il fiato.
Il suo sorriso mi ha fatta innamorare di lui, ogni volta che sorrideva mi faceva perdere un battito.
Era così bello, era un ragazzo da amare così tanto, lui aveva bisogno solo di quello, di essere amato.

«Ciao amore mio, oggi fa caldo e se riesci a vedermi ho una tua maglia addosso, sai è così grande che ci sto dentro tre volte» dissi.

«Oggi andrò dalle ragazze, ci saranno tutti faremo una piccola cena, lascerò il posto vicino a me libero così se ti vorrai sedere, anche se non potrò vederti, potrò sentirti vicino a me in quel momento.
Non so se potrai mai farlo, ma se puoi per favore fallo, ho bisogno di te più di qualunque altra cosa al mondo»

Gli occhi iniziavano a farsi lucidi e tirai su col naso sia per non piangere sia per il vento caldo che soffiava sul mio viso.

«Sai sei un fottuto bastardo, mi hai fatto innamorare di te, per poi lasciarmi da sola.
Non avresti dovuto cazzo, ora che abbiamo vinto saremmo potuti andare via come avevamo programmato» dissi e alzai gli occhi verso il cielo per non piangere.

«Mi odio così tanto per averti permesso di morire, e ti odio così tanto perché non saresti dovuto morire. Avremmo avuto tutto adesso, e invece non abbiamo niente»

«Ora io e te siamo divisi dalla vita, chissà quando potrò vederti di nuovo.
Mattheo Riddle odio ammetterlo ma ho un fottuto bisogno di te, mi manca così tanto quando la sera rimanevi a dormire in camera mia e mi abbracciavi come se fossi la cosa più preziosa del mondo.

Amavo così tanto quando lo facevi, mi facevi sentire parte di qualcosa, parte di te. E ora avrei tanto bisogno di quell abbraccio, ho bisogno delle tue braccia che si stringono intorno a me dandomi quel colore non sento da troppo tempo.
Ho freddo Mattheo, prima eri tu a riscaldarmi, ora non c'è nessuno»

Alzai la testa verso il cielo come per parlare direttamente con lui, mentre le lacrime ricadevano silenziose sul mio viso spento.

«Mi manchi ricciolino, mi manchi così tanto cazzo, non avrei mai pensato che sarei potuta stare male così tanto per una persona.

Ho trovato il tuo diario a proposito, ogni volta che lo leggo ho in testa la tua voce quindi sono costretta a smettere di leggere, perché credimi se ti dico che fa male.
Non è un male fisico ma sento come il mio cuore farsi a pezzi ogni volta, più di quanto già non sia spezzato.

Non credevo di amarti così tanto finché non ti ho perso. Cazzo ricciolo mi hai fottuto il cervello non faccio altro che pensare a te ogni giorno e ogni minuto della giornata»

Presi un respiro profondo e presi dalla borsa il suo diario. Ovunque andassi lo portavo con me. Passai le dita sulla tela del diario e sul mio viso nacque un sorriso anche se coperto dalle lacrime.

«Eccolo qui, le cose che hai scritto qua mi hanno distrutto, non pensavo pensassi questo di me, e non avrei mai immaginato che potessi provare tutto quello che hai scritto. Ma sarò sincera, provo le stesse cose che provi tu, ma questo già lo sai insomma te l'ho detto molte volte che effetto avevi su di me»

Aprì il diario e iniziai a leggere le pagine che più mi avevano colpito.

«Caro diario,
odio vederla con un altro ragazzo che non sono io, vorrei andare da lei e baciarla davanti a tutti per far capire a chiunque che è mia. Lo è dal primo giorno, dal primo sguardo, dalle prime parole.
Sento sempre quell'elettricità quando siamo insieme che non sento con nessun altra, e questo mi fa uscire di testa, perché non faccio altro che pensare a lei.
Nella mia mente c'è solo lei, lei e nessun altra.
Cazzo, io non posso provare questo, non posso metterla in pericolo.
Cazzo io la amo da morire, con quel suo stupido sorriso, quei suoi stupidi occhi blu e quelle sue stupide labbra rosee.» lessi e mentre lo facevo sentivo la sua voce nella mia testa.

«Sai ti amo anch'io, con quei tuoi stupidi capelli ricciolini che sono così perfetti e morbidi, mi manca accarezzarteli era rilassante e anche se dicevi di no lo era anche per te» dissi e sfogliai un po' di pagine prima di ricominciare a leggere.

«Caro Diario,
amo da morire quella piccola serpe.
Dovevamo fare una pozione insieme e non faceva altro che guardarmi con quel suo sorriso mozzafiato.
Il suo sorriso è la rovina del mio cuore e la salvezza della mia mente.
Odio il potere e l'effetto che ha su di me.
Odio quanto cazzo mi faccia stare bene quella ragazzina.
E odio quanto cazzo la amo, odio quanto sia diventata importante per me.
La odio ma la amo da vivere.

Prima di lei la mia vita non aveva senso, era una vita vissuta perché doveva esserlo, era priva di amore o affetto e ricca di torture da parte di mio padre.
Da quando l'ho vista mi ha fatto venire voglia di vivere. Lei con quegli occhi magnetici e quel sorriso da perdere il fiato, quel suo sapermi tenere testa»

Rileggendo quelle parole ridacchiai un po' nel ripensare alla nostra storia.
Era abbastanza turbolenta, entrambi abbiamo cercato di reprime i sentimenti verso l'altro ma alla fine entrambi abbiamo ceduto facendo -a parer mio- la scelta migliore.

«Devo andare ricciolino, prometto di venire domani, e dopo domani, e dopo domani ancora. Ti amo Mattheo Riddle» dissi e mi avvicinai alla sua foto sfiorandola con le labbra come per lasciargli un bacio poi mi alzai e asciugai le lacrime con la manica della felpa.

 Ti amo Mattheo Riddle» dissi e mi avvicinai alla sua foto sfiorandola con le labbra come per lasciargli un bacio poi mi alzai e asciugai le lacrime con la manica della felpa

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