Capitolo 4 - Solo tu e io

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La strega si avvicinò e, con tono malizioso, gli soffiò alcune parole nell'orecchio

«Ci siamo solo tu e io, ora. Non aver paura, non ho intenzione di farti del male.»

Dean sapeva che i propri occhi stavano tradendo il desiderio che quella dannata ragazza scatenava in lui, ma non voleva darle soddisfazione. La vide sorridere, compiaciuta, e poi appoggiarsi completamente a lui e baciarlo. Nemmeno questa volta Dean ricambiò il bacio, ancora troppo furioso con lei. A quel punto, la strega si staccò dal suo corpo e il cacciatore poté vedere nei suoi occhi grigi un'espressione che non lasciava dubbi: la cacciatrice era lei e lui era la sua preda per quella notte.

La strega schioccò le dita e Dean si ritrovò con pantaloni e boxer abbassati fino alle caviglie.

«È inutile che continui a fingere che io non ti piaccia, il tuo corpo mi sta dicendo qualcosa di diverso.»

Con grazia ed eleganza si inginocchiò davanti a lui e cominciò a dargli piacere con la bocca. Dean non poté fare a meno di lasciarsi sfuggire un gemito. Poi, ritrovando inaspettatamente un briciolo di lucidità, disse:

«Sam... Castiel... Potrebbero vederci...»

Rimanendo in ginocchio, la ragazza liberò la bocca per rispondergli e, guardandolo dal basso verso l'alto, pronunciò solo due parole.

«Lo so.»

«Non t'importerebbe?»

«No.»

Si rialzò e, di nuovo, lo baciò. Dean decise di mettere da parte il proprio orgoglio, di arrendersi al desiderio che provava per quella dannata strega e di ricambiare il bacio con passione. Il contatto tra le loro lingue, però, non durò a lungo.

Dopo tutto quello che era accaduto in quella assurda giornata, dopo tutto ciò che la ragazza gli aveva promesso, con le parole e gli sguardi, tutto, ora, sembrava ridursi al prenderlo in giro, concedendogli un paio di baci per poi lasciarlo lì, in attesa.

La strega ricambiò lo sguardo perplesso e scontroso del cacciatore col sorriso furbo di chi la sa lunga e ha un piano ben preciso in testa.

«Che ne dici di tirarti su i pantaloni e portarmi finalmente in camera tua?»

Dean si ritrovò improvvisamente libero, si sistemò i vestiti, si avvicinò alla ragazza e la sollevò tra le braccia. Lei, all'istante, gli cinse i fianchi con le gambe. Sembrava fosse finalmente giunto il turno di Dean di dettare le regole del gioco e il cacciatore non si fece scappare l'occasione di ripagarla con la stessa moneta, inchiodandola al muro col proprio corpo e baciandola appassionatamente.

Con la mano le sfiorò una gamba, dal ginocchio, risalendo sotto la gonna. D'un tratto, il tessuto scivoloso della calza divenne pizzo, per poi terminare sulla pelle morbida della sua coscia. Avrebbe dovuto immaginare che una ragazza con quegli occhi indossasse delle autoreggenti. La mano di Dean continuò a risalire lungo la gamba fino a infilarle due dita sotto gli slip e, questa volta, fu lei a gemere di piacere.

Quando giunsero in camera, Dean la depose sul letto con una delicatezza che non si sarebbe aspettata da un uomo come lui, quindi si stese sopra di lei. La reazione della strega fu immediata e, per Dean, del tutto inaspettata, si divincolò e ribaltò la situazione. Lui era forte, certo, ma lei era decisamente agile, e l'aveva colto alla sprovvista.

«Chi ha deciso che comandi tu?»

Il suo tono era allo stesso tempo sprezzante e divertito. Mentre parlava, si mise a cavalcioni del cacciatore per ricominciare a baciarlo. Tra i baci, infilò le mani sotto la maglietta, per sfiorare la sua pelle e lasciarlo, un attimo dopo, a torso nudo. Il suo sguardo cadde sul tatuaggio sul suo torace, un pentacolo inserito nel sole, e lo riconobbe all'istante per quello che era: una magia potente. Era un sortilegio grafico che impediva la possessione demonica, ed era la prima volta che incontrava qualcuno che portasse un tale incantesimo tatuato sul proprio corpo. Si concesse di dedicare attenzione a quel particolare, accarezzandolo coi polpastrelli, sfiorandolo con le labbra, seguendone il contorno con la punta della lingua.

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