Capitolo 3 - Strega di sangue

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Appena Sam li vide entrare, seguendo più l'istinto che la ragione, estrasse la lama angelica e si preparò per affrontare il nemico. Castiel, invece, guardò stupito i due cacciatori e, con la sua solita calma serafica, chiese

«Ragazzi,che cosa state facendo?»

«Non è chi dice di essere.»

Anche se la risposta di Dean era un ringhio arrabbiato, le labbra del ragazzo, a pochi centimetri dal suo orecchio, le fecero venire la pelle d'oca. Riuscendo senza troppa fatica a non far trasparire le proprie emozioni, la ragazza disse

«Non è così. Non vi ho detto nulla che non sia vero. Potete verificare subito se sono un demone usando l'acqua santa, e per avere conferma che io non sia nemmeno un angelo, vi basterà chiedere a Castiel. Ora Dean, per favore, allontana da me queste armi, non mi piacciono le cicatrici.»

«Non così in fretta, aspetto di vedere come reagirai all'acqua santa.»

Sam era già pronto con l'acqua santa e gliela rovesciò addosso. Alla ragazza non accadde assolutamente nulla, solo, bagnata, si ritrovò a ringraziare il cielo di utilizzare sempre trucco waterproof. Senza nemmeno sforzarsi di mascherare il fastidio per l'acconciatura rovinata, disse

«Siete più tranquilli, ora?»

«Nemmeno per sogno! Non finché Castiel ci confermerà che sei umana.»

L'angelo, chiamato in causa, rispose all'istante

«Dean, ora basta. Se questa ragazza fosse un angelo, un demone o altro, non l'avrei certo portata qui insieme a voi.»

Cominciava a stufarsi, stavano soltanto perdendo tempo. Il suo scopo, lasciando perdere la caccia al demone, era portarsi a letto Dean, ma, chiaramente, le cose non stavano andando in quella direzione, quindi, restare lì, non era più nei suoi interessi. Purtroppo, non aveva la possibilità di andarsene, non con Dean che non ne voleva sapere di abbassare le armi con cui continuava a minacciarla. Restare tra le braccia di Dean, senza nemmeno la possibilità di girarsi e flirtare un po' con lui, era snervante. Doveva dare un taglio a tutta quella farsa, così si rivolse direttamente all'angelo.

«Castiel, per favore, prendi le mie mani e guardami negli occhi, forse così si convinceranno che non sono vostra nemica.»

Dean,turbato da quelle parole, chiese

«Cass, puoi farlo davvero?»

«Certo»

«E perché con noi non l'hai fatto?»

Domandò Sam, incuriosito da quella rivelazione sugli angeli.

La ragazza rispose senza lasciare a Castiel il tempo di farlo. Era stufa e non le andava di continuare a perdere tempo in chiacchiere inutili.

«Di questo potrete parlare in un altro momento. La conoscenza angelica è il modo più rapido per farvi avere le risposte che tanto desiderate.Che ne dite di procedere?»

Poi, prima che uno dei fratelli trovasse una cosa qualsiasi da obiettare, si rivolse direttamente a Castiel.

«Vedrai quella che sono e quello che ho fatto. Scoprirai le mie scelte e i miei errori. Non giudicarmi troppo severamente.»

Castiel fece un cenno a Dean che si decise, finalmente, ad abbassare le armi, consentendo alla ragazza di avvicinarsi al loro amico. In ogni caso, il cacciatore rimase attento a ogni minimo movimento della sconosciuta, nel caso avesse tentato qualche brutto scherzo. Non fidarsi era sempre la strategia migliore.

La ragazza offrì le mani a Castiel che gliele prese. All'angelo bastarono appena un paio di secondi e lasciò la presa. Lei crollò a terra, tremando, si cinse le ginocchia con le braccia e abbassò gli occhi per non incrociare lo sguardo degli altri, non in quel momento in cui si sentiva così vulnerabile.

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