0.6

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"E' assurdo. Sono passati 25 minuti e l'autobus non è ancora qui." Mi lamentai, sbattendo i piedi sul pavimento. La mia impazienza stava crescendo e Ashton che canticchiava e dava calci a terra non aiutava.

"Calmati, è un crimine saltare la prima ora di lezione?" Ashton smise di canticchiare e mi guardò. Mi lanciò il suo pacchetto di sigarette ed un accendino, come se potesse farmi stare meglio.

Gli lanciai di nuovo l'accendino, colpendo la sua spalla. Mantenni il pacchetto di sigarette, non sapevo nemmeno perchè. Immagino  che avevo bisogno di tenere qualcosa in mano.

"La scuola chiamerà a casa mia e dirà che sto facendo vela." Incrociai le braccia al petto e guardai Ashton.

"Abbiamo ancora 10 minuti prima che suoni la prima campanella." Ashton fece spallucce.

"Non ce la faremo mai." Urlai, alzando le mani in aria.

"Cristo, Murphy. Devi imparare a vivere un po'." Ashton rise. Si tolse gli occhiali da sole e se li posizionò in testa, strizzando gli occhi per vedermi chiaramente. Si portò le mani nelle labbra, lasciando che queste si avvolgessero intorno alla sigaretta, e respirò lentamente.

"Sai, se avessi avuto le chiavi della mia macchina questo non sarebbe successo." Scossi la testa, più che altro irritata con me stessa. Se non fossi stata così stupida non avrei avuto le chiavi confiscate, e nessuno di noi due sarebbe in questo casino.

"E' colpa tua, Murphy." Ashton ridacchiò.

"Lo so, Irwin." Sospirai.

"Chi era?"  Disse dopo un momento. "Chi hai provato a intrufolare dentro casa tua?"

"Cosa? Non mi ricordo, ero ubriaca." Dissi con tono arrabbiato. Aveva questo vizio, insisteva sul fatto che sapesse tutto. Non lo sopportavo.

"Oh non ti ricordi! Perfetto! Non ne hai idea?" Disse boccheggiando, il sarcasmo era evidente nella sua voce.

"Beh, no. Come dicevo, ero ubriaca. Stavamo solo tornando a casa per.. lo sai." Arrossii, odiavo ammetterlo ad Ashton.

"Wow, Murphy. Questo è davvero ciò che mi aspettavo da te." Continuò a ridere.

"Cosa intendi?" Chiesi.

"Vai a qualche festa gigante, ti ubriachi con qualche ragazzo a caso e invece di stare lì e scopartelo come farebbe una persona normale, hai deciso di tornare a casa tua. I tuoi genitori hanno un letto ad acqua figo su cui volevi fare sesso, giusto? Amico, fare sesso su un letto ad acqua sarebbe divertente.." La voce di Ashton si affievolì quando guardò oltre me, in fondo alla strada.

"E?" Alzai lo sguardo su di lui, chiedendomi se avesse più ipotesi su di me. Che fino ad ora erano tutte giuste, aggiungerei.

"E ovviamente non sapevi che i tuoi genitori stavano tornando a casa dalla loro piccola vacanza una notte prima del programmato, quindi tu sei arrivata dritta alla porta di casa, permettendogli di vedere te e questo ragazzo mentre vi spogliavate e salivate le scale." Disse Ashton compiaciuto. "Poi non ti sei nemmeno preoccupata di sapere il nome del ragazzo, così come a lui non importa del tuo."

Ero davvero sospettosa adesso, Ashton sapeva troppo. Era normale che sapesse alcune cose sui miei genitori, tutti le sapevano. Ma sapeva cose strane, piccole cose su di me che avevo detto solo ai miei amici più stretti. Stava iniziando a spaventarmi, anche se non sapevo che cosa volesse da me.

"Okay, cosa sei tu? Hai delle telecamere segrete nascoste a casa mia o qualcosa del genere? Chi ti ha detto tutto questo?" Lo interrogai.

"Te l'ho detto, so molto più di quello che pensi." Ashton mi fece un sorrisetto.

"Sono seria, Irwin." Incrociai le braccia al petto.

"Stavo parlando con uno dei tuoi amici." Ashton fece spallucce.

"Chi?" Chiesi, strizzando gli occhi per vederlo nonostante il sole. Con tutto il caldo che faceva fuori, mi aspettavo che Ashton indossasse una maglietta a maniche corte, ma non era il caso. Aveva i suoi jeans neri e una giacca di jeans, in cui appariva meraviglioso, anche se probabilmente stava sudando come un pazzo.

"Quello con i capelli neri. E' asiatico?" Ashton si grattò il collo, guardando il cielo come se avesse trovato la sua risposta lì.

"Calum? No, non credo che sia asiatico." Risi,  non sapevo se fosse asiatico o no. Io e lui parlavamo a stento, non potevo saperlo.

"Comunque, è nella mia classe di ginnastica. Stavamo parlando di te." Ashton ghignò. Finì la sua sigaretta e la lasciò cadere a terra, calpestandola con il piede.

"Oh, davvero?" Ghignai anche io.

"Sì, davvero. Ho chiesto io di te, veramente." Mi sorrise. Mi ricordava un ragazzino a cui facevo da babysitter quando avevo quattordici anni; faceva delle cose irritantissime ma non lo punivo mai perchè pensavo che fosse davvero adorabile.

"Beh," Sospirai, incrociando le braccia al petto. "Calum non è nella posizione di dirti delle cose sulla mia vita privata."

"Non lo dirò a nessuno, Murphy, calmati." Ashton ridacchiò.

"Sono calma." Dissi, guardandolo con rimprovero.

Ashton mi sbeffeggiò, senza credermi. "Stavo solo cercando di scherzare con te."

"Come ti pare." Sospirai. Ashton mi guardò, continuando a sorridere. Non importa quanto si comportasse male, sembrava che sorridesse sempre. Un sorriso permanente che non poteva essere cancellato.

"Sì." Ashton annuì. Si toccò le tasche dei pantaloni, cercando il suo pacchetto di sigarette. Quando mi ricordai che ce l'avevo io, decisi di non ridarglielo.

"Non te lo darò." Dissi rispondendo ad Ashton che stava con la mano tesa verso di me.

"Dai, Murphy. Te ne comprerò uno se me lo ridai." Si lamentò. Non avevo bisogno di un mio pacchetto,  avevo già Ashton che mi supplicava di ridarglielo perchè aveva voglia di fumare.

"Quante sigarette fumi ogni giorno, tipo, cinquanta?" Chiesi. Non avevo conosciuto molti fumatori nella mia vita, ma non avevo mai visto una persona fumare tanto quanto Ashton. Non sapevo come faceva a gestirlo, o come il suo corpo faceva a gestire tutto quel fumo.

"Molto meno, Murphy. Posso riaverle, per favore?" Mi pregò. Cedetti e gliele tirai, cercando di non far vedere che mi importava del suo possibile cancro ai polmoni.

"L'autobus non è ancora arrivato." Dissi, confermando l'ovvio.

"Oh, davvero? Non ne avevo idea, visto che siamo ancora in piedi all'angolo della strada." Ashton ridacchiò. Girò intorno a me fino a fermarsi di fronte.

"Facciamo vela." Dissi all'improvviso. Credo che fosse l'ultima cosa che io ed Ashton ci aspettavamo di sentire. Ero quella che si stava lamentando sul ricevere una chiamata dalla scuola prima. Pensai che almeno avremmo fatto vela insieme.

"E dove andiamo?" Chiese Ashton.

"Ovunque." Feci spallucce. Non avevo mai fatto vela prima, era tutto emozionante per me. Amavo il pensiero di essere in giro e divertirmi mentre tutti gli altri erano a scuola a lavorare.

Ashton sospirò, pensandoci per un momento. Poi mi prese la mano e mi trascinò in fondo alla strada di nuovo, lasciando tutto alle nostre spalle. "Okay, conosco un posto. Ma anche se passeremo l'intero giorno insieme devi ricordarti che non saremo mai, in nessuna circostanza, amici."


•••

Pubblico fino al 10 stasera ;)

Peace out.

-Nanna :)

7.15 (italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora