1.7

15.3K 976 226
                                    

Ero distesa sul letto, fissando il soffitto. Fuori c'era un enorme temporale e non riuscivo proprio a dormire, anche se ci avevo provato un sacco di volte. Ogni volta che ero vicina ad addormentarmi, i forti rumori dei tuoni mi svegliavano, quindi mi ero arresa. Per fortuna ero sveglia quando il mio telefono iniziò a vibrare sul comodino. Risposi subito anche senza vedere chi stava chiamando, grata di avere qualcuno con cui parlare.

"Posso chiamarti?" Sentii la voce di Ashton attraverso il telefono, era sorprendentemente arzilla per essere così tardi.

"Mi stai chiamando." Dissi piano, sedendomi.

"Volevo sentire la tua voce." Continuò Ashton, come se non fosse sicuro che mi stesse parlando veramente.

"Lo so, puoi sentirla. Siamo al telefono." Sospirai.

"Dani, non so cosa fare." La voce di Ashton cedette. Sentii un tuono e il cielo si illuminò per un attimo prima di ritornare scuro e piovoso.

"Che è successo?" Gli chiesi, senza proccuparmi di accennare al fatto che mi aveva chiamato con il mio nome.

"Sono un coglione. Ho ucciso la mia ragazza incinta." Biascicò Ashton, e sentii una porta sbattere. Riuscivo a sentire il vento e la pioggia che cadeva sul marciapiede attraverso il telefono, cosa che mi faceva capire che Ashton era uscito.

"E' stato un incidente." Dissi.

"Sono ubriaco." Puntualizzò Ashton, in caso non l'avessi capito.

"L'avevo immaginato." Ammisi, avevo capito che era un po' in stato di ebrezza.

"Cazzo, non posso fumare mentre piove." Ashton si lamentò e sentii un'altra porta sbattere.

"Dove sei?" Gli chiesi, curiosa di sapere cosa stesse facendo con tutte queste porte che sbattevano.

"Sono in macchina e non riesco a partire." Le sue parole erano confuse ed era un po' difficile per me capirlo, ma afferrai comunque ciò che aveva detto.

"Non farlo, Ashton. Sei ubriaco. Torna dentro." La mia voce si intensificò quando saltai giù dal letto e iniziai a cercare le mie scarpe.

"No, voglio guidare." Si lamentò Ashton, praticamente riuscivo ad immaginarmelo con il broncio.

"Ashton, dove sei?" Gli chiesi di nuovo. Pensavo che fosse solo fuori da casa sua, ma volevo essere sicura. Non volevo uscire fuori nella pioggia per niente.

"Non voglio che vieni a cercarmi. Volevo solo sentire la tua voce. Non mi ricordo nemmeno più com'era la voce di Kenzie. L'ho uccisa...l'ho uccisa.." Ashton cambiò argomento, la sua voce era difficile da sentire a causa della pioggia che batteva sulla macchina.

"Ashton, sono seria. Dove sei?" Gli domandai. Non mi ero nemmeno resa conto di parlare così forte, non mi importava comunque. I miei genitori erano partiti stamattina per una riunione a nord dello Stato e non sarebbero stati a casa fino a domani.

"Sono in macchina, Dani. Voglio provare a guidare di nuovo." Disse Ashton, il mio nome suonava ancora strano alle mie orecchie detto da lui.

"Sei di fronte a casa tua?" Gli chiesi, trovando finalmente le mie scarpe. Me le infilai e afferrai una felpa che trovai all'angolo del mio armadio, la indossai e alzai la cerniera.

"Casa mia?" Mi chiese Ashton.

"Sì, casa tua. Non è più divertente Ashton, per favore dimmi dove sei e basta." Mi lamentai mentre iniziai a scendere le scale di casa mia e dirigermi verso la porta. Non avevo idea di cosa stesse provando a fare Ashton, quindi dovevo fermarlo il prima possibile.

7.15 (italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora