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Indossai un vero cappotto per andare alla fermata del bus il giorno dopo, perché sapevo che Ashton non mi avrebbe dato la sua.

Non mi sentivo come se avessimo solo rotto la mattina prima, era strano. Lo so che ci siamo frequentati solo per alcuni mesi, ma sembrava che il tempo in cui ero più stata la ragazza fossero anni. Non mi piaceva stargli lontano e faceva male non sapere se provava lo stesso.

Ashton si fece di nuovo vedere alla fermata alle 7:15, ma questa volta le cose erano un po’ diverse.

Primo, aveva le cuffiette. Le mani erano infilate nelle tasche e tirava fuori il telefono ogni secondo per cambiare canzone. Mi ricordai di quando gli avevo chiesto perché non si portava le cuffie alla fermata e lui mi aveva risposto qualcosa sul fatto che non gli avrei parlato. Avevo capito il messaggio.

La seconda cosa era quella che mi turbò di più, perché non capivo cosa stava succedendo. Michael stava lentamente seguendo Ashton, anche lui con lo sguardo a terra e le mani in tasca. Non riuscii a dire subito se Michael stava andando a scuola a piedi come sempre o no, ma forse capii cosa stava succedendo quando sia io che Ashton ci fermammo alla fermata.

Dopo aver ricevuto il messaggio di Michael ieri avevo risposto subito, dicendo a Michael che mi mancava davvero molto e che volevo parlargli. Lui non mi aveva risposto e mi fece sentire incredibilmente stupida perché avevo iniziato a penare che forse quel messaggio non era nemmeno per me. Voglio dire, perché mi avrebbe mandato qualcosa del genere? Se gli mancavo così tanto non si sarebbe puntato sul baciare Sara contro l’albero mentre passavo.

Non dissi niente mentre aspettavo il pullman e nemmeno loro provarono a conversare, probabilmente non si erano nemmeno guardati.

Quando il pullman finalmente arrivò feci un passo indietro e feci salire Michael ed Ashton, giusto per essere carina per una volta. Ashton salì senza problemi, ma Michael stette immobile, come congelato, ad alcuni passi da me sul marciapiede. Sapevo che non voleva salire il pullman e avrei voluto aver il coraggio di dirlo ad Ashton, ma non lo feci.

“Michael, andiamo.” Ashton sospirò e uscì dal pullman, afferrando il polso di Michael e spingendolo fisicamente dentro. Immaginavo che Ashton fosse stanco di fare da babysitter a Michael e trascinarlo ovunque.

Michael scosse la testa, provando ad allontanarsi da Ashton, ma fu inutile. L’autista disse qualcosa ad Ashton, il quale si mise a urlare contro Michael e riuscì a farlo salire.

7.15 (italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora