Capitolo 37 - Contro ogni speranza residua

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«Il sangue della Stirpe venga congiunto a quello dell'uomo che è sceso nelle profondità degli Inferi ed è riuscito a farvi ritorno. Quando il sangue da rosso diverrà nero, sia aggiunto quello di colui che a due disse sì, all'Angelo e al Diavolo. Solo in quel momento, con la pura grazia di un soldato del Signore che abbia fatto scempio dell'esercito del maligno e che abbia tre paia d'ali, si mescoli il liquido per cinque volte in senso orario e sette in senso antiorario. Quando nella ciotola non vi sarà più sangue, ma puro oro fulgido e abbagliante, quello sarà il segnale che è giunto il momento di immergervi le armi con cui si intende affrontare il proprio nemico. Se la pozione entrerà in circolo nel sangue della creatura, verrà reciso ogni legame tra la Stirpe e la creatura stessa.»

Seguendo alla lettera le istruzioni riportate nel Grimorio Rosso, le due sorelle si tagliarono il palmo con la lama angelica e lasciarono che il sangue della famiglia Russell, una goccia dopo l'altra, si raccogliesse in una ciotola. Evi prese in braccio Mary Elisabeth e le spiegò brevemente che avevano bisogno anche del suo sangue per preparare una pozione speciale, una pozione con la quale sarebbero stati in grado di distruggere un demone. La bimba non aveva ancora un'età che le permettesse di comprendere appieno la tragica storia della famiglia Russel, quindi non le avevano ancora raccontato che Zarta aveva ucciso i suoi nonni e minacciava il resto della famiglia. Mary Elisabeth, però, viveva al bunker e nessuno aveva mai pensato di allontanarla quando gli adulti parlavano di demoni o di qualunque altra creatura che avrebbero cacciato. Per di più, da quando Evangeline era tornata, non avevano fatto altro che parlare di Zarta, di cosa quel demone cercasse e se esisteva un modo per liberarsi una volta per tutte di lui. Così la piccola, a soli due anni e mezzo, sapeva già che per eliminare un vampiro è buona norma decapitarlo, che se hai a che fare con un changeling la cosa migliore è bruciare la madre e che, con i fantasmi, si deve distruggere l'oggetto a cui è legato lo spirito. Erano tutte cose di cui nessun bambino avrebbe mai dovuto essere a conoscenza, ma Mary Elisabeth era una Winchester ed era una Russell, ed era nell'ordine naturale delle cose che lei sapesse. Così Evi, con nell'animo la pesante consapevolezza dell'eredità che gravava sulle spalle della figlia, essendo per discendenza sia una strega sia una cacciatrice, resse il polso della bambina mentre Dean le passava velocemente la punta della lama angelica sul palmo per raccogliere anche il suo sangue. Un attimo dopo Cass aveva già guarito il taglio sulla mano della bambina e l'aveva allontanata dal tavolo, perché tornasse a giocare, ma la piccola rimase a osservare con attenzione e curiosità mentre gli altri portavano a termine la pozione.

Venne il turno di Dean di tagliarsi il palmo e unire un nuovo ingrediente nella ciotola. A ogni singola goccia di sangue del cacciatore che cadeva nella pozione, tutti riuscirono a vedere come quello già presente diventasse sempre più scuro. Rosso brillante all'inizio, quindi granata, poi borgogna e, infine, nero. Nel momento in cui Dean si accorse che la pozione non cambiava più tonalità, tolse la mano e fece un passo indietro, lasciando il proprio posto al fratello.

Il cacciatore più giovane si avvicinò alla ciotola, senza esitare prese il pugnale dalle mani del maggiore, si aprì un profondo taglio sul palmo e lasciò che il suo sangue gocciolasse, lento, all'interno della ciotola. Il sangue, questa volta, non diede alcun segno di voler cambiare colore, nero era e nero rimase.

Evi immerse la grazia cristallizzata nella ciotola e seguì con precisione le indicazioni del Grimorio Insanguinato, contando mentalmente i cinque giri in senso orario man mano che li completava.

Uno.

Due.

Tre.

Quattro.

Cinque.

Ogni volta che la strega portava a compimento un giro, il sangue si faceva sempre più nero e viscoso, quasi si stesse trasformando in pece. Evangeline riusciva a intuire con facilità i timori di tutti, non serviva che qualcuno desse voce ai propri pensieri. Era ovvio che, in quel momento, si stessero domandando una volta di più se il suo viaggio in Italia non fosse stato del tutto inutile. La strega sospirò. Non poteva permettersi di avere dei dubbi, non in quel momento, non davanti a quella pozione che era la loro ultima speranza di salvezza.

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