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PREPARATE I FAZZOLETTINI.

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Dopo aver aspettato quasi un'ora, finalmente ricevetti un messaggio da Ashton con scritto l'indirizzo di dove voleva che ci incontrassimo.

Così mi preparai in fretta (non mi vestii troppo bene, non avevo ragione per farlo), prima di entrare in macchina e andare all'indirizzo che ashton mi aveva mandato. Quando arrivai fui sorpresa di vedere una sorta di casa abbandonata, e iniziai ad andare in panico e chiedermi se ashton volesse uccidermi. Ma dal momento che ero lì ed ero curiosa scesi dalla macchina e entrai, nonostante fossi nervosa.

Quando entrai nella grossa stanza (la quale era praticamente vuota, essendo abbandonata e tutto), ci volle un po' per far abituare i miei occhi, perché tutte le luci erano spente. Finalmente qualcosa si mosse davanti a me, e quasi cacciai un urlo, ma poi capii chi era.

"Cristo, Murphy, ci hai messo un po'!" Ashton scattò, alzando le braccia.

"Ci hai messo un'ora a dirmi dove incontrarci!" Urlai di rimando, frustrata dal fatto che Ashton mi stesse accusando nonostante fosse stato lui a metterci una vita a rispondermi. Inoltre era stato lui a farci incontrare in uno strano posto, al posto che a casa sua, che era giusto al fondo della via.

"Cosa? No, tu mi hai chiamato per prima!" Ashton ribatté. Fece un altro tiro dalla sigaretta e questa volta ebbe il buon senso di girarsi prima di esalare.

"Cosa?" chiesi, "tu mi hai chiamato e mi hai detto che dovevamo parlare, e poi mi hai scritto questo indirizzo!"

"Mi hai chiamato due ore fa e hai detto di incontrarci qui!" Ashton sbottò. Ero alquanto confusa ora, perché non pensavo davvero che ashton stesse mentendo. Non mentirebbe, non ci guadagnerebbe nulla.

"No, non l'ho fatto." Dissi, scuotendo la testa. Cercai nelle mie tasche e tirai fuori il telefono, aprendo il mio registro chiamate. "Guarda.," dissi, mostrando ad Ashton a che ora mi aveva chiamato e il messaggio che mi aveva mandato.

"non ero io." Ashton si strinse nelle spalle. "Ho perso il mio telefono due giorni fa."

"Oh, molto divertente, so che eri tu." Lo sbeffeggiai.

"Non ero io!" Ashton scattò, il fastidio chiaro nella sua voce.

"ferma la scenata, Ashton, davvero. Di cosa volevi parlarmi?" Chiesi infastidita allo stesso modo.

"Non ti ho chiamata!" Ashton urlò.

"Allora chi -?" Fui interrotta da un forte rumore e dalla luce che si accese, e colpì Ashton talmente tanto che buttò la sigaretta a terra. Sentimmo Un forte e assordante rumore da dietro di noi e sia io che ashton urlammo, avvicinandoci immediatamente.

"Mi hai portato qui per uccidermi, vero?" Ashton sussurrò, attirandomi a lui. Mi avvolse fra le sue braccia, e non potevo dire se era per proteggere me o se stesso.

"Non ti ho proprio portato qui!" Scattai, ma allacciai le mie braccia attorno al petto di Ashton comunque perché il rumore si stava avvicinando e pensavo che saremmo entrambi morti.

Finalmente il rumore si fermò e Ashton ed io ci voltammo esitanti, entrambi troppo spaventati per vedere cosa stesse succedendo dietro di noi.

"Michael Gordon Clifford, cosa cazzo c'è di sbagliato in te?" Ashton sbraitò, fissando Michael. Era seduto su una sedia di metallo che ovviamente aveva trascinato per tutta la stanza, le sue braccia incrociate al petto mentre guardava me ed Ashton.

Michael sorrise.

"io ti ammazzo!" Ashton urlò, "Hai fatto tutto questo?"

Michael annuì, un gran ghignò era ancora impresso sul suo volto.

7.15 (italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora