Capitolo 19 - I loro passi

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Si svegliò di soprassalto, come se le mancasse qualcosa. Le fu sufficiente voltarsi dall'altra parte per comprendere: Dean l'aveva tenuta stretta a sé da quando si erano addormentati, ma poco prima doveva essersi girato sulla schiena e aver sciolto l'abbraccio. Il suo risveglio era certamente dovuto alla mancanza di quel contatto così rassicurante. Avrebbe potuto tranquillamente avvicinarsi e stringersi a lui e, a dirla tutta, quello che desiderava in quel momento era proprio appoggiare la testa sulla spalla del cacciatore e riprendere a dormire. Sapeva bene, però, cosa sarebbe successo se l'avesse fatto. Al primo contatto Dean si sarebbe svegliato e avrebbero cominciato a baciarsi, e lei era più che certa che non si sarebbero limitati ai baci.

Sospirò.

Aggrappandosi a tutta la propria forza di volontà e cercando di essere il più silenziosa possibile, scese dal letto riuscendo a non svegliare Dean. Prima si uscire dalla stanza prese un elastico dal comodino e raccolse i capelli in una coda veloce e spettinata e si infilò la vestaglia che era appesa dietro la porta. Mentre percorreva il breve e silenzioso corridoio (anche Sam stava ancora dormendo) si stupì di non essersi vestita di tutto punto. Era stata una cosa normale, per il passato, presentarsi in cucina per la colazione in pigiama, quando a sedersi a tavola erano in cinque. Quella mattina sarebbero stati in quattro e lei avrebbe ancora una volta preparato la colazione per gli unici uomini e l'angelo che la facevano sentire di nuovo in famiglia. E in famiglia nessuno fa caso all'abbigliamento, quantomeno non di prima mattina.

Per entrare in cucina attraversò la sala e, con un sorriso, diede il buongiorno a Castiel ancora intento a leggere in divano, quindi si dedicò alla colazione. Aprì il frigo e guardò sconsolata il vuoto che le si presentò davanti. Viveva sola e quasi tutti i giorni mangiava fuori, le sue scarse provviste riflettevano semplicemente questa condizione. Tirò fuori le arance che, per sua fortuna, non mancavano mai, dal momento che lei adorava la spremuta. Nel frigorifero aveva anche una scatola di uova e del bacon, un intero litro di latte e una confezione di preparato per pancakes che non ricordava neppure di aver comprato, ma che in quel momento le tornò estremamente utile. Preparò il caffè, scaldò il latte, cominciò a friggere il bacon e contemporaneamente a cucinare i pancakes.

Sentì dei passi nel corridoio e sorrise della propria capacità di riconoscerli all'istante. Forse si sarebbe dovuta stupire di essere in grado di farlo, ma questa abilità le dava una tale sensazione di benessere che lasciò correre. I passi di Sam erano un po' più pesanti di quelli del fratello, il cacciatore più giovane non avrebbe mai potuto coglierla alla sprovvista. Dean, invece, se solo avesse voluto, ci sarebbe sicuramente riuscito. Fu per quello che la voce che sentì alle proprie spalle non la stupì minimamente.

«Che buon profumo.»

Allo stesso modo, non la stupirono le mani che si posarono sulle sue spalle o le labbra che lasciarono un bacio sfiorato sui suoi capelli, e nemmeno la voce che, a quel punto, la salutò.

«Buongiorno sorellina.»

«Buongiorno a te, Sammy.»

Aveva risposto al saluto senza smettere di cucinare, solo quando mise il bacon nel piatto si voltò a dargli un veloce bacio sulla guancia, per subito riportare la propria attenzione ai fornelli, rompendo le uova nella padella.

«Piatti e tazze sono in alto a destra. Le posate nel primo cassetto.»

A Sam non servì altro per capire che gli stava chiedendo di apparecchiare, e non se lo fece ripetere.

Altri passi nel corridoio, decisamente più leggeri e furtivi. L'aveva sentito arrivare, di conseguenza avrebbe dovuto essere preparata, ma lui riuscì ugualmente a sorprenderla, anche se la voce era ancora impastata dal sonno.

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