Strega di sangue

Capitolo 40 - Non sono un'assassina

«Guarda guarda chi c'è qui.»

Sam e Dean si voltarono di scatto, le armi in pugno, pronti a fronteggiare qualunque minaccia stesse per attaccarli. Eppure, la vista della donna che si trovarono davanti li colse completamente di sorpresa. Dean non perse nemmeno un secondo a domandarsi che cosa ci facesse Zarta a Savannah, appena ebbe riconosciuto il demone, si dimenticò del changeling a cui avrebbero dovuto dare la caccia e si concentrò totalmente sul nemico che avevano di fronte.

Il maggiore dei Winchester fece un passo verso il demone consapevole che se fosse riuscito a piantargli la lama angelica nel petto l'avrebbe eliminato una volta per tutte, indipendentemente dall'efficacia della pozione del Grimorio Insanguinato.

Zarta sollevò un angolo della bocca nella brutta copia di un sorriso, dicendo

«Voi cacciatori siete incorreggibili. È già la seconda volta che mi venite tra i piedi e ancora non avete capito che qualunque vostro tentativo di uccidermi sarà sempre del tutto inutile.»

Al demone bastò un gesto della mano perché entrambi i pugnali dei Winchester volassero lontano da loro. Un attimo dopo Zarta allungò le braccia verso Sam e Dean e i due si ritrovarono bloccati e sospesi a mezz'aria, con i piedi che continuavano a scalciare nel vano tentativo di liberarsi da quella presa invisibile e con la sgradevole sensazione che qualcuno li avesse afferrati per la gola col preciso intento di strangolarli.

«Molto bene, direi che ora ho finalmente la vostra attenzione. Adesso, cacciatori, se volete avere una qualche speranza di sopravvivere a questo nostro fortuito incontro, vi consiglio di far arrivare qui la mia bambina.»

I Winchester, con le gole serrate in quella morsa invisibile, non avevano alcuna possibilità di dare una risposta al demone che riprese a parlare come se la sua fosse stata una domanda retorica.

«Non riesco proprio a capire che cosa ci trovi in voi due cacciatori, ma l'altra volta si è preoccupata della vostra incolumità ed è chiaro che ci tiene a voi, quindi sapete sicuramente dove si trova e come contattarla per far sì che venga da me.»

Dean, lottando contro la sensazione di soffocamento, si sforzò di estrarre dalla giacca la pistola con i proiettili su cui la sua streghetta aveva inciso l'incantesimo incarcerante. Se fosse riuscito a bloccare Zarta con quel sigillo demoniaco avrebbe potuto far arrivare Evi e farla assistere, in totale sicurezza, mentre lui eliminava una volta per tutte quel dannato demone.

Purtroppo, come nel loro precedente incontro, Zarta anticipò le intenzioni di Dean e lo scaraventò con forza al suolo. Il cacciatore sbatté violentemente la nuca sull'asfalto e perse i sensi, ma il demone lo bloccò ugualmente al terreno coi propri poteri, in via precauzionale. A quel punto, la donna si rivolse a Sam.

«Tu mi sembri più intelligente del tuo compare, ormai dovresti aver capito che ostacolarmi non vi porterà alcun vantaggio. Per essere sicura che tu comprenda esattamente la situazione, te lo ripeterò un'ultima volta: se vuoi avere una qualche possibilità di tornartene a casa vivo e vegeto, fa' in modo che la mia bambina venga qui. Subito.»

Sam analizzò in fretta la situazione: Dean era ancora a terra, dove i poteri di Zarta lo tenevano inchiodato, e sembrava non riuscire a riprendere conoscenza dopo la caduta. Lui stesso era bloccato, con i piedi che ciondolavano a un metro da terra, respirava a fatica e non riusciva a muovere le braccia abbastanza da afferrare la pistola. Nemmeno se fosse stato libero di muoversi avrebbe utilizzato l'incantesimo di richiamo per far arrivare Evi, era importante che la sua sorellina sapesse a cosa sarebbe andata incontro, che si sarebbe trovata di fronte al demone che la spaventava e che né lui né Dean sarebbero stati in grado di aiutarla. Il cacciatore, cercando di ignorare la presa del demone alla gola, sempre più stretta e mortale, rivolse una preghiera a Castiel.