[COMPLETA]
a Mattheo Riddle fanfiction
«Non ti conviene» disse Mattheo avvicinandosi.
«Sto tremando Mattheo» dissi.
«Lo farai piccola, lo farai dopo che ti avrò scopato così forte e per tutta la notte» disse vicino al mio orecchio.
«Non verrò a...
«Fermi basta!» urlai. Io due ragazzi si girarono verso di me e si fermarono.
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
«Che cazzo stavate facendo» dissi. «Hai scopato anche con lui?» mi chiese Mattheo. «Forza Lexi diglielo» disse Draco. «Cazzo Lestrange parla!» urlò Mattheo. «Si» dissi. «Cazzo» borbottò lui, mentre il biondo ridacchiava.
«Sei solo una piccola puttana» borbottò Mattheo prima di andarsene. Avevo le lacrime agli occhi, tirai su col naso e mi imposi che in quel momento non avrei pianto. «Tu e lui siete uguali!» urlai. «Io sono migliore di lui, Lexi» disse Draco. «No tu sei anche peggio. Hai scopato con me solo per far vedere a Mattheo che potevi avermi anche tu» dissi.
«Perché lo chiami così?» mi chiese. «Si chiama così come cazzo lo dovrei chiamare?» dissi. «Per cognome, tu puoi dire solo il mio di nome» disse avvicinandosi a me. «Finiscila Draco» dissi per poi andare nella mia stanza.
Mi buttai sul letto e piansi. Piansi fino a non avere più lacrime, fino a quando non mi addormentai con ancora le lacrime agli occhi.
Mattheo mi aveva scopato, e poi mi aveva dato della puttana. Draco mi ha scopata solo per potersi vantare con Riddle. Entrambi si erano presi gioco di me, e io ero rimasta sola. Non era sola perché avevo Pansy e Daphne, ma erano quei due ragazzi a farmi sentire così.
qualche giorno dopo
Ero in camera che stavo riposando, guardavo dalla finestra il lago, avevo le gambe appoggiate al petto con la testa piena di pensieri.
Cosa provo io per loro due?
La domanda che mi continuava a frullare nella mente. Ancora non lo sapevo, o forse sì ma non avrei voluto ammetterlo.
Draco è veramente migliore di Mattheo?
No. Non lo è, o almeno non lo è sempre.
|mattheo's point of view|
Ero in giro per Hogwarts che fumavo una canna cercando di liberare la mente in ogni modo possibile. Andai alla torre e mi appoggiai alla ringhiera, rimanendo a guardare il paesaggio.
Le stelle brillavano alte nel cielo, e queste si riflettevano nelle acque del lago. Poi vi era la luna, che illuminava tutto il terreno circostante, era tutto così sereno e tranquillo, tutto il contrario di quello che c'era al di fuori delle mura della scuola.
Le stelle mi fecero pensare a lei, e a come ne fosse attratta. Quando guardava le stelle le brillavano gli occhi, e sul suo viso cresceva un sorriso, che se mi limitavo solamente a guardare con la coda dell'occhio mi lasciava senza fiato.
Scossi la testa al pensiero, non potevo provare qualcosa per lei. Lei provava qualcosa per me? No come potrebbe, nessuno potrebbe.
Mi sedetti per terra e feci comparire delle bottiglie di whisky che iniziai a bere.
il giorno dopo
lexi lestrange
Mi svegliai forse troppo tardi, infatti feci tutto di fretta e saltai la colazione per andare direttamente in aula. «Signorina Lestrange di nuovo in ritardo» disse il professor Piton. «Mi scusi professore» dissi.
«Alle 21 nel mio ufficio» disse e sbuffai poi mi andai a sedere. «Perché non siete venute a chiamarmi?» chiese alle ragazze davanti a me. «Ci abbiamo provato ma non ti alzavi» dissero insieme. Io sbuffai e mi misi ad ascoltare la lezione.
«Andate a pagina 394» disse il professore. «Ma professore ci vuole ancora molto prima di arrivare ai lupi mannari» disse la Granger. «Come sempre parli quando non sei signorina Granger, 5 punti in meno a grifondoro» disse Piton.
«Auuu» ululò Draco ridacchiando, e facendo ridere anche gli altri. Voltai lo sguardo verso di lui e mi stava guardando, ma subito staccò il contatto. Mi guardai intorno e vidi che Mattheo non era presente a lezione.
Non sapevo a chi chiedere dove fosse, o se stesse bene. Così alla fine della lezione decisi di andare andare nella sua camera.
Bussai un paio di volte, ma non ricevetti risposta, così presi la bacchetta e sussurrai alohomora, e la serratura della porta scattò.
Aprì la porta lentamente cercando di fare meno rumore possibile, e lo vidi sul letto. Era rannicchiato al centro di esso, che stava dormendo come un bambino.
Mi avvicinai a lui e sorrisi, mi sedetti sul bordo del letto e mi morsi il labbro azzardando a toccargli i capelli. «Che ci fai qui» sussurrò facendomi ritrarre la mano. «Io- Piton ha detto che devi andare nel suo ufficio» mentì. «E dovevi per forza venire nella mia camera?» mi chiese.
«Devo andare» borbottai ma lui mi fermò dal braccio. «Aspetta» disse. «Perché?» chiesi. «Niente, vattene» disse lui, io deglutì e poi uscì dalla stanza con un peso allo stomaco.