Evelyn Travers

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Cullata dal suo profumo non avevo intenzione di aprire gli occhi anche se ero curiosa di sapere cosa stesse facendo.
Lo sentivo camminare per tutta la stanza ma non aprì comunque gli occhi. Lo feci solo quando sentì il materasso abbassarsi segno che ci si era seduto sopra.

«Lexi, ho bisogno di un consiglio» disse e aprì gli occhi, e questi mi ringraziarono alla vista di un Mattheo vestito con la camicia, giacca e cravatta.
«Sembri un uomo d'affari» borbottai.
«Troppo?» mi chiese e mi limitai ad annuire.
Mi misi a sedere e gli sfilai la cravatta poggiandola sul comodino.
«Devi incontrare tua madre non il primo ministro» ridacchiai e gli lasciai un bacio alla base del collo.

«È ancora presto, puoi fare con calma» disse e mi alzai dal letto prendendo tutto ciò che mi serviva per un bel bagno caldo.
Ci impiegai una buona mezz'ora, e per tutto quel tempo Mattheo mi parlò da dietro la porta su come avrebbe dovuto parlare alla madre.
Uscì dal bagno e lo vidi passare lo sguardo su tutto il corpo e mi morsi il labbro.
«Ehm andiamo?» gli chiesi e lui annuì.
«Tu sei sicura?» mi chiese e ridacchiai.
«Theo tu devi essere sicuro» disse e lui prese un respiro profondo.
«Lo sono» disse.
«E allora andiamo», mi prese per mano e ci smaterializzammo davanti casa sua.

La vista era sempre buia e cupa, da brividi. Entrammo e il silenzio faceva quasi paura, ogni passo riecheggiava nella stanza. Salimmo al piano superiore e mi mostrò la sua stanza.
«Caruccia» ridacchiai e lui roteò gli occhi.
«Non offendere la mia stanza» disse.
«Non mi permetterei mai» dissi ridendo.

«Okay allora, io non so che devo fare» disse in imbarazzo e lo raggiunsi mettendogli entrambe le mani sulle spalle.

«Dove si trova il ritratto di tua madre?» gli chiesi e lui indicò l'armadio.

«Okay ora lo prendi e lo appendiamo insieme» dissi e lui annuì diverse volte prima di dirigersi verso l'armadio pendendo un ritratto coperto da un telo bianco. Presi la sua mano e insieme a lui appendemmo il ritratto ancora coperto dal telo.

«Quando vuoi tu Theo» gli strinsi la mano e lui tolse il telo.
Il ritratto era vuoto, vi era un campo di fiori ma nessuna figura.
«Non c'è» sussurrò e sentì la sua mano stringere la mia.
«Non è vero, guarda» dissi indicandogli un figura che si stava avvicinando.

Mattheo si irrigidì e la donna spalancò la bocca.
«Figlio mio» sussurrò la donna e Mattheo si avvicinò di qualche passo.
«Madre» sussurrò e la donna scoppiò a piangere. Mattheo si stava trattenendo era evidente e io gli accarezzavo il braccio.
«Mamma» sussurrò il ricciolo e la donna a quel punto si asciugò le lacrime.
«Sapevo che un giorno lo avresti fatto» sorrise e la stessa cosa fece Mattheo.

«Mamma ti presento Lexi, la mia ragazza» disse e mi ritrovai lo sguardo della donna addosso.
«Salve» dissi e lei passò lo sguardo da me a Mattheo almeno un migliaio di volte prima di parlare.
«Perdonami sono Evelyn Travers» disse la donna.

Era stupenda, aveva i capelli scuri, neri come la pece che gli scendevano lungo le spalle e aveva degli occhi verdi che quasi facevano invidia al colore dell'erba. Mattheo la bellezza deve averla presa sicuramente da lei.

«Come stai Mattheo?» chiese la donna al figlio che nel frattempo avvicinò il divanetto dove ci sedemmo rimanendo di fronte al ritratto di Evelyn.
«Sto bene, tu madre?» chiese prendendomi la mano.
«Sto bene anche io, ti ha fatto del male?» chiese e tutti e tre sapevamo di chi stesse parlando.
«Madre non preoccuparti» disse Mattheo.
«Lo ha fatto vero?», mi chiese la donna.
Mattheo strinse la mia mano come segno per non farmi parlare, anche se veramente non avevo idea di cosa dire.
«Io non ne ho idea signora» dissi e Mattheo parve rilassarsi.

«Ti prego chiamami Evelyn» disse la donna e io annuì. «Come va la scuola?», estese la domanda a entrambi.
«Bene» ci limitammo a rispondere io e Theo.
«Madre, mi dispiace non averlo fatto prima» disse con lo sguardo basso.
«Mattheo, figlio mio, va tutto bene, sapevo che lo avresti fatto un giorno» disse la donna.

Quella parte di Mattheo era nuova per me, e mi rendeva felice che proprio lui mi avesse dato la possibilità di vederlo così.
Lui mi aveva consolata tutte le volte che ne avevo avuto bisogno e io voglio fare lo stesso con lui.
Vorrei potergli dire quello che provo ma la paura supera anche l'amore che è nel mio cuore.

«Come vi siete conosciuti? Raccontatemi un po', sapete stare qui è abbastanza noioso ditemi come sta andando lì fuori» disse la donna.
«Fuori non è più come prima, i mangiamorte comandano tutto, comandati a loro volta da-» dissi ma venni interrotta dalla donna.
«Si da mio marito» disse e mi pentì subito per aver parlato.
«Voi siete dalla sua parte?» ci chiese la donna.

«Madre abbiamo dovuto» disse velocemente Mattheo.
«Assecondate le sue idee?», ci chiese poi.
«No» rispondemmo velocemente entrambi.
«Allora ho qualcosa che potrebbe aiutarvi» disse tranquillamente.
«Aiutarci per cosa madre?» chiese il ricciolo.
«A sconfiggerlo» disse Evelyn.

«Madre grazie per il tuo aiuto ma ce ne stiamo già occupando» disse Mattheo.

«Per qualsiasi cosa figlio mio vieni qua e chiedi», Mattheo annuì e il discorso terminò lì. Ci furono dei minuti di silenzio dove Mattheo e la madre si guardavano sorridendosi, mentre io sobbalzai per via di un ramo che sbatteva contro la finestra.
Mattheo ridacchiò e si beccò un schiaffo sul petto. Sentirlo ridere mi faceva bene al cuore.

Evelyn ci guardava con un sorriso,
«Mattheo vorrei parlare un po' con Lexi ti dispiace» disse.
«No certo confabulate pure tranquillamente» disse e uscì dalla stanza.
«Alla Lexi, com'è mio figlio?», a quella sua domanda mi irrigidì.
«Io... ehm penso che suo figlio sia una brava persona, non si meritava questo, mi ha detto cosa ha passato quando lei è... è morta» mi schiarì la voce e rimase in silenzio per farmi proseguire.

«Sa all'inizio era diverso, era scontroso e stronzo, ora invece è un'altra persona. Mi ha consolata molte volte senza mai farmelo pesare. Con lui sto bene, forse troppo», sospirai.

«Scusi io non volevo» dissi subito dopo.
«Non preoccuparti, sfogati se vuoi, sai Mattheo non è un tipo che parla molto», ridacchiò e io la seguì a ruota.
«Si eccome se lo so. Posso chiederle un consiglio?» le chiese e lui subito annuì.

«Vorrei dirgli quello che provo ma ho paura. Tra non molto ci sarà un guerra e poi suo padre mi ha detto, be' minacciata, di stare lontana da lui. Io non so che fare, stiamo insieme da poco, molto poco, ma quello che provo per lui è forte» dissi e sul volto della donna comparve un sorriso.

«Tesoro, se quello che provi per lui è reale diglielo. Ti posso assicurare che per lui è lo stesso. Sai, aveva quello sguardo che non vedevo da quando era bambino. Ti guarda come non ha mai guardato nessuno, nemmeno me, e penso che ti abbia raccontato che rapporto aveva con me», annuì e lei mi sorrise come per rassicurarmi.

«La ringrazio Evelyn» dissi.
«Vale lo stesso per te Lexi, quando vuoi vieni qui e sfogati, tanto non mi muovo da qui», ridacchiò.

Rimanemmo ancora un po' a parlare con Evelyn poi purtroppo dovemmo tornare a scuola. Tornammo che era quasi sera, Mattheo aveva un sorriso sul viso che sembrava volesse mostrare a tutti.
Andammo nella sua stanza e appena chiusa la porta Mattheo mi baciò.
Quasi tremai, era da tutto il giorno che non lo toccavo o baciavo.

«Credo che non mi stancherò mai» bisbigliò lui sulle mie labbra mentre ci sdraiavamo sul letto.

«Di cosa?» gli chiesi e lui si morse il labbro.

«Di questo. Di noi» disse guardandomi negli occhi, nei quali lessi un qualcosa di diverso.
«Penso che anche io non mi stancherò di questo» dissi e tornammo a baciarci, per tutta la sera.

Unpredictable |Mattheo Riddle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora