Capitolo 42 - La grazia di Garael

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Sabato 09 dicembre 2017

Dean, Sam e Cass rientrarono al bunker dopo una caccia in un buco di paese chiamato Santa Claus, in Indiana. Se qualunque centro abitato, dal villaggio più sperduto alla grande città, in quei primi giorni di dicembre era già perfettamente addobbato con luci e decorazioni, Santa Claus era un'apoteosi di ghirlande, lucine, alberi decorati, bastoncini di zucchero e qualunque altro tipo di decorazione potesse venire in mente agli abitanti. Insomma, camminare per le strade di quel paese era come rimanere con il naso incollato alla vetrina di un negozio della Lemax. A provocare tanto scompiglio in un posto da cartolina, causando ripetuti incidenti e strani decessi, era il fantasma di un vecchietto che qualche anno prima era letteralmente morto di paura durante una rapina. Lo spirito si era legato al costume da Babbo Natale con cui l'anziano intratteneva sempre i bambini e che indossava, neanche a dirlo, anche nel momento in cui era morto. Una volta ridotto in cenere il costume maledetto, tutto era tornato alla normalità, per quanto potesse essere normale una città che per tutto l'anno sembrava rinchiusa in una sfera con la neve.

Dean posò la borsa, prese in braccio Mary Elisabeth che gli era immediatamente corsa incontro, accarezzò dolcemente il visino di JR e diede un bacio a Evi che lo teneva in braccio.

«Come è andata?»

Chiese la donna notando lo strappo nella manica della giacca del marito.

«Come al solito. Quel dannato fantasma mi ha mandato a sbattere contro la stella sulla punta di un albero di Natale.» Poi, stringendosi nelle spalle, aggiunse. «A Sam è andata peggio, lui è finito contro una fiaccola. Sta tranquilla, Cass ci ha ricuciti entrambi.»

Un'ora dopo erano seduti a uno dei tavoli della biblioteca del bunker per cenare. Ormai erano troppi per mangiare in cucina tutti insieme nello stesso momento, quindi avevano preso l'abitudine di mangiare tra i libri.

«Credo che ci meritiamo una vacanza.»

Quella proposta di Evangeline le fece guadagnare sguardi stupiti e curiosi dal resto della famiglia, così la strega si affrettò a precisare.

«Oh andiamo, tra poche settimane sarà Natale e nell'ultimo anno, dopo che ci siamo liberati di Zarta, passiamo troppo poco tempo insieme. Voi tre avete ripreso ad andare a caccia e siete sempre fuori casa. Io, da quando sono tornata in università, sono ogni giorno piena di impegni fino al collo, tra le lezioni e le interviste sull'ultimo libro. E Sarah se ne resta qui da sola a fare la zia. Ci meritiamo di passare un po' di tempo tutti insieme, come una famiglia normale.»

Dean, posando la forchetta sul piatto dopo aver spazzolato tutta la sua porzione di pasticcio di carne, chiese

«E dove vorresti andare, streghetta? A prendere il sole sulla spiaggia di Malibu? O ci andiamo a divertire a Las Vegas?»

«Veramente pensavo a qualcosa di più lontano.»

«Santo Domingo?»

La luce divertita negli occhi della moglie fece pensare a Dean di essere completamente fuori strada e lo sguardo d'intesa che la sua streghetta scambiò con la sorella gli fece temere che non avrebbe apprezzato nemmeno un po' la destinazione che quelle due avevano scelto.

«Non teneteci sulle spine e diteci che cosa avete in mente.»

Sarah sorrise al proprio fidanzato e disse

«Beh, ecco, noi pensavamo di festeggiare il Natale a Parigi.»

«Se volete portare i bambini a Disneyland, non serve volare in Europa, posso tranquillamente guidare fino a Orlando.»

«Dai Dean, a Parigi, oltre a Disneyland, ci sono la Tour Eiffel, Notre Dame, il Louvre. È una delle città più romantiche del mondo, soprattutto con l'atmosfera natalizia.»

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