Capitolo 24 - Sono qui per te

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Appena prima dell'alba, Sam entrò in cucina per la colazione e quello che vide fu una vera sorpresa. Non lo stupì trovare Dean già seduto al proprio posto che mangiava i pancakes aspettando che il caffè si raffreddasse, suo fratello sapeva essere molto mattiniero quando si trattava di andare a caccia. Non si stupì nemmeno di vedere Evi che preparava la colazione senza la tenuta da jogging, da quando era rimasta incinta le sue sedute di corsa erano molto diminuite, come se non fossero più una reale necessità, ma le fosse soltanto rimasta l'abitudine all'allenamento.

Ciò che colse completamente alla sprovvista il cacciatore più giovane fu vedere, sotto il proprio sgabello, la borsa che la sera precedente era sicuro di aver caricato nel bagagliaio dell'Impala. D'istinto si voltò a guardare la cognata, certo che da lei avrebbe avuto una risposta sincera ed esauriente, ma la sua sorellina era indaffarata ai fornelli e gli dava ostinatamente le spalle. Si risolse allora a cercare una spiegazione da Dean che, esattamente in quell'istante, alzò gli occhi dal piatto e li fissò in quelli del fratello minore, un sorriso soddisfatto e sfrontato a illuminargli il volto. La voce di Evangeline ruppe lo strano silenzio che regnava quella mattina in cucina.

«Vado a svegliare Mael.»

Appena i due uomini furono rimasti soli nella stanza, Dean prese la parola con un tono serio che non aiutò a placare l'inquietudine del fratello.

«Ho un favore da chiederti.»

Sam si chiese se quel giorno si fosse davvero svegliato e alzato dal letto, perché Dean che gli chiedeva un favore era una cosa che accadeva talmente di rado da fargli pensare di essere ancora nel mondo dei sogni. Il maggiore dei Winchester ignorò con una smorfia l'espressione stupita del fratello e continuò il proprio discorso.

«Ho bisogno che sia Evi a venire con me da Jody, oggi.»

Il minore, già perplesso, a quel punto cominciò a preoccuparsi seriamente. Dean era sempre stato del tutto contrario a portare la loro strega a caccia con sé, tanto che quella era stata la causa del primo litigio che avevano avuto e il motivo per cui lei li aveva abbandonati. Che cosa era successo, adesso, per convincerlo a prendere una tale decisione? In ogni caso, il fatto che ora avesse accettato di andare a caccia insieme alla propria moglie, non giustificava la necessità di far restare lui al bunker. E così, cercando un motivo concreto per quella richiesta, gli domandò

«Avete bisogno che io rimanga qui a badare a Mary Elisabeth?»

«No, di quello si occuperà Castiel.»

Quella risposta lo turbò non poco, se non si trattava di tenere d'occhio la bambina, allora non riusciva minimamente a immaginare che cosa potesse spingere Dean a fargli una richiesta come quella. Lasciò che tutta la confusione che regnava nella sua testa trasparisse nella domanda che gli pose.

«Allora perché?»

Sam rimase a guardare il fratello, in attesa di una risposta che non arrivò. D'un tratto, una voce alla sua sinistra gli rispose, anche se non riuscì minimamente a dissipare i suoi dubbi.

«Per causa mia.»

Evangeline entrò in cucina con la figlia in braccio, quindi, in silenzio, assicurò la piccola al seggiolone che era stato sistemato a capotavola, le mise sul tavolo un bicchiere di spremuta, un piatto con pezzetti di pancake e un biberon di latte. Con tutta calma tornò ai fornelli per servirsi anche lei la colazione, solo a quel punto, quando finalmente si fu decisa a sedersi a tavola col resto della famiglia, rispose alla domanda negli occhi del cognato.

«Dean ritiene di dovermi controllare a vista perché ha la certezza che, altrimenti, io farei qualcosa di stupido e pericoloso.»

Dopo quelle poche parole pronunciate con tono piatto, la donna abbassò gli occhi sul proprio cibo e, con quel gesto, per Sam fu chiaro che non avrebbe aggiunto altro.

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