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Anche dopo essermi alzata ed essermi fatta una doccia la mattina di Natale, era ancora ovvio che mi fossi addormentata piangendo la notte prima. I miei sentimenti erano feriti, ovviamente, a causa dei miei genitori e a causa di Ashton. A nessuno di loro avevo detto niente per non rovinare il loro giorno. So che prima avevo detto che non m'importava del Natale, ma era prima che lo passassi completamente sola.

Ero rannicchiata sul divano a fissare il vuoto di fronte a me, provando a inventarmi qualcosa da fare, quando qualcuno bussò alla mia porta. Saltai immediatamente in piedi e corsi alla porta, avendo questa segreta speranza che fosse Ashton per passare la giornata con me.

Avevo parlato con Ashton dall'ultima volta che ci eravamo visti, ma non eravamo stati assieme o usciti. Immagino che avessi bisogno di un po' di tempo senza lui. Non ha fatto niente di sbagliato, e non volevo peggiorare le cose per il modo in cui mi sentivo. In un paio di giorni mi sarei sentita meglio, e poi le cose sarebbero potute tornare come prima.

Quando aprii la porta non c'era Ashton, ma Michael. Era vestito molto bene, come se fosse andato in chiesa o a qualche evento prima di venire qui. Stette lì a guardarmi con le mani nelle tasche, dondolandosi sui piedi.

"Ciao" dissi, la mia voce impastata perché non l'avevo ancora utilizzata.

"Aw, Dani" sospirò Michael, entrando e chiudendosi la porta alle spalle. Poteva dire che stavo piangendo, nessuno avrebbe avuto problemi a capirlo nonostante quanto cercassi di coprirlo.

Michael venne avanti e mise le braccia attorno le mie spalle, stringendomi a se. Per un secondo non ricambiai l'abbraccio perché avevo paura di scoppiare a piangere e rovinargli la maglietta, ma poi Michael prese le mia mani e le allacciò ai suoi fianchi. Alla fine si staccò e mi lasciò un piccolo bacio sulla fronte.

"Cosa ci fai qui?" Chiesi, "non saresti dovuto andare dalla madre di Ashton con lui?"

"Beh, eravamo tutti pronti ad andare e sono successe tutte quelle cazzate, e ho lasciato che Ashton e suo padre partire, senza che gli importasse dove fossi. Va bene." Spiegò Michael.

" 'tutte quelle cazzate', cosa è successo?" Domandai.

"Ashton e suo padre, non smettevano di litigare. Prima erano in discussione per la macchina, dal momento che ne io ne Ashton ci sentivamo a nostro agio a salirci. E poi Ashton si è messo a fumare e suo padre si è arrabbiato, così me ne sono andato" annuì Michael finendo la sua storia. "Sono tutti così nervoso oggi"

"Sei venuto direttamente qui?" Chiesi, tornado nel salotto e sedendomi di nuovo. Michael mi seguì e si sedette di fianco a me sul divano, accavallando le gambe.

"No, prima sono andato a casa di Sarah" Michael fece ruotare gli occhi, facendomi capire che non si era divertito lì.

"E..?"

"Mi ha detto di lasciarla in pace per ora. Non so cosa sia successo, ma non me lo dirà. Ma va bene, non so se le cose con lei avrebbero funzionato" Michael scrollò le spalle anche se potevo dirlo dal modo in cui parlava che era ferito, come la ero io.

"Ci hai già parlato? O stai continuando a provare questo fottuto metodo silenzioso?" Ridacchiai, per la prima volta.

"Io, uh, le ho parlato l'altra sera. Sai, quando ti ho chiesto di tenere Ashton fuori casa." Disse Michael, grattandosi il retro del collo.

"Davvero?" Dissi emozionata, sobbalzando. "Cosa hai detto?"

"Era una specie di gemito, immagino. Era forte, e ho detto il suo nome." Disse Michael provando a evitare il mio sguardo.

"Ci hai fatto sesso?" Chiesi.

"Nope. Sono ancora vergine." Michael rise sarcasticamente, chiaramente un po' infastidito dal fatto.

7.15 (italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora