Capitolo 28 - Sei sempre uguale

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Erano le 6 del mattino quando aprì gli occhi nella loro camera d'albergo. In un'altra occasione avrebbe approfittato di essersi svegliata all'alba per concedersi una corsa a Falls park, quindi, una volta rientrata in camera, avrebbe fatto una doccia, svegliato Dean, fatto l'amore con lui e, dopo, avrebbero raggiunto Jody per colazione. La strega però sapeva che, sebbene fosse stata lei a dare appuntamento allo sceriffo per quella mattina, non avrebbe preso parte a quella colazione.

Si fece una lunga doccia e, grazie alla propria magia, indossò un tailleur turchese che non aveva messo nella borsa, una camicetta bianca e un foulard in tinta con la giacca, che nascondesse i segni che le aveva lasciato sul collo il combattimento del giorno prima. Salì all'ultimo piano dell'albergo, dove si trovava il ristorante con la terrazza panoramica, e si concesse del tempo per la colazione: un bicchiere di spremuta appena fatta, una grossa tazza di caffè fumante, un'abbondante porzione di pancakes annaffiata dallo sciroppo e una ciotola di macedonia fresca.

Scese alla reception per pagare il conto della stanza e si fece dare dal concierge un foglio di carta e una penna coi quali avrebbe scritto a Dean un biglietto. Con calma tornò in camera, lasciò il biglietto sul proprio cuscino e diede al marito un bacio leggero su una tempia quindi, in un battito di ciglia, scomparve dalla stanza d'albergo per ricomparire istantaneamente nel proprio ufficio. Di lì a un'ora avrebbe dovuto tenere una lezione e le serviva un po' di tempo per organizzare i propri appunti. Appena si sedette alla scrivania prese il cellulare e chiamò Castiel, aveva bisogno di sentire la voce della propria figlia, di sapere come stesse e di rassicurare la bambina che la mamma sarebbe tornata a casa da lei entro poche ore. Quindi tornò a concentrarsi sugli appunti per la lezione.

Alzò gli occhi dai fogli quando sentì bussare alla porta e si stupì di veder entrare nel proprio ufficio il Rettore della facoltà, un uomo alto e prestante che mostrava almeno dieci anni in meno rispetto ai quasi sessanta che aveva, che indossava sempre una cravatta blu su un completo grigio, e che teneva un paio di occhiali da lettura nel taschino. Dopo i saluti e i convenevoli di rito, l'uomo spiegò il motivo che l'aveva spinto nell'ufficio della professoressa Winchester.

«Evangeline, mia cara, la tua conferenza di martedì è stata un vero successo. Come sempre, del resto.»

La donna sorrise, ma l'uomo riprese a parlare senza lasciarle dire nulla di più che un educato grazie.

«Il tuo ingresso nel corpo docente è stata una vera manna dal cielo per la nostra università. Ogni libro che scrivi è un successo per te, ma lo è anche per noi. La tua fama è anche la fama di questo istituto e della nostra facoltà.»

Evangeline aveva già sentito quel discorso e aveva intuito dove il Rettore volesse andare a parare, ma interromperlo sarebbe stato poco appropriato, così lo lasciò proseguire.

«Da quando hai cominciato a pubblicare i tuoi libri, abbiamo avuto un aumento delle iscrizioni e, cosa ancora più importante, un notevole aumento delle donazioni. E, come ben saprai, iscrizioni e donazioni sono ciò che trasforma una buna università in una ottima e grande università. Quindi, Evangeline, per quanto tu abbia appena pubblicato il tuo ultimo libro sono qui per chiederti se te la sentiresti di cominciare a lavorare al prossimo.»

La donna si trattenne dal sospirare. Fare ricerche per un libro era sempre qualcosa di estremamente interessante, ma anche impegnativo e faticoso. In quel periodo, per di più, aveva davvero troppe cose a cui pensare per riuscire a racimolare idee originali per un nuovo libro.

Il Rettore, ignaro di tutto quello che passava per la testa della professoressa, riprese a parlare.

«Finora hai sempre scritto di angeli, credo sia arrivato il momento di esplorare anche l'altro lato della medaglia. Che te ne pare di quest'idea?»

Strega di sangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora