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"Va bene Murphy, fermiamoci e respiriamo per un secondo." Ridacchiò Ashton, togliendo via le mani dalla mia vita e staccando lentamente le sue labbra dalle mie.

Eravamo così da un'ora e mezza, senza fare altro oltre ad avere qualche piccola conversazione tra un bacio e l'altro. Era divertente, comunque. Non c'erano problemi nel farlo, e questa non era la prima volta che ci eravamo chiusi in camera di Ashton per divertirci un po'. Eravamo solo ragazzi, non stavamo facendo male a nessuno. Sapevo che Ashton era un po' esitante con le relazioni, e non stavo cercando di mettergli fretta. Se a lui non fosse andato bene quello che stavamo facendo, doveva dirmelo e io l'avrei rispettato.

Feci un respiro profondo, ricadendo sul letto. Era sorprendentemente stancante, quello che stavamo facendo. Ashton sembrava completamente a posto, e mi chiesi se era abituato a farlo con Kenzie. Non mi aveva raccontato molto della loro relazione, ma non mi sarei sorpresa se fosse stato qualcosa che facevano spesso.

"Di cosa vuoi parlare adesso?" Chiesi, ancora fissando il soffitto.

"Beh, c'è sempre la musica." Ashton respirava profondamente, rotolando lentamente sul letto fino a posizionarsi sopra di me.

"Parliamo sempre di musica." Alzai gli occhi al cielo, indicando con la testa il giradischi di Ashton nell'angolo della stanza. Stava ascoltando i The Killers oggi, come sempre. Ashton aveva affermato che era la musica perfetta per pomiciare, ma ancora non avevo notato la differenza.

"Non c'è molto di cui parlare." Ashton ridacchiò. Abbassò lo sguardo su di me, sulle labbra aveva un sorriso vago. Ashton sbattè le palpebre qualche volta prima di abbassarsi e baciarmi velocemente, poi si lasciò cadere al mio fianco sul letto.

"Dì qualcosa e basta, che non sia di musica." Risi.

"Possiamo pomiciare di nuovo?" Mi suggerì Ashton.

"Credo di aver bisogno di una pausa." Ridacchiai, colpendolo piano sul petto.

"Credo che dovrei ringraziarti, per quello che hai fatto lo scorso weekend." Disse piano Ashton. Non avevamo parlato per niente di quello che era successo sabato scorso, come se entrambi avessimo deciso di fingere che non fosse mai successo. Non mi importava, non era una cosa per cui la gente si metteva a discuterci su.

"Non è niente di che, sono felice di aver aiutato." Rotolai su un fianco per avere Ashton di fronte a me, fissandolo mentre lui era concentrato sul soffitto.

"Lo so. Volevo solo ringraziarti per essere venuta ed esserti presa cura di me. Non l'avrebbe fatto nessun'altro." Ashton deglutì rumorosamente e si sedette.

"Mi dispiace." Dissi piano.

"E' a posto, Murphy. Le cose miglioreranno, tutto andra bene." Ashton sorrise.

Ammiravo davvero Ashton e il modo in cui affrontava tutto questo. Capivo che cosa stava passando ed era fantastico che sapesse che tutto si sarebbe sistemato. Prima aveva avuto qualche difficoltà, ma credo fosse era bastato un episodio in macchina per fargli capire che non poteva continuare a farsi male da solo, che tutto quello che stava facendo lo faceva stare solo peggio.

Mi sedetti e mi girai, quindi davo le spalle ad Ashton e le mie gambe penzolavano dal bordo del letto. Annuii, "Hai ragione. Le cose si sistemeranno."

"Torno subito." Disse Ashton, saltando dal letto.

"Dove stai andando?" Chiesi, anche se lo avevo già immaginato. Ashton camminò fino all'armadio e prese un pacchetto di sigarette ed un accendino, tenendoli entrambi con una mano.

"10 minuti, forse anche di meno." Ridacchiò, sventolando il pacchetto di sigarette.

"E poi tu tornerai e vorrai pure baciarmi." Dissi severamente, aggrottando le sopracciglia.

7.15 (italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora