Capitolo 39 - Guarda chi c'è qui

89 4 0
                                    


Lunedì 12 dicembre la professoressa Winchester rimise piede nel proprio ufficio dopo quasi sette mesi di assenza. Nei giorni precedenti il rientro in facoltà aveva lavorato sodo e con l'aiuto di Sarah e Sam era riuscita a mettere insieme una bozza accettabile da presentare al rettore col quale aveva appuntamento alle 9.30. L'incontro di lavoro andò meglio del previsto e sicuramente gran parte del merito andava al successo che avevano avuto i tre libri che già aveva pubblicato. Passò anche nell'ufficio di Andrew Nielsen, l'assistente che ora teneva le lezioni al suo posto e gli comunicò che, dal momento che era incinta, avrebbe continuato a tenere le sue lezioni per tutto il resto dell'anno accademico.

Per l'ora di pranzo, Evangeline era già di ritorno al bunker. Mary Elisabeth era al parco con Dean e Castiel ed Evi sapeva bene che avrebbe dovuto essere a casa prima che la piccola tornasse. Fece appena in tempo a mettere piede nella stanza che si accorse che qualcosa non andava. Sarah era seduta sulla sua solita sedia, gli occhi arrossati come se avesse da poco smesso di piangere e l'espressione preoccupata, Sam era accanto a lei e le teneva le mani, nel tentativo di calmarla. La domanda le uscì spontanea dalle labbra

«Che cosa è successo?»

Poi, incrociando gli occhi di Sam, cercò di scoprire se l'angoscia di Sarah fosse legata in qualche modo a Zarta. Lo sguardo del cacciatore la rassicurò sul fatto che si trattasse di una questione completamente diversa, un attimo prima che la sorella trovasse la forza per raccontare.

«Ho chiamato un paio di conoscenti, giusto per mantenere i contatti ed evitare che denuncino la mia scomparsa alla polizia.»

Il tentativo di Sarah di sdrammatizzare con una battuta fu piuttosto infelice, così la strega più giovane cercò di dare una spiegazione migliore.

«A Savannah c'è qualcosa che non va. Per prima ho chiamato la mia amica Cheryl e mi è sembrata stanca e turbata, quando le ho chiesto se andasse tutto bene, mi ha detto che non riconosceva più sua figlia, che era come se, negli ultimi giorni, fosse diventata una persona totalmente diversa. La ragazzina ha 11 anni, ho pensato che potesse essere l'inizio dell'adolescenza, così non vi ho prestato molta attenzione. Poco dopo, però, ho chiamato Trish e ho cominciato a preoccuparmi seriamente. Trish era incinta del suo secondo figlio quando mi sono trasferita qui.»

Sarah si fermò per riprendere fiato e le lacrime ripresero a scendere dai suoi occhi.

«La scorsa settimana, lei e suo marito hanno trovato il figlio maggiore Erik, di 5 anni, che cercava di soffocare la sorellina di un mese con uno dei suoi peluche. Erano un paio di giorni che Erik si comportava in modo strano, ma non ci avevano dato particolarmente peso. Il giorno dopo aver scongiurato la disgrazia, Cole, il marito di Trish, è morto in uno strano incidente d'auto.»

Tra i singhiozzi e le lacrime, Sarah riuscì a dire

«Io dovrei essere lì a dare loro il mio sostegno. Invece non riesco nemmeno a uscire di casa. Ho paura persino di andare a fare la spesa, come faccio a trovare la forza per tornare a Savannah?»

C'era rammarico nella voce della strega e il rimorso per non sentirsi abbastanza coraggiosa di fronte alla possibilità che il demone che dava loro la caccia la trovasse. Evi, cercando di consolare la sorella, le disse

«Se vuoi andremo insieme a Savannah, ti accompagnerò a far visita alle tue amiche e vedremo se c'è qualcosa che possiamo fare per loro.»

«Sarebbe meglio di no.»

Entrambe le streghe si voltarono a osservare Sam con stupore, non era da lui usare un tono così perentorio, quello sarebbe stato un comportamento tipicamente da Dean. E infatti Sam non fece attendere la spiegazione a quelle parole.

Strega di sangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora